Il commercio cambia in modo vistoso
Chiusi 64.000 esercizi commerciali in dieci anni soprattutto nei centri urbani via i negozi, restano solo ristoranti e hotel. Un calo vistoso dell’11% delle attività commerciali testimoniato dalle vetrine buie di molti centri storici.
Centri commerciali ed e-commerce hanno modificato l’offerta
Aumentano le quote dei centri commerciali, ma anche loro non stanno benissimo. Aumentano le concentrazioni nei vari mall che si sono sostituiti alle piazze o alle vie dello struscio. In grande crescita anche l’e-commerce che ha raggiunto i 46 miliardi di fatturato e sembra aver spostato l’interesse d’acquisto di molti clienti.
Tantissimi bar, ristoranti, hotel
In controtendenza aumentano ospitalità e ristorazione, quasi il 15% in più tra hotel, bar, trattorie, B&B e ristoranti. Una crescita smodata e confusa, quella dell’ho.re.ca. dove molte realtà hanno una vita breve e cambiano gestione rapidamente. Una tendenza del resto ben evidenziata dai pasti consumati all’esterno e la forte flessione delle attività culinarie in casa. Sembrerebbe completamente fuori luogo in un periodo di sovrabbondanza di programmi dedicati a chef cuochi e gourmet in ogni canale TV. E’ questa la foto che Confcommercio illustra nel suo rapporto nazionale, presentato dal Presidente Sangalli.
Un piano nazionale di rigenerazione
“C’è bisogno dunque di un piano nazionale di rigenerazione urbana fondato sul riconoscimento del rapporto strettissimo tra commercio e vivibilità delle città. Misure destinate all’innovazione per le piccole superfici di vendita. Città più belle e attrattive – ha concluso il presidente – danno fiducia e sicurezza e costituiscono un grande valore sociale ed economico per i nostri territori. Commercio, turismo e servizi vivono delle città e le fanno vivere“.

