Un processo chimico che ribalta una delle attività che immettono più gas serra in atmosfera. È il ferro l’elemento che potrebbe rendere fattibile questa trasformazione, e renderla un fattore dell’economia circolare.
Dopo essere diventato uno dei simboli dei maggiori inquinanti, il trasporto aereo potrebbe rientrare dalla finestra grazie ad una innovazione scientifica. I combustibili fossili sono alla base dei consumi delle linee aeree. Ci sono esperienze, sviluppate in tutto il mondo, di utilizzo di bio-carburanti, di alimentazione ad idrogeno e con motori elettrici. Purtroppo nessuno sembra avere possibilità nell’immediato di scalzare l’alimentazione tradizionale. I tempi rischiano di essere molto lunghi prima di poter volare senza inquinare troppo. Un carburante per aerei dall’anidride carbonica
Uno studio appassionante
Recentemente è apparso in rete, ripostato da illustri magazine scientifici, un nuovo processo chimico che potrebbe rivoluzionare il rapporto tra ambiente e voli. La movimentazione aerea contribuisce al 12% di tutte le emissioni di anidride carbonica. Una percentuale decisamente elevata se rapportata a tutte le attività umane. L’anidride carbonica (CO2) è responsabile, in grande misura, dell’incremento delle temperature e degli sconvolgimenti legati al riscaldamento globale. Riuscire a diminuire l’impronta carbonica, riveste un’importanza vitale per il nostro pianeta.
Tentativi precedenti falliti
È un’esperienza già vagliata dagli scienziati, quella di trasformare l’anidride carbonica in combustibile. Processi elaborati, che necessitavano di filtri molto costosi e rari a base di cobalto. Questa faceva innalzare i costi di produzione a cifre insostenibili, che non avrebbero mai potuti rivelarsi competitivi rispetto ai carburanti fossili. Il nuovo processo sperimentato in laboratorio, prevede che i filtri utilizzino materiali di provenienza dal ferro. I prezzi in questo caso potrebbero scendere e diventare veramente una valida alternativa.
Processo tentato in laboratorio
Il processo che ha dato esito positivo è stato sperimentato solo in laboratorio. Ora serva comprendere se è replicabile in grande stile. In laboratorio, sono stati combinati l’anidride carbonica a 662 gradi, con idrogeno, acido citrico, manganese, potassio. Il tutto è stato filtrato in un catalizzatore con materiale ferroso, in un reattore in acciaio pressurizzato. Tutto questo ha prodotto una piccola quantità di carburante per i motori d’aereo.
Come funziona
La scissione che avviene all’interno del catalizzatore, separa il carbonio dall’ossigeno. Dai legami di entrambi con l’idrogeno contenuto nel filtro si ottengono idrocarburi e acqua. Il processo chimico produce anche propilene ed etilene, ma soprattutto quasi metà del prodotto finale è costituito da idrocarburi. Una sorprendente economia circolare legata al carbonio, sarebbe un’ottima notizia. I ricercatori sono convinti che si potrebbe arrivare a viaggi aerei ad emissioni zero. Bruciando il carburante per aerei, prodotto in laboratorio, si rilascerebbe in atmosfera la stessa quantità di anidride carbonica utilizzata per produrlo. Un carburante per aerei dall’anidride carbonica
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