E’ la domanda che si pongono molti datori di lavoro
Vanno deserti i colloqui per assumere nuovo personale. I giovani 20-30 inviano i curricula ma quando vengono convocati per il primo colloquio di lavoro non si presentano. Abbagliati dal sogno del denaro facile e dal sogno di diventare influencer. Sono più attratti da Instagram o youtube che dalle reali possibilità di ottenere un lavoro stabile su cui creare le basi per il loro futuro. Tutti influencer o vogliono davvero un lavoro?
Un’azienda toscana non riesce a trovare lavoratori
Sono 300 i posti di lavoro che un’azienda toscana offre, tutti a tempo indeterminato, con contratti che partono da un minimo netto di 1100 euro mensili ed a salire. A fronte di oltre 300 curricula inviati solo 36 giovani si sono presentati al primo colloquio di lavoro. I requisiti richiesti non erano troppo specialistici ma ha molto pesato che fosse richiesta anche una disponibilità alla turnazione. La disponibilità a lavorare anche i sabati e le domeniche ha fatto fuggire a gambe levate i richiedenti. Il contratto prevede 38 ore di lavoro con gli inquadramenti del contratto nazionale di lavoro.
Un’offerta rovinata anche dalla chimera del reddito di cittadinanza
Alcuni hanno risposto che preferivano aspettare i pochi soldi del reddito di cittadinanza piuttosto che impegnarsi in un lavoro. Ci avrebbero ripensato alla fine dei 18 mesi del reddito di sussistenza. Un problema aggiuntivo anche per il mercato dei lavoratori stagionali. Tutte le figure dall’ospitalità, dell’hotelleria, della ristorazione sembrano improvvisamente scomparse. C’è una mancanza enorme di personale addetto al settore turistico. I camerieri sono oramai più introvabili degli unicorni. Se resta comprensibile per gli stagionali che lavorano solo 3 mesi, la situazione risulta incomprensibile a fronte di un’offerta a tempo indeterminato.
Il contributo dei genitori
Il contributo dei genitori al sostentamento dei loro rampolli è visto come un naturale proseguimento dell’età dello studio. Il lavoro non è più il cardine su cui fondare la propria vita e il proprio futuro. La speranza di divenire in qualche modo “famosi” sulla rete web anche senza avere alcuna speciale qualità, strozza le aspirazioni di molti. E’ il pessimo esempio offerto dalle reti commerciali di personaggi dal dubbio peso culturale pesa molto sull’immaginario delle generazioni recenti. Basano tutto su bellezza e simpatia, ma se tette e culo, e un addome tartarugato sono i presupposti di una vita desiderabile, questi sogni verranno presto infranti. Tutti influencer o vogliono davvero un lavoro?

