Scuole di pensiero molto divergenti sulla robotica e l’intelligenza artificiale
Quanto vogliamo che siano simili agli umani i robot? È una questione che ha affascinato gli appassionati di fantascienza per decenni. Sulla possibilità che i robot possano assimilarsi sempre più e mescolarsi agli umani sono nate serie cinematografiche e televisive. I cyborg completamente simili a noi sono ancora lontani ma le cose stanno mutando velocemente. Forse presto potremo toccare i robot ed avere le stesse preziose sensazioni che abbiamo stringendo le mani o accarezzando le guance di qualcuno. Robot sempre più simili agli umani
Leggi tutto: Robot sempre più simili agli umaniIl limite era la pelle
Il limite insuperabile sinora era la pelle, ancora troppo diversa da quella umana, anche se il silicone ha permesso di fare cose fantastiche. Il silicone consente di piegarsi e allungarsi, ma lo fa in modo differente dalla nostra epidermide. Ora un nuovo passaggio sta modificando anche questa difficoltà. Un team di ricercatori giapponesi ha ricoperto un dito cyborg di pelle cresciuta da cellule umane. Si comporta esattamente come la nostra pelle, al tatto sembra decisamente umana. Si piega in modo armonico e se viene tagliata o abrasa può guarire.
Ricoprire un intero corpo
Ricoprire un intero corpo non sarà un processo semplice, ma col tempo sarà possibile realizzare un cyborg che potrà mescolarsi agli umani. Non sarà riconoscibile se non a distanza molto ravvicinata e forse nemmeno al contatto. Ciò che sino a poco tempo fa sembrava impossibile e degno solo di una serie manga o di sci-fi, ora è quasi completato. Il processo per produrre questa pelle quasi-umana è durato diverse settimane ed è frutto di diverse sovrapposizioni.

Riparabile
È una pelle che si può riparare, basta applicare uno strato di collagene che è già presente nella pelle artificiale e si connette completamente allo strato esistente. Sfrutta le conoscenze nel campo delle ustioni per rimarginare le eventuali ferite. Sono state utilizzate anche tecniche che provengono dalla carne coltivata e dalla medicina rigenerativa utilizzata negli interventi plastici. Sino alla creazione di fogli di pelle umana vivente, che possono essere tagliati a seconda delle esigenze e delle forme del corpo.
Pelle stampabile
Stanno lavorando ad un tipo di pelle stampabile che incorpora sensori in grado di rilevare temperatura e pressione. Una epidermide che reagisce al contatto ed all’esposizione al calore, sempre più simile a quella vera. Resta da superare il limite di riuscire a stampare questa pelle velocemente ed in grande quantità. Al momento la pelle è abbastanza delicata e deve essere “accudita” per sopravvivere. Sarà necessario fornirle il giusto apporto di nutrienti e questo comporta lo sviluppo di un sistema vascolare. Dovranno imitare vasi sanguigni e le ghiandole che permettono alla pelle di sudare e non seccarsi.

Sensibilità al tatto
Un aspetto importantissimo è quello dell’interazione con le funzioni tattili. Se vogliamo che siano i nostri compagni nella vita, i nostri caregiver, dovranno essere in grado di essere forti ma anche molto gentili. Dovranno aiutarci a sollevarci dal letto o dalla vasca e riuscire a raccogliere un foglio di carta. Il lavoro è ancora lungo ma ogni giorno un passo nella direzione giusta viene svolto.
Quanto li vogliamo umani?
Resta la domanda di fondo: quanto li vogliamo umani? Se sono solo operatori-lavoratori-uomini di fatica, in molti li preferiscono decisamente robot. Le persone anziane che li interpretano più come badanti, invece, li vorrebbero il più umani possibili. Potremo interagire con loro sempre più. Esistono già robot in grado di fornire indicazioni, di prendere le comande e servirci a tavola. Abilitati come receptionist d’hotel o come strumenti di compagnia. Ogni giorno il loro utilizzo entra in altre funzioni, siamo noi umani ad essere a volta restii ad interagire con loro. Timorosi che siano più bravi od intelligenti di noi. Ma forse presto non ce ne accorgeremo più. Robot sempre più simili agli umani
Credits: Pixabay