Il sistema olandese The Ocean Clean-up ha fatto il suo dovere
Un percorso faticoso quello della Ocean Clean-Up una struttura flottante in grado di collezionare la plastica dispersa negli oceani. Dopo tanti mesi di ricerche, fallimenti e ristrutturazioni, finalmente il successo. Il tubo galleggiante che funziona da spazzola e pettina il mare è tornato a riva, ed ha portato con sé tanto materiale. Ancora poco rispetto a tutta la plastica rilasciata ma sicuramente una speranza per il futuro. Torna a terra la plastica ripescata nel pacifico
60 metri cubi
Questo è l’ammontare delle plastiche e microplastiche che ha riportato a terra. Ora lo step successivo sarà riuscire a riutilizzarle. Tradurle in prodotti riciclabili che possano avere una seconda vita e che a loro volta non vengano rilasciati negli oceani. Oggetti o capi d’abbigliamento sostenibili che comincino l’inversione di tendenza, e garantiscano una possibilità di ricominciare, senza immettere altra plastica nel circuito commerciale. In modo da poter sostenere finanziariamente le prossime missioni di ripulitura.
Una “terra di nessuno”
Nelle acque internazionali non c’è nessuna nazione che abbia convenienza ad intervenire. L’oceano pacifico resta una “terra di nessuno” per la quale servono risorse finanziare per continuare l’azione di svuotamento da plastica. Riuscire a rendere appetibili le plastiche recuperate è la sola possibilità per garantire il successo delle operazioni. L’attenzione da parte di alcune grandi aziende c’è, hanno già iniziato progetti che possono avere un certo successo commerciale. Se funzionasse potrebbe innescare una “moda” molto positiva e sostenibile.
Un paio di esempi
Per entrare nello specifico c’è un nuovo progetto di Adidas che metterà in commercio alcune calzature ottenute da materiali riciclati. Le tomaie sono proprio realizzate intessendo le plastiche ripescate dagli oceani. Anche Patagonia il celebre marchio che ha da sempre grande attenzione al benessere green del pianeta realizzerà una giacca. Anche questa è sulla base dei materiali recuperati ed ha una buona possibilità di diventare un must, proprio per la solidità del messaggio. Patagonia vanta un grande seguito per ognuno dei suoi progetti ed è per questo uno dei brand più amati dai giovani.
Operazione riciclo iniziata
Il gruppo olandese sta selezionando le plastiche e microplastiche recuperate e conta di riuscire a lanciare i primi prodotti dal settembre del prossimo anno. Chi vuole garantirsi uno dei primi pezzi e vuole finanziare il progetto può iscriversi alla piattaforma di crowfunding e versare 50 dollari. Si sta pensando ad una etichetta che potrebbe essere utilizzata da tutte le aziende interessate che riporti la scritta plastica oceanica. Un ulteriore messaggio di attenzione che ogni creatore di moda potrebbe utilizzare.
Un update del sistema di raccolta
Il sistema che è tornato a terra verrà ancora migliorato e reso più grande. Consentirà di poter restare in acqua per mesi senza bisogno di assistenza. La prima versione aveva bisogno di venire svuotata ogni settimana da addetti che dovevano raggiungerla in barca. Ovviamente ogni viaggio ha consistenti costi e rilascia anidride carbonica. L’obiettivo è veramente molto alto, ripulire tutto il Garbage Patch del Pacifico in soli 5 anni. Sarebbe un successo formidabile. Torna a terra la plastica ripescata nel pacifico
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