Durante il lockdown in provincia di Trento sono stati distribuiti questionari per raccogliere le informazioni necessarie per una ripartenza post pandemia
Tre diversi questionari suddivisi per fasce d’età, bambini, ragazzi e adulti per comprendere le diverse sensazioni ed esigenze in presenza del coronavirus. Sono stati inviati ai residenti in Trentino ed hanno dato un’immagine abbastanza chiara dei problemi creati dal Covid-19. Ne sono usciti risultati interessanti. Molto differenti a seconda dell’età e della capacità di reagire alle nuove situazioni e ritmi. Trento si affida ad un questionario per capire il Covid-19
Bambini sino a 9 anni
Socialità e interazione sono le voci principali che hanno connotato le risposte dei più piccoli. Un’ esigenza di interazione coi coetanei ed il fastidio che questa possibilità fosse negata. Questa privazione si è manifestata con un malessere che si è palesato con scarso appetito e una diminuzione del sonno. Mutare le abitudini ha frustrato molti bambini. La nuova didattica on line è piaciuta pochissimo, soprattutto per non aver potuto frequentare la scuola. Molto sentita la mancanza dei contatti umani con i coetanei.
9-19 anni
Anche i giovani hanno risentito maggiormente della mancanza di incontrare gli amici e di potersi muovere liberamente. L’esigenza di socialità, è stato l’elemento più sottolineato. Anche se le relazioni sono rimaste attive grazie ai collegamenti con smartphones e personal computer la mancanza del contatto de visu è sembrata intollerabile. Le relazioni sociali sono state la preoccupazione principale. Con l’aumentare dell’età la preoccupazione nei confronti di un ritorno alla normalità è posta in maggiore risalto. La didattica a distanza non ha accontentato nemmeno la fascia dei ragazzi e degli adolescenti. Solo il 60 % si è trovato a suo agio, lamentando la possibilità di un confronto studenti-docenti di migliore qualità.
Adulti (oltre i 20 anni)
Gli adulti si sono mostrati preoccupati per gli effetti che l’emergenza Covid-19 avrà sulle loro vite, sulle vite dei loro figli e dei genitori anziani. La maggiore preoccupazione riguarda l’impatto dell’emergenza sanitaria sulle condizioni sociali, sul sistema economico, e sulle modifiche delle abitudini sociali. I genitori di bambini da 0-4 anni hanno notato dei cambiamenti nei comportamenti dei propri figli. Molti (il 72,7%) hanno notato il maggior bisogno di vicinanza al genitore, (il 50,8%) esplosioni di rabbia o maggiore irritabilità. La perdita di abitudini, e la difficoltà ad addormentarsi o maggiori risvegli durante la notte. Difficoltà anche nel rispettare i nuovi ritmi quotidiani della famiglia, con aumento di paure e regressioni di alcuni comportamenti. Il 42% degli occupati ha lavorato in smart working e il 35% nella sede abituale. Quasi l’11% si trovava in cassa integrazione. Trento si affida ad un questionario per capire il Covid-19
Credits: PxHere e Provincia Trento

