Benessere, Enogastronomia, Marketing

C’è un futuro per il vino analcoolico?

Molti tentativi sviluppati nei secoli per produrre vino senz’alcool sono abortiti, ma la richiesta esiste

Può sembrare folle un vino senz’alcool visto che gli uomini coltivano la vite da quasi 10.000 anni, per le emozioni alcooliche. Ma in realtà c’è un mercato in crescita, anche per chi ama bere senza cercare nemmeno una minima ebbrezza. Ci han provato per secoli, per motivi religiosi e salutistici, ad eliminare l’alcool dalle bevande. Con efficacia assai relativa. Il clero cercava vino che non portassero all’etilismo le sue pecorelle, ma i parroci continuavano a dare il cattivo esempio consumando quello alcoolico durante la messa. La storia dell’enologia è piena di “vino del prete” “vino d’altare” e “vini santi”. Nati per essere consumati sull’altare ma spesso diventati un ottimo oggetto promozionale per i loro produttori. C’è un futuro per il vino analcoolico?

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Nuovi tentativi

È relativamente recente una nuova serie di tentativi, di produrre vini a tasso alcoolico azzerato. Oltre alla evidente molla morale del ridurre le cattive abitudini dei beoni, esistono consumatori che non possono bere per motivi salutistici. Tutti coloro che vengono invitati dai medici a cessare di bere, sono interessati a prodotti che almeno imitano il piacere del vino. Il “divide” al momento resta il sapore, assai difficile da imitare. Però le abitudini cambiano l’offerta, anche se ancora molto limitata di vini NA (Non Alcolici) aumenta. Segno che qualcuno è interessato. A spingere quel mercato c’è anche lo stigma nei confronti dell’alcolismo, ritenuto moralmente negativo anche se praticato con moderazione.

Generazione Z all’attacco

I dati dei consumi mostrano che la Generazione Z e i Millenials sono molto meno interessati all’alcool. Ne acquistano e ne degustano di meno. Sono diventati uno dei target dei produttori di NA. Togliere l’alcool può rivelarsi complesso, soprattutto perché nel processo vengono sottratte quasi tutte le sostanze volatili, che creano il bouquet. Diversi brevetti hanno dato vita a modi differenti di estrarre l’alcool. Alcuni complessi, altri abbastanza semplici, ma destinati quasi sempre a piccole comunità. Negli USA un dentista proibizionista (T.B.Welch) brevettò un sistema per produrre vino per gli altari, per le chiese metodiste. Dal suo metodo di non fermentazione, derivò in seguito l’industria dei succhi di frutta.

Un altro processo

Un altro processo, brevettato in Australia, rimuove le parti volatili dagli ingredienti. Utilizzato per molti tipi di prodotti, sia per esaltare o per eliminare le parti gassose è stato utilizzato anche nei processi di eliminazione dell’alcool dal vino. Ha dato vita a vini a bassa gradazione e successivamente a zero alcool. Un metodo che evita di far arrivare il vino all’ebollizione per eliminare il fattore alcoolico, e non rovina il gusto del vino. La tecnologia denominata BevZero, si è espansa anche sul seguito della diffusione della birra analcoolica, che ha fatto da traino.

C’è un futuro per il vino analcoolico

Solo vini dolci

I vini esistenti erano di sapore decisamente dolce, mosto d’uva che non soddisfaceva il gusto deli appassionati. Occorreva dare una svolta, anche perché nessuno dei consumatori pensava di bere veramente vino e questo creava una condizione sfavorevole. Per trovare il giusto blend sono stai necessari molti tentativi. Quando viene sottratto l’alcool il vino cambia, muta in modo molto percettibile, perché l’alcool è parte integrante del bouquet. Nella birra il processo è più semplice e il sapore cambia in modo molto minore, ma per mantenere il sapore nel vino è necessario aggiungere aromi.

NA in vendita

I negozi che vendono NA cominciano a diventare popolari negli USA, ma faticano molto in altri paesi. I vini hanno una rotazione vorticosa, le etichette cambiano ad un ritmo folle, nel tentativo di trovare le nuove “annate” migliori che soddisfino la clientela. È un’industria molto giovane con una turnazione che contraddice la cultura millenaria del vino. Da sopraffino nettare da invecchiare, si passa ad un prodotto “molto veloce”. Lo stesso vino NA non resta in vendita per più di 5 stagioni, e viene sostituito rapidamente da altri vini della stessa casa. Forse è scorretto pensare ad una unica categoria di prodotti, anche se sono venduti negli stessi negozi. Vino e vinoNA in realtà sono agli antipodi.

Packaging anomalo

I produttori hanno individuato questo discrimine, ed hanno scelto di utilizzare confezioni che si distinguano. Anziché puntare sul vetro, che è anche più costoso e difficile da trasportare, hanno puntato sulle lattine, anche nella versione sottile tipica degli energy drink. Popolari anche i minibrick. Alcuni ristoranti hanno introdotto una mini-lista di NA allegata ai loro menù, un altro segno che l’interesse è in aumento.  Esiste già un ricettario di piatti cucinati con i viniNA. L’opzione senz’alcool sembra più seguita ai fornelli che a tavola.

Meno bevitori

I sondaggi che vengono regolarmente svolti sul mercato del Beverage, segnano un rallentamento d’interesse verso i super-alcoolici. Oltre il 20% dichiara di aver ridotto il numero dei drink. Un ulteriore 35% dichiara che ha già deciso di bere meno. Questo costituisce una fascia di mercato molto interessante per i NA. Molte persone che potrebbero essere interessate a bere senz’alcool, per non farsi mancare il piacere della socialità, e del bicchiere condiviso senza rischi di sbronza. Il mercato non è ancora floridissimo, ma sembra destinato a raddoppiare i suoi numeri in pochi anni. Vedremo quale sarà l’evoluzione. C’è un futuro per il vino analcoolico?

C’è un futuro per il vino analcoolico
Eventi

La Montagna e il destino del pianeta

Eravamo presenti alla Conferenza Stampa di Trento dove è stato presentato il 70°FilmFestival, con una sorprendente e inattesa visione del futuro.

Una presentazione che ha regalato spunti di riflessione sulla montagna e su chi la vive. Visioni che ci hanno fatto allargare gli orizzonti, sul prossimo futuro del nostro pianeta. Sopravvivere e rilanciare, sembra il focus ideale per il 70°TrentoFilmFestival. Un Festival cinematografico arrivato alla 70° edizione e diventato, nel tempo, una tappa fondamentale. Eppure i temi sviluppati sembrerebbero molto circoscritti e codificati, la montagna come protagonista e chi la vive. Sembra incredibile aver raggiunto una simile longevità, riuscendo a migliorare ad ogni edizione la qualità proposta. Però la montagna ha molto da dare, da dire, e può farci riflettere sul modo in cui utilizzarla. La Montagna e il destino del pianeta

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70°Trento Film Festival un’edizione dedicata al futuro

Spalmato su oltre due mesi con film, eventi, ospiti, classici e un occhio al futuro riparte con una grande energia.

Il 70°Trento Film Festival, (29 aprile-8 maggio) segna il ritorno, senza limitazioni, al piacere di condividere pellicole di grande qualità, che parlano delle montagne e di chi le vive. Il Festival riprende tutti i suoi luoghi, con le sale e gli spazi che gli erano dedicati. Ricomincia con lo slancio di una ripartenza fortemente desiderata. Torna anche Montagna Libri in Piazza Fiera e ci saranno collaborazioni col Muse con T4Future. La città ritrova i suoi ritmi e la sua voglia di essere ben presente, con l’effervescenza che è stata negata per troppo tempo. 70°Trento Film Festival un’edizione dedicata al futuro

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Abitare, Benessere, Eventi

Il futuro osservato dai monti

Sabato 11 dicembre FBK e il Trento Film Festival celebrano insieme la Giornata internazionale della montagna 2021.

L’11 dicembre, in occasione della Giornata internazionale della montagna 2021, il Centro per le Scienze Religiose di FBK e il Trento Film Festival organizzano una serie di eventi. Sono dedicati ai grandi temi che la pandemia di Covid-19 ha portato al centro della discussione pubblica anche nelle terre alte. Fragilità, resilienza, solitudine, folla, libertà, salute, conflitti tra le generazioni, cura dell’ambiente. Il futuro osservato dai monti

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Abitare, Enogastronomia

Il cibo del futuro o il futuro del cibo

Il discorso sull’alimentazione umana nelle prossime decadi, si fa sempre più stringente e rilevante

L’approfondimento della situazione attuale e delle sue evoluzioni arriva anche in RAI. Con due documentari che cercano di fare chiarezza sul cibo del futuro o il futuro del cibo. Le opinioni di molti esperti verranno ascoltate e daranno uno spaccato della probabile alimentazione dei prossimi anni. Largo spazio a cibi non di origine animale, i vegetali saranno in pole position per evitare di sprecare troppe energie. Ogni allevamento animale consuma molto terreno, mangime ed acqua, risorse preziose che possono diminuire anche oltre il 50% se le coltivazioni sono di vegetali. Il cibo del futuro o il futuro del cibo

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Benessere, Enogastronomia

Chi ha paura del cibo del futuro?

Cosa spaventa di più i consumatori delle rivoluzioni alimentari prossime venture?

Un sondaggio mette in risalto che il consumatore medio è preoccupato rispetto al cibo del futuro. Sono attese rivoluzioni e cambiamenti che dovrebbero tutelare la sostenibilità del pianeta. Qualcuno s’è arreso al fascino dei B-movie di fantascienza degli anni ’60, ed immagina che a tavola arriveranno solo pillole. Sono una stretta minoranza, il cibo masticabile resta un must e pare che quasi nessuno voglia rinunciarvi. Il desiderio dei consumatori è che si riducano le porzioni ma che si alzi la qualità degli ingredienti. Chi ha paura del cibo del futuro?

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Eventi

Servono gli indovini per capire cosa accadrà in futuro

servono gli indovini per capire cosa accadrà in futuro

Nemmeno la miglior fattucchiera riesce a comprendere come evolverà il mercato nel post Covid. Ovviamente le aziende provano a comprenderlo.

Passano per le interpretazioni dei deboli segnali che arrivano in questi giorni, le scelte da fare in chiave economica. Dal comportamento dei consumatori dipenderà l’andamento delle vendite di questo o quel prodotto e relative ripartenze economiche. Tutti gli osservatori hanno attivato i loro radar per annusare l’aria, ed essere i primi a impostare le scelte strategiche. Eppure non è solo una questione di scelte decisionali, ma soprattutto di disponibilità economica. Servono gli indovini per capire cosa accadrà in futuro

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Enogastronomia

Cibi che vedremo domani o forse dopodomani

Una serie di prodotti che la catena americana Whole Food prevede di mettere a scaffala giù nel 2020 e che presto sbarcheranno anche qui

Whole Food ha una certa esperienza nel predire il successo di alcune linee di prodotto, per questo è interessante andare a scoprire cosa prevede. Già 5 anni fa aveva predetto che ci sarebbe stato un grande interesse verso i vegetali, e il biologico organico. La lista comprende dieci categorie di cibi che molto probabilmente saranno disponibili a scaffale già dal prossimo anno. Cibi che vedremo domani o forse dopodomani

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Eventi

Domani tutti in piazza con Greta Thunberg

Si conclude la settimana dedicata al futuro #weekforfuture che si è tenuta in contemporanea al summit sul clima di New York

L’Italia e molte altre nazioni hanno deciso di manifestare e scendere in piazza nell’ultimo giorno del #weekforfuture. La polemica sulle giustificazioni che il neo ministro all’Istruzione ha invitato ad accettare, non si è ancora spenta. Eppure un segno d’interesse verso una cultura green, ed uno stimolo a prendere nelle proprie mani la problematica del futuro, da parte dei giovani e giovanissimi, dovrebbe essere accolto con favore. Domani tutti in piazza con Greta Thunberg

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