Abitare, Benessere

Eliminare vecchie cellule per vivere senza malattie

Riuscire a sbarazzarsi delle cellule più vecchie potrebbe garantirci un invecchiamento molto più sano

È il progetto a cui stanno lavorando alcuni scienziati che tentano di creare farmaci in grado di effettuare una selezione delle cellule. L’invecchiamento è spesso la cronicizzazione di molte malattie che da sole non sarebbero pericolose o in grado di limitarci. Soprattutto il cervello è spesso vittima delle degenerazioni cellulari, che accelerano l’invecchiamento. È un mercato enorme quello che si apre, le persone invecchiano sempre più, e arrivano a farlo con una salute migliore rispetto ai loro avi. Eliminare vecchie cellule per vivere senza malattie

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Obiettivo immortalità?

L’obiettivo non è l’immortalità, anche se a qualcuno piacerebbe, ma arrivare alle ultime stagioni in uno stato di salute migliore. Invece di allungare la vita, il target è allungare la salute, regalare porzioni di vita sempre più ampie, libere da malattie. Le cellule più vecchie, arrivate ad un certo punto smettono di dividersi, ma non muoiono e non vengono espulse. Il loro ruolo, purtroppo, è quello di diventare l’ambiente tossico in cui possono svilupparsi malattie e infiammazioni. Le cellule cosiddette “senescenti” sono state collegate ad osteoporosi, diabete, ictus e altri impicci in cui spesso c’imbattiamo da anziani

Alzheimer e artrosi

Alzheimer e artrosi sono due dei malanni che colpiscono più spesso le comunità di anziani. La ricerca è rivolta in questi campi, e si spera di ottenere risultati. Ma è decisamente troppo presto per parlare di effettiva terapia. L’eliminazione delle cellule anziane non è ancora stata testata in modo rilevante, perciò dovremo attendere per conoscerne il potenziale, che non è rivolto solo alle terze e quarte generazioni, ma anche ai giovani che abbiano avuto problemi. Trattare anche le lesioni traumatiche o i postumi delle chemioterapie, apre uno scenario nuovo e assai interessante.

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Riscontrate dopo circa 50 cicli

La senescenza delle cellule è stata notata dopo una cinquantina di cicli. Smettono di dividersi e assumono caratteristiche anomale. Gli scienziati hanno anche scoperto centinaia di geni che le cellule senescenti attivano. Lo fanno per arrestare il ciclo delle cellule, e bloccare i meccanismi naturali di autodistruzione. Le cellule senescenti non sono necessariamente un problema ma pare che restino in giro troppo a lungo. Il sistema immunitario negli anziani non riesce ad eliminarle tutte e la loro presenza può danneggiare i tessuti circostanti.

Come eliminare le cellule vecchie

Se le cellule troppo vecchie sono un problema, occorre trovare il metodo per rimuoverle. Da esperimenti di laboratorio effettuati su topi, l’eliminazione delle senescenti ha allungato la loro vita e l’ha resa più sana. Questo parziale successo ha destato l’attenzione di molte case farmaceutiche che hanno stanziato fondi per altre ricerche. La caccia ai farmaci in grado di eliminare le vecchie cellule ha preso molto vigore. Il prossimo passaggio sarà arrivare a test su pazienti umani. Molto interesse anche da parte delle aziende spaziali. In questo caso si tenta di evitare l’invecchiamento cellulare accelerato causato dall’esposizione prolungata alle radiazioni nello spazio.

Risultati ancora scarsi

Cresce l’eccitazione rispetto a queste ricerche, ma siamo ancora agli esordi. Qualche piccolo successo non consente di gridare al miracolo. Gli effetti collaterali sono una preoccupazione continua. Anche se il riferimento è su pazienti che hanno avuto necessità di cure intense. L’anti-senescenza non prevede trattamenti assidui per restare in salute. Trattamenti personalizzati, come vorrebbe la medicina del futuro, validi per soggetti che necessitano di medicinali giusti al momento giusto. Senza eccessi, per restare sani e agili, ed invecchiare dolcemente senza acciacchi debilitanti. Eliminare vecchie cellule per vivere senza malattie

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Cure mentali con funghi allucinogeni

Nello stato dell’Oregon i pazienti potranno usare funghi sotto il controllo dei supervisori

Gli specialisti gestiranno i viaggi allucinogeni dei pazienti con problemi di salute mentale. È la prima volta che accade, al momento al servizio saranno ammessi solo gli adulti. Il preparato è a base di psilocibina, una sostanza che si trova nei cosiddetti “funghi magici” e che faciliterà le esperienze allucinogene. I risultati ottenuti dalle sperimentazioni effettuate in precedenza, sono molto interessanti. I facilitatori certificati dallo stato guideranno i pazienti in viaggi allucinogeni, che possono aiutare a curare le condizioni di salute mentale. Cure mentali con funghi allucinogeni

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Molte soluzioni

Sono molte le situazioni di successo e di evoluzione positiva della cura per i problemi mentali e non solo, già riscontrati. La terapia ha avuto ottimi riscontri nel combattere le dipendenze da alcool e nel combattere le sindromi depressive. Non è ancora completamente chiaro in che modo la psilocibina intervenga, i medici ritengono che lavori sulle connessioni neurali. Il servizio è attivo dal 1° gennaio, ma ha ancora problemi strutturali per partire a pieno regime.

Coltivatori cercansi

Servono i coltivatori dei funghetti magici per poterli rendere disponibili. Coloro che vorranno attivarsi in quel senso, dovranno presentare domanda, per ottenere la licenza relativa. Dovranno dotarsi anche di laboratori che rispondano a precise esigenze. Inoltre mancano un numero sufficiente di facilitatori al consumo, che saranno formati nei prossimi mesi. Molti di loro sono soggetti già esperti del settore delle malattie mentali. Otterranno il loro permesso di esercitare come guida ai viaggi e potranno praticare.

Cure mentali con funghi allucinogeni

Accompagnatori di viaggio

I facilitatori dovranno accompagnare i pazienti attraverso le esperienze allucinogene. Sederanno con loro nella stessa stanza, e condivideranno un’esperienza molto intima ed intensa, cercando di guidarli attraverso gli stati di coscienza alterati. Le esperienze avranno durate variabili in rapporto alle sensibilità personali dei pazienti. Un “trip” allucinogeno può durare diverse ore, con molte variabili che intervengono a far mutare umore e sensazioni. A volte servirà anche un contatto umano, per questo serve una specializzazione ed una formazione ineccepibile.

Guidare con mano leggera

L’esperienza coi funghetti magici deve essere una guida molto leggera. Non sarò necessario dirigerla, ma sarà importante essere presenti in caso di necessità. L’uso di materiali allucinogeni è vincolato ad articoli di legge che ne limitano profondamente l’uso. Lo studio di questi materiali è iniziato alla fine degli anni 50 ed è proseguito nei ’60 mentre socialmente si sviluppavano beat generation e flower power. Recentemente le discipline legate alle malattie mentali hanno ripreso ad esplorare le esperienze con le sostanze cosiddette “illegali”. Il target è battere alcune dipendenze e la depressione, contro la quale ogni mezzo è permesso. Cure mentali con funghi allucinogeni

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Sempre più malattie si sviluppano in città e fattorie.

Sono gli animali selvatici a fare da vettori, ma è la conformazione del panorama urbano a condizionare questa diffusione

Le malattie portate dagli animali prosperano negli ambienti urbanizzati. Con ogni albero abbattuto, con ogni metro quadro di cemento e asfalto aggiunto, costruiamo un’autostrada attraverso la quale le malattie possono diffondersi. Quando modifichiamo le condizioni per la biodiversità abbreviamo il percorso per molte patologie. Sono animali molto comuni come ratti e volatili che si fanno carico di questo compito di vettori di malattie sconosciute. Sempre più malattie si sviluppano in città e fattorie

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Una diagnosi con la puzza del pesce marcio

Dopo il calo delle funzioni olfattive, che sono un sintomo dell’infezione da Covid-19, l’olfatto diventa importante anche per lo studio di chi ha subito lesioni cerebrali

Un biomarcatore della coscienza che viene stimolato dal fiuto e dal riconoscimento di certi odori. È questo che ha indirizzato un gruppo di neurobiologi del Weizmann Institute of Science ad un nuovo studio. Il test ha dimostrato che il corpo reagisce agli odori piacevoli o sgradevoli. Il modo in cui avvengono le reazioni a questi stimoli olfattivi indirizza le cure per il recupero dei pazienti che hanno subito danni cerebrali. Gli odori formano buona parte della nostra memoria, sono legati a situazioni positive e negative. Fissano momenti precisi in modo indelebile. Una diagnosi con la puzza del pesce marcio

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