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DNA raccolto in acqua e aria

Un problema etico importante, nessun limite alla rintracciabilità personale?

Dopo le innumerevoli polemiche relative alle strutture per il riconoscimento facciale, arriva un’altra notizia inquietante. Anche il nostro DNA può essere rintracciato e riconosciuto dalle microscopiche tracce che rilasciamo in aria e acqua. Saliva, sudore o la semplice desquamazione della nostra cute sono mezzi che possono essere utilizzati a discapito della nostra privacy. DNA raccolto in acqua e aria

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Etologi indagatori

Un gruppo di etologi che stava studiando malattie di alcuni animali in difficoltà, ha scoperto che era semplice raccogliere dati relativi a queste specie, nel loro habitat. Hanno potuto riconoscere le problematiche legate alla loro salute, le loro mutazioni genetiche, la provenienza ed altre informazioni. Il progetto ha una valenza molto positiva, studiare la fauna senza entrare direttamente a contatto invadendo il loro territorio e le loro abitudini.

Eticamente discutibile

Però ha sollevato un importante problema etico. Se questo metodo fosse applicato anche agli umani, sarebbe possibile evitare che la loro privacy fosse violata? Hanno svolto una ricerca in acque marine, in acque di fiumi e spiagge sabbiose. In tutte le rilevazioni hanno trovato DNA umano e lo hanno potuto utilizzare per scansionarlo e trovare informazioni. Molte, troppe informazioni, comprese quelle sanitarie, le più intime e riservate.

DNA raccolto in acqua e aria

Troppe informazioni a disposizione

Un dato ha spaventato i ricercatori, aver individuato tra quei DNA, una malattia che potrebbe rivelarsi letale. Una informazione che potrebbe salvare la vita a chi ne venisse in possesso dell’interessato, ma anche una notizia troppo privata per essere diffusa. La massa di notizie si è rivelata molto più ampia di quanto immaginato, ed ha suscitato timori di un uso improprio. Ed è proprio questo il limite. Fin dove possiamo spingere la nostra ansia di conoscenza, anche scientifica, a scapito della sicurezza personale.

Tracciato DNA anche solo nell’aria

L’esperimento è stato ripetuto più volte, in aree diverse. In un caso i dati sono stati raggiunti semplicemente scansionando l’aria di una clinica per tartarughe. Anche in quel caso è stato possibile rintracciare tracce di DNA, che sono state raccolte anche se erano solo nell’aria. L’esperimento, ripetuto anche in Europa, sulle sponde di un torrente irlandese, ha dato gli stessi esiti. Le tracce sono state rinvenute per tutta la lunghezza del fiumiciattolo, tranne nel tratto della sorgente. Solamente su un isolotto disabitato non sono state trovati segmenti di DNA sufficienti per le rilevazioni.

Materiale troppo delicato

I dati ottenuti sono materiale delicato che qualcuno potrebbe utilizzare in modo disdicevole. Conoscere in anticipo le possibilità che una persona possa sviluppare malattie e disabilità è un grave condizionamento nel mondo del lavoro. Potrebbe causare una selezione preventiva, contraria a qualsiasi principio etico e morale. Sperare che nessuno agisca in quel senso, forse è troppo da ingenui. Ci sono tutti i motivi per essere preoccupati.

Cinesi all’avanguardia nel controllo

In Cina sono già state svolte ricerche genetiche sulle minoranze etniche e religiose come Uiguri e Tibetani. Per noi europei sarebbero già delle pesanti violazioni dei diritti civili. Ma in Cina non si fanno scrupoli e stanno cercando, del resto, di imporre il loro sistema di controllo facciale in tutto il mondo. Serve una moralizzazione che impedisca una ennesima invasione della privacy, ma questo è delegato alla politica. DNA raccolto in acqua e aria

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Credits:Pixabay