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Una F per tutti gli alcoolici

Una F per tutti gli alcoolici

Italia sotto attacco di nuovo a causa del Nutriscore. Il sistema criticatissimo che vuole incolpare i produttori di vino e birra e non i consumatori

É una vera rivolta quella dei produttori di vino e birra nei confronti del Nutriscore. La ventilata possibilità che venga aggiunta una F in campo nero, per i prodotti anche a basso tasso alcoolico, è vista come un affronto. I produttori vengono criticati in questo modo come se i loro vini e birre fosse un’incitazione ad una cattiva alimentazione. Il semaforo sembra sempre più una sciocchezza, che favorisce solo i grandi brand di cibi sintetici e soft drink zuccherati. Una F per tutti gli alcoolici

Nutriscore cos’è

É un sistema a semaforo che promuove alcuni prodotti e ne colpevolizza altri a seconda del loro contenuto di grassi, sale, zucchero ed ora anche alcool. La scala inizia con la A in campo verde (i prodotti più salutari), sino alla G in campo rosso (pericolosi). La scelta di aggiungere una F in campo nero per gli alcoolici è inquietante. I consumatori verrebbero indirizzati verso prodotti di origine industriale a discapito dei prodotti di nicchia e migliore qualità. Per fare un esempio, verrebbero penalizzati, l’olio d’oliva, il Parmigiano-Reggiano, il prosciutto, la vera mozzarella.

Uno scempio

Uno scempio delle produzioni più importanti nel panorama italiano, quasi un attacco ad una cultura dell’alimentazione. Se la dieta mediterranea è stata rivalutata e presa ad esempio come caposaldo salutista, non si comprende perché i suoi ingredienti debbano essere così vilipesi. O si ritiene che il consumatore sia un “idiota plasmabile”, o non è chiaro quale sia la necessità di un sistema che condiziona gli acquisti.

Manca l’informazione

Invece di uno sbrigativo semaforo tutta l’Europa dovrebbe incrementare l’informazione su qualità, ingredienti, luoghi di provenienza. Ma è assai più comodo ottenere l’attenzione dei consumatori, in modo sbrigativo, che non porta nessuna educazione alimentare. Un affronto all’intelligenza del consumatore, ed alla sua capacità di scelta. Un affronto anche alle capacità produttive di aziende che hanno tradizioni centenarie e poggiano su una cultura ancestrale.

Economia in ginocchio

Non bastano tutte le difficoltà imposta ai comparti horeca, alle birrerie, alle enoteche, ai ristoranti dovuti alla pandemia. Questa imposizione posticcia, che criminalizza senza distinguere, è veramente insopportabile. Il Nutriscore non distingue e massifica, il peggior modo per educare a consumi consapevoli. Il nostro paese vanta una storia alimentare, che non ha bisogno di essere imbrigliata da rigide classificazioni, che lasciano il tempo che trovano. Il comparto non ha necessità di ulteriori restrizioni ma di potersi espandere in modo corretto.

Combattere il cancro e l’obesità

Combattere il cancro e l’obesità con il semaforo non ha molto senso. É l’informazione ad un corretto stile di vita, ad un’alimentazione bilanciata a fare la differenza. Bere consapevolmente non ha nulla a che vedere con stupidi consigli e divieti. Ovviamente a rischiare di più sono le piccole imprese, gli artigiane del bello e del buono. Le piccole cantine, i micro-birrifici rischiano di sparire per astruse regole imposte dall’alto. I parametri su cui Nutriscore agisce sono svincolati da qualunque approfondimento culturale e tengono conto solo delle calorie, un vero non-sense. Una F per tutti gli alcoolici

Credits: Pixabay

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Una F per tutti gli alcoolici da aggiungere al semaforo del Nutriscore un invito ad ignorare cultura alimentare civiltà produttori di nicchia
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