Un sistema più ecologico per tingere il tessuto che tutti amano usando meno elementi chimici.
Alcuni ricercatori stanno lavorando ad un progetto che potrebbe rivoluzionare il mondo dei tessuti. I jeans sono stati colorati per secoli con il blue indigo naturale. Ma per comodità commerciale (minor costo) si è passati a coloranti chimici. Questo tipo di blu, richiede dei fissanti chimici tossici, come la formaldeide. I laboratori dove si tingono i jeans sono quasi tutti raggruppati in pochi paesi in via di sviluppo, che hanno una legislazione molto lasca. Ora però anche quei paesi vogliono ridurre l’impatto inquinante, e proteggere la salute di lavoratori e cittadini. Un colorante per i jeans che viene dal nostro intestino
Fiumi blu e morti
Nei dintorni di queste colorerie, i fiumi diventano blu, e muore ogni forma di vita. Sono discariche a cielo aperto di elementi tossici. Anche la salute dei residenti e dei lavoratori, risente in modo considerevole di questa sgradevole situazione. L’indaco chimico è prodotto in oltre 40,000 tonnellate l’anno, la stragrande maggioranza viene utilizzata proprio per colorare i jeans che indossate. La cosa buffa è che l’indaco sintetico, è un colorante pessimo, che si cristallizza soltanto attorno al filato. Ad ogni lavaggio un poco di quei cristalli se ne va dal cotone, ed i jeans stingono, proprio l’effetto che i consumatori desiderano.

Una lavorazione pericolosa e sporca
Il rilascio in acqua è la forma più rilevante di inquinamento per questo tessuto. Il lavaggio che dovrebbe consentire e stabilizzare il fissaggio, in realtà lava via molto del colore. La stessa cosa accade anche per l’effetto abrasione. L’effetto sdrucito e invecchiato, viene svolto da altre macchine che intervengono sul colore, nei punti richiesti. Queste fasi di lavorazione al momento non possono essere soppresse, perché il mercato richiede esattamente quel tipo di denim. Però si può lavorare su altri coloranti.
Un batterio intestinale
I ricercatori cercano di sintetizzare un nuovo indaco che proviene da un ceppo di Escherechia Coli. Le colonie di batteri che sono presenti negli intestini di animali e umani. È un indaco ingenierizzato che ha buone possibilità di successo. Ma ha bisogno di un ritocco, in quanto il fissaggio con gli attuali coloranti avviene con una acidità molto alta. Quello derivato dall’E.Coli si fissa con un PH più basso, quindi il processo andrebbe rivisto. Sarebbe un modo per eliminare alcuni dei fissanti chimici più invasivi, ma c’è ancora una volta un problema di costo. Il nuovo colorante blu costa più del tradizionale, e non elimina completamente i fissanti e l’inquinamento.

Tornare all’antico
C’è chi si chiede perché non si torni all’antico metodo naturale. Il colorante era fornito da una pianta che ormai non è più coltivata, perché manca la richiesta. Il costo del blu naturale ovviamente è maggiore, ma più eco-sostenibile e sicuramente più etico. Non verrebbero utilizzati tanti fissanti chimici col metodo naturale. Al solito il costo della materia prima influisce sulle scelte delle aziende. Sinché le leggi non diventeranno più restrittive in senso ambientale, nei paesi dove esistono le tintorie, continueranno in questo modo.
Cittadini più attenti
Molti paesi produttori di denim stanno cercando di modificare la situazione. La salute dei propri cittadini sta assumendo più valore rispetto al business. Il ritorno ad un ciclo naturale è l’unico che consente di non inquinare in modo massiccio le falde acquifere. In ogni caso anche con l’indaco naturale il risciacquo produce inquinamento, anche se minore. Una soluzione definitiva sarebbe bloccare la produzione del denim blu a livello mondiale. Decisamente poco credibile. Ma se le case di moda decidessero di utilizzare solo denim non colorato in azzurro, potrebbero dare una coraggiosa svolta al benessere ambientale. Sarebbe una svolta green e sostenibile, di cui beneficerebbe tutta la catena. Un colorante per i jeans che viene dal nostro intestino

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