Abitare, Benessere

Le piante strillano se in pericolo

Se maltrattiamo una pianta o cerchiamo di tagliarla manda avvisi sonori.

Trattate bene le piante se non volete farle strillare. Se non date loro da bere al momento giusto o cercate di strappare un ramo loro piangeranno ed emetteranno suoni. Useranno frequenze in gamme che non sono utilizzabili per il nostro udito, ma altre piante o animali le udiranno. La leggenda del pollice verde forse si spiega così. Le piante trattate bene in qualche modo comunicano alle altre “qui si vive bene” quelle trattate male diranno “qui è un postaccio per noi”. Le piante strillano se in pericolo

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Urla rivolte anche agli animali

Noi umani non possiamo sentirle, ma probabilmente gli animali riescono ad avvertire quei suoni a 3-5 metri di distanza. Forse non sono grida di soccorso o di paura, potrebbero essere rumori di crescita o essere provocati dal vento, ma le piante quando sono stressate emettono rumori. Gli scienziati hanno volutamente trascurato e maltrattato piante di tabacco e pomodoro e le hanno microfonate. I sensori acustici, posti a una decina di centimetri dalle piante, hanno registrato i messaggi che le piante emettevano. Utilizzavano messaggi sonori diversi, a seconda del tipo di stress, quindi le piante sanno comunicare. Sanno differenziare i messaggi che vogliono mandare all’esterno.

Le piante strillano se in pericolo

Emettono rumori tutte

Tutte le piante emettono rumori, ma mentre le piante sane lo fanno circa una volta l’ora, le piante danneggiate o inaridite lo facevano tra 25 e 35 volte ogni ora. Sono dei piccoli clic e pop, non sono melodie o canti, assomigliano più ai suoni degli imballaggi pluriball quando ie facciano scoppiare. Probabilmente utilizzano le bolle d’aria intrappolate nella linfa per ottenere questi suoni. Questi segnali sonori se fossero captati dagli agricoltori potrebbero indirizzarli a regolare l’irrigazione, un elemento indispensabile nell’agricoltura moderna.

La scarsità di piogge

La scarsità delle precipitazioni rende necessario un uso sempre più personalizzato ed accorto delle risorse idriche. Ogni pianta potrebbe se riuscissimo a codificare i suoi messaggi acustici, ottenere il giusto fabbisogno, evitando sprechi. Un modo consapevole e sostenibile per un’agricoltura attenta al territorio e alle risorse disponibili. Risparmiare acqua per destinarla ad altri usi sempre più precisi è una sfida per modernizzare la produzione agricola e migliorare i consumi. Le piante strillano se in pericolo

Le piante strillano se in pericolo

Credits: Pixabay

Abitare, Benessere, Enogastronomia

Un liquore particolarmente etico

Lo Chartreuse fanno solo i monaci francesi e a loro non interessa produrne altro

Proviamo a metterla così. Possedete un brevetto unico al mondo. Tutti chiedono il vostro prodotto e sono disposti a strapagarvi, se lo producete. Ma a voi non frega niente di guadagnare di più e mantenete lo stesso livello produttivo. Esistono due opzioni, o siete dei pazzi matricolati che soffrono di masochismo, o siete dei frati certosini dai principi etici. Un liquore particolarmente etico

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Seconda opzione

In questo caso parliamo della seconda opzione. I frati certosini che hanno la loro sede sulle Alpi francesi posseggono una ricetta esclusiva che custodiscono preziosamente. Per produrre lo Chartreuse servono 130 erbe selezionate, spezie, fiori e tanta pazienza. La lavorazione dura un anno intero e la produzione è contingentata. Pensate sia un vezzo perché loro hanno fatto voto di non curarsi del denaro e dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione? Non è così

Mantenere i conventi

Il denaro ricavato dalla vendita del liquore serve a mantenere i conventi, i monaci ed a sostenere azioni di volontariato e assistenza. Perciò il denaro sarebbe graditissimo e utile ma c’è una questione etica di fondo. I monaci sono molto preoccupati che la raccolta delle erbe e fiori possa arrecare danni ambientali. Non vogliono che la produzione del liquore possa intaccare l’equilibrio ambientale.

Un cocktail riproposto

La richiesta è incrementata dopo che un cocktail sta avendo un grande successo. È la riproposizione del Last World, che è molto richiesto, ma la difficoltà di reperimento del liquore dei monaci sta creando imbarazzo. Recentemente i frati hanno inviato una mail ai fornitori, chiarendo che anche se la richiesta è molto forte non intendono aumentare la disponibilità del loro liquore verdognolo. I grossisti si sono messi le mani nei capelli, perché la domanda è tale che chiunque farebbe carte false pur di produrne di più. Ma i monaci sono irremovibili.

Un liquore particolarmente etico.

Compiti religiosi in primis

Non c’interessa guadagnare di più e ci distoglierebbe da quelli che sono i nostri compiti religiosi, quelli per cui siamo entrati in convento. Non c’interessano viaggi di lusso e comodità, preferiamo una vita spartana dedicata alle preghiere e alla meditazione solitaria. Teniamo più a mantenere intatto l’habitat che ci fornisce le erbe necessarie. Produciamo già un milione di bottiglie l’anno e non vogliamo superare quella soglia.

40 tonnellate di materie prime

Preleviamo 40 tonnellate di materiale e non vogliamo danneggiare il pianeta solo perché qualcuno pensa che dovremmo farlo ed avere maggiore disponibilità del liquore. A noi interessa maggiormente l’equilibrio della vita monastica, produrre maggiormente ci distoglierebbe dalle preghiere e dovremmo farci aiutare da personale esterno. Le nostre pianificazioni non riguardano il presente, ma le attività che si svolgeranno tra secoli. Amiamo le piante, le erbe e i fiori che raccogliamo vogliamo che possano essere a disposizione anche di chi verrà dopo di noi. Un liquore particolarmente etico.

Credits: Ralf-Roletschek, Pixabay

Abitare, Benessere

Confrontare piante attuali e antiche per scoprire i cambiamenti

Il riscaldamento globale colpisce anche le piante. Anche se la primavera è in grande ritardo non illudiamoci, il caldo arriverà

Il cambiamento climatico sta influenzando non solo gli umani. Anche le piante mostrano sofferenze in modi diversi. In che luogo possono vivere, quando fiorire, e che tipo di forma possono dare alle loro foglie. Le gelate tardive di aprile hanno reso un pessimo servizio a molte colture. Negli Usa studiando le piante viventi e quelle precedenti si possono vedere come le piante si sono adattate alle fluttuazioni ambientali nel corso dell’ultimo secolo. Per avere un supporto tecnico utilizzano i 5 milioni di esemplari di piante conservate nell’Erbario Nazionale degli Stati Uniti. Raccolte in aree e tempi diversi, fotografano i diversi stadi delle evoluzioni delle specie vegetali. Confrontare piante attuali e antiche per scoprire i cambiamenti

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Un rumore che piaccia alle piante

Le auto elettriche presto dovranno emettere un suono mentre sono in moto, la sfida è renderlo piacevole alla vegetazione

Un suono che possa avvisare i pedoni o i ciclisti della presenza delle auto per evitare incidenti ma che non sia molesto. Anzi un suono che possa essere gradito alla fauna e alle piante e le aiuti a crescere meglio. Una proposta folle? Forse, sicuramente ci sono molto nuovi studi sull’impatto sonoro delle installazioni umane. Mentre si studiano gli impatti di altre fonti si cercano soluzioni eco-compatibili anche per le auto elettriche. Un rumore che piaccia alle piante

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Saranno le piante ad illuminare le case

E’ un progetto realizzato da un chimico del MIT che unisce luminosità della lucciole e piante 

Illumineremo le nostre case con piante luminose che sfruttano le qualità delle lucciole impiantate nel crescione acquatico. Sembra follia ma il progetto esiste da alcuni anni ed ha solo bisogno di essere migliorato. Se volete vedere questo piccolo “Miracolo luminoso” dovete recarvi a visitare la triennale del design Cooper Hewitt a New york. Saranno le piante ad illuminare le case.

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