Molti mammiferi, che non possono migrare, hanno scelto di ibernarsi nella stagione più fredda, per sopravvivere
La scelta di andare in letargo è spesso un desiderio che coinvolge i sogni di molti umani. Un periodo di assoluto riposo lontano dai guai e dai problemi quotidiani è visto come un toccasana. Ogni volta che l’inverno diventa impietoso, vagheggiamo di poter entrare in quella fase di torpore che immaginiamo piacevole. Probabilmente i nostri antenati avevano trovato un modo per rallentare il metabolismo, ma quel potere lo abbiamo perso, nel corso dei millenni. A noi non resta che aggiungere un altro plaid sulle ginocchia e sorbirci un bel grog, con la speranza che arrivi un pisolino a consolarci. Possiamo solo ispirarci ai mammiferi che ancora sanno come farlo, e sognarlo. Voglia di andare in letargo
Modi molto diversi
Ci sono modi e strategie molto diverse per andare in letargo e superare il periodo più freddo dell’anno. Ogni strategia è collegata all’ambiente, alla capacità d’adattamento ed alle risorse. Qualcuno come il lemure nano dalla coda grassa ha preso a prestito l’esperienza dei cammelli e immagazzina il grasso. Non possedendo una gobba da riempire, immagazzina il grasso nella zona della coda. Da questo deriva il suo nome. É una riserva cospicua quella a cui attingono e riescono a sopportare una lunghissima pausa invernale. Possono restare dormienti fino a sette mesi consecutivi. Fanno scendere il battito del cuore, riducendolo del 95%, e di conseguenza anche il calore disperso. La loro temperatura diminuisce e lo stato di torpore s’interrompe solo per brevi periodi per riattizzare la temperatura. Passato quel breve momento ritornano alle funzioni di letargo.
Stessa funzione a singhiozzo
La stessa strategia a singhiozzo è utilizzata anche una specie di pipistrello bruno. Il suo metabolismo viene addormentato e riacceso a comando. Lo “spreco” energetico, in questo modo, scende fin quasi a zero, così come le loro temperature. Il letargo può durare anche sei mesi ma la loro situazione non è sempre rosea. Le colonie di pipistrelli amano “ritirarsi” in caverne umide che ospitano un fungo che li attacca. Invade i loro orecchi le ali e soprattutto le narici. Il fungo biancastro è noto come “sindrome del naso bianco” proprio per l’area in cui ama attaccare i pipistrelli.
Gli acuti fischi delle marmotte
Quando iniziano il loro letargo le marmotte sono appariscenti, proprio perché vengono a mancare i loro acuti fischi tra le montagne. Scelgono zone adatte, sui pendii alpini, per poter costruire le loro lunghissime tane. Le scavano durante tutto il periodo estivo e quando sono pronte, vi entrano definitivamente in autunno. Sono veri alberghi dotati di comfort, sviluppati su più piani e con stanze ben definite. In alcune si soggiorna, in altre si dorme, in altre si mangia e c’è pure il bagno. Il loro letargo dura abbastanza poco (3-4 mesi), con una dozzina di risvegli metabolici, e ai primi tepori ricominciano a far rimbalzare fischi nelle vallate.
Ghiacciare il sangue
Sembra proprio quello che sono in grado di fare i piccoli scoiattoli di terra artici. Riescono ad abbassare la loro temperatura in modo sensibile tanto da andare sotto zero. Rallentano il loro metabolismo e resistono per sette, a volte otto, mesi senza consumare il grasso che hanno accumulato durante la stagione di raccolta. Durante il letargo ha brevissime pause in cui riscalda il sangue ed il corpo con la tecnica dei brividi, ogni 2-3 settimane. Trema per 12 ore consecutive per ritornare ad una temperatura di circa 36 gradi, poi si riaddormenta fino alla prossima sessione di brividi.
Gli orsi sono bollenti
Molto particolare il letargo degli orsi. La loro temperatura non si abbassa mai ai livelli degli altri mammiferi, che s’ibernano. Restano sempre tiepidi, a circa 30 gradi, anche mentre si fanno lunghissime dormite. Il tipo di letargo che sarebbe caro anche agli umani. In alcune occasioni non si ritirano nemmeno, e restano a gironzolare all’aperto, anche durante l’inverno. Dipende dalle temperature esterne, e dalla disponibilità di cibo. In questo caso l’anomalia risiede nella loro calda e fittissima pelliccia, che trattiene il calore e non lo disperde. Rallentano il metabolismo di quasi il 50%, ma non si raffreddano completamente. Grazie a questa temperatura, abbastanza alta, non hanno bisogno d’interrompere il sonno, per riattivarsi. Non bevono o mangiano, e non hanno funzioni intestinali. Semplicemente dormono e rallentano tutte le operazioni. Restano però vitali, tanto che, in alcuni casi, si sono avuti parti durante il loro periodo di riposo. Voglia di andare in letargo
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