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Un galletto ha messo in crisi mezza Francia

galletto mette in crisi mezza Francia

Il diritto a un buon sonno non può passare sulle normali attività della campagna che ha i suoi ritmi ed i suoi rumori

Un galletto di nome Maurice è stato l’involontaria vittima di una battaglia legale che contrappone le esigenze di contadini e cittadini. Maurice è diventato un simbolo della vita di campagna ed è diventato il termine di paragone su cui salvaguardare la tradizione agricola che è alla base dell’economia francese. Il caso è nato in una isoletta atlantica dove i vicini non sopportavano più il chicchirichì di Maurice. Un galletto ha messo in crisi mezza Francia

Un compito naturale

Da bravo gallo ogni mattina all’alba dava la sveglia alla sua fattoria, ma i vicini ritenevano che fosse un’offesa al loro diritto di dormire fino a tardi. Ritenevano che i loro ritmi più adeguati a quelli cittadini fossero più importanti della sveglia naturale fornita dal pennuto Maurice. La proprietaria non aveva alcuna intenzione di metterlo in pentola e la cosa s’è trascinata fino al tribunale.

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Assolto con diritto di canto

Il galletto è stato assolto ed il tribunale ha stabilito che Maurice può cantare a piacere perché fa parte della sua natura. Inoltre il giudice ha dato la giustificazione che fa parte della tradizione della campagna francese e che questa dovesse essere conservata. La proprietaria è una residente stabile sull’isola, mentre i vicini querelanti possiedono una casa che utilizzano solo per le vacanze.

Un’indagine completa

Prima di emettere la sentenza, un ufficiale giudiziario ha passato tre notti nella casa dei vicini per valutare se il canto di Maurice fosse così tremendo. Il gallo faceva il suo lavoro all’alba tra le 6,30 3 le 7 del mattino e il canto non era così fragoroso se si tenevano chiuse le finestre. I vicini sono stati condannati a pagare 1.000 euro alla proprietaria del gallo. La causa si è protratta per due anni ed è diventata il simbolo della eterna lotta tra contadini e cittadini. Con quest’ultimi visti come invasori e solo per brevi periodi.

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Un’isoletta tranquilla

L’isola di Oleron ospita un villaggio tranquillo di 7.000 residenti che però nel periodo estivo salgono fino a 36.000. L’immagine perfetta dell’invadenza delle immobiliari che acquistano a prezzi stracciati interi villaggi e li trasformano in club vacanze. Un beneficio per il turismo che però non tiene conto delle abitudini dei locali, quasi costretti ad andarsene o mutare ritmi. Gli stessi ritmi della terra che però hanno richiamato i turisti, ma che ora vogliono solo il meglio e sono infastiditi da quelle che sono le attività campestri.

Una petizione per Maurice

Il galletto è apparso sulle magliette dei contestatori dei cittadini, una vera icona del diritto a lavorare la terra come si è sempre fatto, compresi i suoi aspetti negativi. Una petizione ha raccolto 140.000 firme in difesa del diritto al chicchirichì. Il caso potrebbe far sorridere ma è solo la punta dell’iceberg. I tribunali francesi sono pieni di casi che si ispirano a quello di Oleron. Una signora allevatrice di oche e anatre è stata accusata dai nuovi vicini di disturbare il loro riposo con troppi quack quack. La zona però è celebre proprio perché lì si allevano oche e anatre, forse i vicini avrebbero fatto meglio ad informarsi prima sul problema dello starnazzamento.

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Campane e rane

Un altro caso limite viene da una famiglia che ha acquistato casa in un villaggio ma non sopporta che le campane della chiesina suonino al mattino. Una famiglia di residenti a Grignols ha dovuto acquistare e liberare rane nello stagno vicino a casa perché nel periodo degli amori le rane maschio facevano troppo baccano per i vicini. Tutti casi che hanno esasperato gli amministratori locali tanto che, il sindaco di un villaggio ha chiesto che il Ministero della Cultura rilasci la tutela del patrimonio culturale e dei suoni rurali. Che i galli cantino, le mucche muggiscano, gli asini raglino e le rane possano gracidare.

L’umiliazione di non essere padroni a casa propria

Un sindaco ha dichiarato: “È umiliante per la gente di campagna ritrovarsi in tribunale a causa di qualcuno che viene da altrove”. “Quando andiamo in città, non chiediamo di togliere le auto, la metro o i semafori. Ci vorrebbe un po’ di comprensione per le nostre attività e prima di trasferirsi altrove si dovrebbe conoscere a cosa si va incontro”. A tutti piace laria buona, le verdure dell’orto o una bella oca grassa, ma per coltivare e allevare servono certe pratiche e certi ritmi. Ora tutte le ordinanze sui rumori rurali hanno un precedente che fa legislatura. Le chiamano “leggi Maurice”. Un galletto ha messo in crisi mezza Francia

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Un galletto ha messo in crisi mezza Francia il suo caso è arrivato fino al tribunale, esempio di controversie contadini cittadini e salvaguardia rumori rurali
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