Il vuoto a rendere è una tradizione ben nota da noi ma nei paesi nordici fanno di meglio
In Norvegia, Lituania e Germania utilizzano dei servizi di resa che sono efficacissimi. Soprattutto il sistema norvegese ha raggiunto una percentuale di riciclo pari al 97% di tute le bottiglie di plastica utilizzate. Un primato difficile da battere. Ogni volta che acquistate bevande in bottiglie di plastica dovete pagare un supplemento tra i 10 e 30 centesimi. Però se riportate il vuoto nei supermercati o nelle varie stazioni automatiche per il riciclo vi vengono restituiti. Con un coupon da utilizzare nei negozi o direttamente in danaro. Anche i negozi che partecipano al sistema ricevono un piccolo indennizzo. Un sistema italiano di resi che gli altri usano meglio
Macchinette mangiaplastica
Il sistema si chiama Infinitum ed operativo in tutta la zona di Oslo. Con questo metodo solo l’1% delle bottiglie di plastica finisce in mare. Se si tiene conto dei numeri mondiali sembra incredibile. Oltre il 90% della plastica prodotta non viene riciclata. Quella che finisce negli oceani raggiunge gli otto milioni di tonnellate. Una quantità enorme che finisce per costituire le celebri isole flottanti, disgregarsi e finire ingerita dai pesci e crostacei. La catena alimentare poi si vendica, facendoci ritrovare quelle microplastiche nel piatto.
Perché in Norvegia funziona?
Una parte di coscienza ecologica unita al pragmatismo scandinavo. La Norvegia ha applicato tasse ambientali che hanno stimolato i produttori a dare il massimo per promuovere il sistema. Se i produttori di plastica riescono a dimostrare che almeno il 95% dei loro prodotti viene riciclato, le tasse non si applicano. In questo modo tutti i soggetti, consumatori, rivenditori e produttori, sono stimolati a dare il meglio. Forse più della coscienza ecologia, ha potuto il ritorno economico. Ci sono 4.000 macchinette e 12.000 posti dove restituire le bottiglie. In molti paesi è ancora più economico creare nuova plastica che riciclare la vecchia. Fornire un incentivo finanziario, ha creato le condizioni per cui le aziende e i consumatori si sentano coinvolte nell’azione di riciclo.
E in Italia?
Eravamo partiti col piede giusto già 40 anni fa, però il sistema non è stato supportato a sufficienza. La promozione non è stata sufficiente e non invogliava i locali pubblici, ristoranti e bar, a fare una raccolta differenziata capillare. Il problema di dover immagazzinare grandi quantità di bottiglie in vetro e plastica risultava scomoda. Un vero peccato, l’ennesima occasione persa, che però non è sfuggita ad altre nazioni. L’esempio è stato seguito, magari migliorato. Purtroppo nonostante l’Italia sia uno dei principali paesi produttori di materiali plastici non riesce ad avere la stessa qualità di pensiero della Norvegia. Ne è dimostrazione la recente levata di scudi contro una imposta sulle plastiche che è stata avversata in mille modi. Un sistema italiano di resi che gli altri usano meglio.
