Eventi, Viaggi

Gli artisti iraniani colorano le fontane di rosso sangue

Una forma di protesta che cerca di sensibilizzare la popolazione e sfidare il potere.

Non è una forma di protesta completamente inedita, quella di far sgorgare acque colorate di sangue in fontane e vasche. Già era accaduto per i soldati caduti nella guerra Iran-Iraq con una fonte multi-piano, situata nel cimitero di Behesth-e Zahra, che faceva sgorgare acqua rosso sangue. Quel che colpisce nelle manifestazioni attuali è che sono apparse in diversi luoghi della città di Teheran. Gli artisti iraniani colorano le fontane di rosso sangue

Leggi tutto: Gli artisti iraniani colorano le fontane di rosso sangue

Proteste per le repressioni

Sono una forma di protesta contro le repressioni della cosiddetta “polizia morale” che ha assassinato Masha Amini. La 22enne che protestava per gli abusi e che è morta a causa delle percosse di questa presunta polizia, veri aguzzini scatenati contro le donne e gli studenti. La protesta viene soffocata nel sangue, ma non ferma le manifestazioni che mettono a rischio il palazzo.

Vasche rosse

Alcune fontane e vasche, collocate in spazi aperti e molto frequentati dai cittadini di Teheran, si sono trasformate in vasche rosso sangue. La polizia non ha potuto rintracciare gli artisti che lo hanno fatto, e si sono limitati a svuotarle. La protesta ha generato anche un hashtag che suona come “Affonda nel sangue Teheran”. In un regime tanto violento, una protesta relativamente semplice, come questa della colorazione rossa, è molto audace. Se individuati gli artisti possono venire incarcerati, con tutte le conseguenze che immaginiamo

Gli artisti iraniani colorano le fontane di rosso sangue

Oltre 200 vittime

Sono almeno 200 le vittime delle manifestazioni, la polizia interviene con veri e propri squadroni della morte. Forze armate in borghese ma incappucciate per non essere riconoscibili, come testimoniato da alcuni video disponibili in rete. In Iran tutto è censurato in modo duro, comprese le arti. Anche l’accesso ad internet è assai limitato, Whatsapp e Instagram sono bloccati, per questo le notizie filtrano con difficoltà. Ogni tentativo di protestare viene bloccato. Anche la minima trasgressione viene punita e i manifestanti vengono malmenati o arrestati.

Ma la protesta continua

La protesta continua e si fortifica dell’azione delle donne che sono diventate un simbolo infermabile. La manifestazione di supporto per la morte di Amini, con il taglio di una ciocca di capelli, sta creando più problemi di quanto previsto a Khamenei. Il suo regime barcolla sotto i colpi di una popolazione di giovani che non vuole sottostare ai suoi dictat. Gli esempi di lotta, rumorosa o silenziosa si moltiplicano. Recentemente in un parco della città sono stati appesi dei cappi rossi ai rami degli alberi. Manifesti anonimi che invitano a continuare la lotta, sono apparsi sui muri.

Una gioventù infelice

Secondo i dati di Iran Human Rights i giovani infelici e scontenti sono la stragrande maggioranza. L’età media della popolazione iraniana è molto bassa, perciò il futuro sembra segnato. Le cose dovranno cambiare. Saprà Khamenei accorgersi di essere seduto su un vulcano e concederà qualcosa, o proseguirà nel tentativo di nascondere i problemi? Gli artisti hanno dato il la con queste manifestazioni “colorate di rosso”, la speranza è che il messaggio arrivi forte e chiaro. Gli artisti iraniani colorano le fontane di rosso sangue

Gli artisti iraniani colorano le fontane di rosso sangue

Credits: Pixabay

Benessere, Eventi

Il corpo della protesta

NOBODY NOBODY NOBODY It’s ok not to be ok una esperienza collettiva

Oltre il 22% degli studenti in Italia dichiara di essere stato vittima di bullismo. Più del 16% ammette di aver preso parte attivamente a episodi di violenza verso un compagno o compagna. Sulla base di questi dati si muove il progetto “NOBODY NOBODY NOBODY. It’s ok not to be ok. Collective experience”.  Coadiuvato dalla sociologa Mariella Popolla, il coreografo Daniele Ninarello guida ragazzi e ragazze dei licei Da Vinci, Rosmini e Bonporti di Trento.  Il corpo della protesta

Continua a leggere →