I nostri residui idrici finiscono nei corsi d’acqua e trasformano i pesci in addicted come gli umani
È un’’inquinamento subdolo quello legato alle sostanze che assumiamo ma che non lascia indifferente i fruitori finali. I pesci assumono le stesse sostanze e reagiscono come tossicodipendenti in astinenza. Per essere certi che questo accadesse veramente un gruppo di ricercatori ha immesso delle trote in una vasca dov’erano presenti metanfetamine. Queste droghe sono in costante aumento in moltissimi paesi, ricchi o poveri che siano. Il loro consumo ha toccato nuovi apici durante la pandemia. Le acque reflue hanno mostrato evidenti presenze di tracce di metanfetamine in quasi tutti i corsi d’acqua. Il risultato del test, come ovvio, è stato di creare una dipendenza anche nelle trote. Pesci drogati dai nostri resti di metanfetamine
Resti ineliminabili
Le metanfetamine non vengono assorbite completamente dai corpi umani. I resti vengono espulsi attraverso urina e feci. I sistemi di filtraggio dei rifiuti non sono attrezzati per filtrare i loro resti, perciò le metanfetamine vengono rilasciate e raggiungono i corsi d’acqua. Dovunque ci sia un massiccio uso di droghe, l’inquinamento da metanfetamina delle acque dolci è rilevante. Ricordiamo che molte delle acque dolci vengono prelevate anche per i servizi idrici dei nostri acquedotti, quindi rientrano nuovamente in circolo. Anche in questo caso la purificazione delle acque filtra moltissimi elementi, man non il 100% delle sostanze
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