Enogastronomia, Eventi

La festa del Ringraziamento compie 400 anni

Conosciamo solo alcuni aspetti della festa che celebra gli esordi della colonizzazione.

Gli storici cercano di ricomporre tutti gli elementi che hanno portato alla celebrazione del Thanksgiving. Era l’autunno del 1621 e quell’anno gli europei fuggiti dall’Inghilterra in cerca di fortuna e libertà religiosa nel Nuovo Mondo, avevano avuto un ottimo raccolto. Non è chiaro se invitarono i loro vicini, i nativi Wampanoag, o se li incontrarono mentre erano a caccia. Fatto sta che decisero di riunirsi e rinsaldare i rapporti. Entrambi le comunità erano in grave crisi e a rischio di scomparire. Un’alleanza di mutuo soccorso, poteva aiutare in caso di attacchi di altre tribù di nativi. La festa del Ringraziamento compie 400 anni

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Tre giorni per conoscersi

La festa divenne il modo per conoscersi e costruire un’alleanza che potesse aiutare a vicenda in caso di bisogno. Gli europei, arrivati per errore sulle coste americane nell’area di Plymouth, a causa di tempeste, erano parte di una congrega religiosa integralista. Si definivano “i santi” e la denominazione di “Pellegrini” divenne popolare solo due secoli dopo. Erano una comunità sparuta che non aveva conoscenze sanitarie, e stava soccombendo di fronte alle malattie. La stessa cosa accadde anche ai nativi Wampanoag, colpiti dalle malattie portate dagli europei come il morbillo e la rosolia.

Un solo interprete

Un nativo venne catturato e reso schiavo, nel 1616 e portato in Inghilterra. Li imparò l’inglese e fu l’unico in grado di fare da interprete a quella tre giorni di picnic politico. L’interprete si chiamava Squanto (vero nome Tisquantum). Quando poté rientrare in America, trovò una situazione orribile. I villaggi erano deserti, la sua gente era morta al 90%, la tribù era debolissima a causa di quello che venne definita la “Grande Morte”. Erano in balia delle aggressioni di altri nativi delle tribù Narragansett, quindi un’alleanza coi coloni era auspicabile.

La festa del Ringraziamento compie 400 anni

Un capo, 90 nativi e 5 cervi

Il picnic venne organizzato con i prodotti coltivati dai coloni, e 5 cervi che vennero donati dai nativi. Il capo tribù Massasoit, o Ousamequin, partecipò all’evento per dare importanza al trattato di reciproca difesa. Non c’è alcuna menzione nei documenti che riguardano quella tre giorni ai tacchini, che ora rappresentano il simbolo della tavola del Ringraziamento. Anche la parola Thanksgiving non viene citata, apparve solo dopo molti anni.  La tavolata che avrebbe scatenato la fine ingloriosa dei nativi, diventò un momento positivo, per gli aggressivi europei, solo in un secondo tempo. Anche la ricorrenza annuale è una mistificazione, l’evento accadde una sola volta nell’autunno del 1621.

Per i nativi è un giorno nero

La festa così amata dagli americani, per i pellerossa nativi è la Giornata Nazionale del Lutto. È il giorno in cui la loro cultura cominciò a scomparire. Il giorno in cui venne lasciata mano libera ai colonizzatori per installarsi nelle loro terre. Quel trattato, (firmato la primavera precedente) fu l’inizio della fine della loro libertà. Arrivarono vessazioni, furono costretti ad abbandonare le loro terre, vennero traditi da trattati disattesi e confinati in riserve. Arrivò il cristianesimo, il genocidio culturale, la schiavitù. Tuttora i nativi sono prigionieri in casa loro, le loro comunità sono tra le più derelitte, con problemi di lavoro, alcoolismo e depressione.

Una riunione colorata di rosa

La celebrazione attuale si basa su un concetto di allegra riunione familiare, ma probabilmente sarebbe corretto ridimensionare la cosa. È una sorta di mitologia, colorata di rosa, in effetti era solo una festa di raccolto. La buona stella de “i santi” fu di sbarcare nelle terre dove viveva una tribù non aggressiva e pacifica. Altrimenti oggi non sentiremmo parlare di zucche, mais e tacchini, a fine novembre. Tutte le rappresentazioni sono al maschile. Non ci sono note che dimostrino la presenza di donne, né tra gli inglesi, noti per disprezzare le donne, né tra i nativi. Ma i nativi venivano da due giorni di faticoso viaggio a piedi, mentre i coloni risiedevano lì. Probabile che fossero presenti anche donne e bambini. Il momento di riunione per un enorme pranzo, tutti assieme, è molto bello, ma è anche il simbolo di quanta sofferenza ha portato ai nativi. Merita una riflessione supplementare, ci sono anche altri punti di vista per raccontare la storia. La festa del Ringraziamento compie 400 anni

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Credits: Pixabay

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Thanksgiving e le sue zucche

Un frutto povero ma molto amato che è diffuso in tutto il mondo e con molti usi

Si avvicina Thanksgiving, e le zucche si prendono la vetrina delle preparazioni culinarie, assieme ai tacchini. Le zucche sono molto amate, e in autunno-inverno, hanno la loro stagione più intensa. Sono moltissime le varietà, alcune in Europa non sono molto note o coltivate. Vengono privilegiate le zucche più polpose e ricche, per le preparazioni alimentari, ma qualcuno coltiva anche quelle decorative. Hanno dimensioni, forme e pesi molto diversi. Si va dalla celebre jack-o-lantern, la zucca quasi senza polpa e voluminosa, che viene intagliata come simbolo di Halloween alle butternut. Passando per la marina, la mantovana, la delica, la beretta, la violina, la lunga di Napoli, la trombettaThanksgiving e le sue zucche

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