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Venezia una lenta agonia senza il MOSE

Venezia lenta agonia senza il MOSE

Aumentano le giornate di acqua alta e il MOSE che dovrebbe proteggerla non è mai stato collaudato

È un’opera nata già vecchia, che invece di portare innovazione e speranza, l’ha depredata di fondi. Ha assorbito miliardi di euro senza regalare sicurezza ad una città patrimonio dell’umanità, debole e senza certezza del suo futuro. Il disastro è avvenuto, forse irreparabile ed ora tutti accorrono al suo capezzale, e le polemiche non si contano. Come sempre prevenire è assai meglio che curare, ora rendere di nuovo la città disponibile ai residenti e ai turisti costerà moltissimo. Venezia una lenta agonia senza il MOSE

Ferite evidenti

Sono molte le ferite evidenti, forse incurabili, di una città spopolata dai suoi abitanti e diventata una sorta di Disneyland. Maltrattata dal turismo mordi e fuggi, dalle grandi navi, dai negozietti gestiti da cinesi che hanno estromesso i veri abitanti. Cosa potrà riportare Venezia ai suoi splendori? Vale la piena chiedersi se sia giusto investire ancora enormi capitali per una città che sembra avere le ore contate.

Venezia lenta agonia senza il MOSE

Non migliorerò la situazione

Tutto congiura contro di lei. Ci sono sempre più giornate di acqua alta e aumenteranno. Ci sono sei concause a condannare il futuro della serenissima. Tre sono assolutamente naturali e sono lì da milioni d’anni. Sono la faglia che passa sotto la città, l’argilla su cui sono piantati i suoi pali e l’attrazione lunare. Se a queste “sciagure”, aggiungete che le falde acquifere del sottosuolo sono state troppo sfruttate. Che il riscaldamento climatico fa alzare il livello e che le catastrofi meteorologiche sembrano diventate all’ordine del giorno. Tirate la somma e correte a visitare Venezia finché esiste.

Una diga tutt’attorno?

New York stanno progettando una sorta di diga che la isoli dal mare e dalle eventuali alluvioni interne. Vogliamo creare un progetto simile per Venezia?. Sterilizzare il porto, i canali, la laguna e farla diventare una città dentro una bolla di vetro? Peccato che non si possa rovesciarla per vedere i finti fiocchi di neve. Il porto di Venezia lavora, bloccare i tre imbocchi della laguna (Lido, Malamocco e Chioggia) significa condannarlo a morte.

Venezia lenta agonia senza il MOSE

MOSE incompleto

Le 78 grandi dighe metalliche che dovrebbero chiudere gli imbocchi sono completati al 93%. Ma nessuno le ha mai collaudate. Stanno arrugginendo, prima ancora di aver tentato di farle entrare in funzione. Nel frattempo ha assorbito una cifra immensa di risorse, che la città avrebbe potuto usare meglio. Non vogliamo unirci allo sciacallaggio politico attuale ma tutti sanno da chi è retta la regione da oltre 20 anni.

Opera inutile

Probabilmente quando finalmente sarà ultimato, il MOSE, sarà inutile. Le acque alte stanno diventando frequenti e quando si assommano maree, luna e scirocco, gli eventi diventano ingestibili. Tanto per intenderci l’acqua alta di oltre 180 cm non sarebbe stata fermata nemmeno dal MOSE in completa efficienza. L’opera è decisamente sottodimensionata rispetto ai nuovi cambiamenti climatici.

Venezia lenta agonia senza il MOSE

Capolavori artistici

capolavori custoditi a Venezia sono tali che è impossibile restare indifferenti. La sua bellezza è tale che si devono compiere ogni tipo di sforzo per salvaguardarla. Lo sgomento di questi giorni fa sragionare molti, ma non si può abbandonarla al suo destino. Forse la sua manifesta fragilità ora farà ripensare a come accudirla e curarla. La sua unicità è tale che forse è il caso di mettere un biglietto d’ingresso, per utilizzare quel denaro a risanarla. Non sarà certo una bolla con la neve, ma deve essere una protezione tale da renderla visibile, anche a chi arriverà dopo di noi. Venezia una lenta agonia senza il MOSE

Credits: all pics from the net

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Venezia una lenta agonia senza il MOSE, aumentano le giornate di acqua alta e il sitema di protezione non è mai stato collaudato e non potrà proteggerla
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