Da un lato ci sono coloro che vogliono salvare il pianeta e lo fanno in modo etico, mentre dall’altro ci sono coloro che vogliono il guadagno immediato e se ne fregano del futuro del pianeta.
Forte malia ha fatto una scelta di campo, e si è schierata con chi ha a cuore il futuro, dando voce a tutto ciò che è eticamente corretto e denunciando ciò che danneggia.
Parliamo di proposte, innovazione, ricerca, divertimento, design, bellezza e lifestyle etici. Necessari per il nostro futuro, contro chi mette a rischio la possibilità di averlo, un futuro.
Lascia un poco sbigottiti ma è una tendenza in espansione, potrebbe arrivare tra pochi mesi.
Non è una novità assoluta. In realtà è dare corpo ad una tradizione molto antica proveniente dalle aree andine e centro americane dove si sono sviluppate civiltà millenarie. Luoghi dove il cacao è conosciuto da molti secoli. I funghi vengono studiati con sempre maggiore attenzione alla ricerca delle proprietà che ne hanno fatto la fortuna. Cioccolato e funghi un’esperienza in arrivo
Sono nate barrette a base di cacao e funghi dalle impreviste qualità nutraceurtiche che stanno conquistando il mercato statunitense. al momento sono in vendita in negozi specializzati, ma presto verranno offerti ovunque. Ciò che no era balzato agli occhi è che l’abbinamento ha reso ancora più funzionali le caratteristiche dei funghi.
Pre-colombiani i maggiori conoscitori
La storia pre-colombiana e meso-americana è ricca di esempi di mix dei due ingredienti. Venivano utilizzati soprattutto per ottenere l’effetto di entrare in un’altra dimensione o in contatti col divino o coi propri defunti. un rito di passaggio che solo gli eletti potevano compiere.
Sciamani al lavoro
Il lavoro degli sciamani era di collegamento tra i due mondi e queste capacità venivano sollecitate grazie ai funghi, più meno magici. Ma le barrette che sono in produzione ora non servono a visitare altre realtà, sono barrette salutiste che hanno dimostrato di creare benefici alla salute. Il cacao è un vasodilatatore e crea le condizioni per veicolare velocemente le sostanza contenute nei funghi, é il mezzo di trasporto ideale
Una soluzione ecologica e sostenibile?
Chi alleva funghi sa che possono crescere in spazi minimi, indoor, senza quasi consumi di terreni e con pochissima acqua. Una produzione che potrebbe rivelarsi interessante per una riduzione di impatto ambientale e consumi energetici. Sono anche assai veloci nel crescere. Potrebbero divenire utili per coltivazioni poco invasive e di alta resa.
Alcune aziende pronte
Sono già diverse le aziende che stanno mettendo in commercio le loro barrette, sia californiane che messicane ed utilizzano funghi già molto noti come il fungo della criniera di leone un tipo di fungo studiato per problemi neurologici. Altre aziende puntano su proprietà riconosciute e vantate di altri funghi. Stanno creando barrette e base di funghi giapponesi shiitake, ed una varietà avrebbe qualità antiaging. Presto ce ne saranno per ogni gusto ed esigenza, siete pronti a Cacao e Funghi? Cioccolato e funghi un’esperienza in arrivo
I Pomodori mandano in crisi l’India. L’oro rosso è quasi scomparso dalle tavole rovinando l’agricoltura del paese
Il cambiamento climatico rovina il lavoro di milioni di agricoltori e fa loro rischiare la bancarotta. Le piogge eccessive a cui sono seguite ondate di calore, hanno fatto marcire le piante di pomodoro e fatto salire i prezzi del 300% fino al 400%. Se in India la prima frase che vi sentite rivolgere non è “Namasté” o non riguarda il tempo, ma il prezzo dei pomodori, vuol dire che la crisi è enorme. Salta il governo per i pomodori
Tutta la catena alimentare, la ristorazione, i fast food, ma anche i privati sono in crisi. Solo le persone agiate possono permettersi di acquistare i pomodori, e queste solanacee sono alla base della cucina indiana. La carenza dell’ingrediente principale di molti piatti, è stata causata da due concomitanti pessime condizioni climatiche, troppe piogge e la crescita di funghi parassiti. I funghi hanno fatto marcire le bacche prima ancora che fossero pronte per essere raccolte e hanno reso i pomodori immangiabili.
Una crisi senza uscita
Le piogge monsoniche che di solito segnano anche la fine del periodo produttivo del pomodoro sono attese come molto ingenti ed in grado di accorciare anche la speranza di avere almeno un raccolto tardivo. I prezzi potrebbero salire ancora e i pomodori diventare costosi come gioielli. In molti ristoranti sono apparsi cartelli che avvisano che le preparazioni che prevedono pomodori tra gli ingredienti, sono state eliminate o sostituite da altri sapori.
Cresce la domanda
Cresce la domanda, e come sempre chi può ne approfitta per incrementare i propri business, lucrando sulla scarsità. La speranza è di poter di nuovo integrare l’oro rosso nei menù, ma i timori che i cambiamenti climatici complichino le cose sono molto elevati. A piogge intense, si alternano ondate di calore che seccano le foglie delle piante velocemente. Le piante s’indeboliscono e vengono attaccate dai funghi in un ciclo che si ripete e impedisce raccolti decenti.
Funghicidi costosi
Gli agricoltori hanno sottoposto a molti cicli di trattamenti le piante, e sono riusciti a fermare i funghi solo dopo aver perso le prime raccolte, solitamente le più cospicue. I raccolti sono stati ridotti di oltre il 50%, con costi altissimi per i prodotti chimici spruzzati. Le aziende più piccole sono in ginocchio ed in grave crisi debitoria. Rischiano di fallire e scomparire. Per eccesso di sfortuna, nella stagione primaverile, i pomodori erano venduti a prezzi così bassi che molti coltivatori evitavano di raccoglierli, o li gettavano in strada in segno di protesta.
A giugno la richiesta è salita
A giugno la carenza ha fatto lievitare i prezzi, ma gli agricoltori non avevano più nulla da vendere. Ovviamente i prezzi sono continuati a salire ed hanno coinvolti molti altri vegetali “necessari” alle ricette della cucina indiana, come peperoncino, cipolle e zenzero. Anch’essi hanno subito danni dalle pessime condizioni climatiche ma inferiori rispetto ai pomodori. Se fossero mancate anche le cipolle sarebbe scattata la rivolta.
Governo traballante
La crisi alimentare rischia di coinvolgere anche le forze politiche. Il malcontento sta lievitando, la rabbia contro l’impotenza del governo è molto grave, anche perché la crisi sembra che non potrà arrivare a soluzione prima di tre mesi. Un tempo relativamente breve, ma ci sono oltre un miliardo di cittadini da sfamare ogni giorno e la fame fa ribollire stomaci, vene e cervelli. Il pomodoro potrebbe rivelarsi molto infausto, per un governo che non trova rimedi alle richieste della piazza. Salta il governo per i pomodori
Ci sono batteri e funghi che riescono a distruggere le plastiche
Alcuni microbi, batteri e funghi hanno la capacità di aggredire e ridurre l’impatto delle plastiche. Riescono a farlo anche a temperature basse riducendo anche l’incidenza dei consumi energetici. Metodi che se applicati su larga scala potrebbero dare risultati importanti per ridurre l’inquinamento. Le plastiche sono ormai ovunque e le microplastiche sono nei nostri alimenti ed anche nel latte umano. Il problema è ancor più evidente ora che le spiagge si rianimano e dalla sabbia spuntano molti reperti plastici. Scoperti altri microbi mangia plastica
L’unica vera e definitiva soluzione sarebbe ridurre la produzione di plastica in tutto il mondo. Un discorso molto difficile da far comprendere, ad una industria che dipende ancora troppo dai materiali provenienti dagli idrocarburi. Se non possiamo convincere le aziende a non produrne più, possiamo tentare di fare un’azione che dissolva il presente.
Dalle Alpi alle Svalbard
I batteri ed i funghi che possono digerire le materie plastiche sono stati scoperti sulle Alpi e nelle Isole Svalbard. Non sarebbe niente di eccezionale a parte il fatto che riescono a svolgere le loro funzioni a freddo. Un processo molto diverso da quelli utilizzati sinora dove il calore è parte importante del procedimento.Solo una piccola parte delle plastiche prodotte sinora è stato riciclato, anche a causa dei costi per la trasformazione e lo smaltimento.
Riciclare non basta
I rituali metodi di riciclaggio non eliminano il problema, si limitano ad allontanarlo ed implicano l’uso di altra energia per lavarla, e trasformarla in altri prodotti. Il materiale che si ottiene dal riciclo spesso è di qualità inferiore rispetto al materiale di partenza. Il riciclo inoltre non consente, come nel vetro, un riciclo costante, la perdita di qualità ad ogni passaggio, porterà la plastica ad essere stoccata nelle discariche.
Digestione a freddo
Questi batteri scoperti in Groenlandia e sulle Alpi riescono a digerire le plastiche a temperature molto più basse. Riescono a farlo già a 10 gradi rispetto agli almeno 35 gradi necessari negli impianti attuali. Un enorme risparmio in termini energetici. Riescono ad aggredire molti tipi di plastiche ma non il polietilene, forse la più diffusa tra le plastiche. I ricercatori stanno concentrando la loro attenzione sulla scoperta di quali sono gli enzimi che vengono attivati, e quali sono i meccanismi che vengono utilizzati. Buon lavoro. Scoperti altri microbi mangia plastica
Non avviene la normale dissolvenza dei materiali legnosi
In natura nulla si disperde, quando un albero cade viene attaccato da funghi, batteri ed insetti fino alla sua completa dissoluzione. Gli elementi che compongono tronco foglie e corteccia, rientrano nel ciclo che nutre la foresta stessa. Ma questo non sta accadendo attorno alla ex centrale atomica. Le radiazioni sono ancora presenti e nessuna persona vive in quell’area. A Chernobyl le foreste sono anomale
Gli animali che vivono in quelle zone sono ancora fortemente radioattivi. In alcuni casi sono evidenti le differenze nei confronti degli esseri che non vivono vicino alle aree contaminate. Gli uccelli, ad esempio, hanno cervelli molto meno sviluppati, i cinghiali che provengono da lì hanno percentuali molto alte di radiazioni, anche dopo essersi allontanati. Alcuni di loro sono stati catturati in nazioni vicine come Polonia o Germania, e presentavano radioattività molta alta e pericolosa.
Spariti molti insetti
Non ci sono quasi più farfalle, api ,ragni, zanzare e molti altri insetti. Mancano all’appello anche i decompositori che contribuiscono a dissolvere in ambiente i materiali organici utili alla vita. Gli alberi restano a terra, dopo quasi 30 dall’evento, e restano interi. Il terreno è molto impoverito dalla mancanza di nutrienti e sul terreno si stanno accumulando troppi residui che potrebbero dare vita ad incendi.
Un incendio devastante
Potrebbero essere incendi devastanti, non solo per l’area coinvolta, ma per le conseguenze. Coi residui del fuoco le radiazioni potrebbero essere convogliate verso altre zone, estendendo nuovamente il pericolo di contaminazione. Una parte delle foreste sembra pietrificata, gli alberi crescono molto lentamente e quando muoiono restano a terra senza dissolversi. Normalmente, in un decennio, di un albero caduto non resta nulla, in questo caso i pini rossi restano intatti.
Collant per sperimentare
I dendrologi (studiosi degli alberi) hanno creato dei sacchetti con le calze collant per ospitare diverse tipologie di foglie. Li hanno sigillati e li hanno sparsi nelle aree contaminate. Dopo un anno molti dei sacchetti delle aree più contaminate non mostravano alterazioni, le foglie erano ancora intatte, segno che nessuno dei decompositori le aveva intaccate. Nelle aree più distanti dalla ex centrale e meno contaminate, i sacchetti erano quasi vuoti, segno che microbi, funghi e insetti, avevano svolto il loro lavoro.
Niente nutrienti
La mancanza di nutrienti era l’evidente segno della difficoltà delle foreste di crescere in modo corretto ed anche della permanenza a terra dei materiali caduti. Se nulla viene restituito al suolo l’intero ecosistema è a rischio. Gli studi continuano, per scoprire se col diminuire delle radiazioni, si riequilibreranno le condizioni vitali e le foreste torneranno ad avere un regolare ciclo. A Chernobyl le foreste sono anomale
Uno dei funghi più amati e ricercati nella ristorazione disponibile ad ogni stagione.
Le spugnole sono funghi decisamente stagionali, si trovano quasi esclusivamente in primavera. Pero sono molto gustose e i ristoratori le cercano per completare le loro ricette. Crescono soprattutto tra le foglie cadute di alberi cedui come olmi, frassini e meli. Ora è possibili averli a disposizione tutto l’anno grazie ad una coltura indoor. Spugnole tutto l’anno se vengono coltivate.
Viene dalla Danimarca la soluzione che è stata brevettata. Per farle crescere serve un poco di spazio al chiuso dove possano essere controllati alcuni parametri. Innanzitutto l’umidità e la corretta percentuale di anidride carbonica, oltre alle temperature. Ci sono anche altri ingredienti da aggiungere, probabilmente, perché il piccolo miracolo avvenga, ma non tutto è svelato. La produzione è di circa 10 chili per metro quadrato.
Condizioni ideali per ricreare l’habitat perfetto
La coltivazione in spazi definiti consente di avere raccolto per tutto l’anno. A differenza dei loro fratelli selvatici hanno anche ulteriori vantaggi. Sono puliti, non presentano parassiti e insetti oltre alle lumache che sono assai golose di spugnole e le attaccano. La spugnola ha un grosso pregio nell’ottimo gusto, ma ha un problema, la sua cappella rugosa e piena di cavità, raccoglie le impurità. Ne consegue che sarebbe necessario lavarli, ma a contatto con l’acqua perdono di qualità e consistenza. Sono anche particolarmente delicati per quanto riguarda l’esposizione al sole che li secca rapidamente.
Costi piuttosto bassi per produrli
Il costo di un impianto per farli crescere è relativamente basso, simile a quello degli impianti per produrre gli champignons o altri funghi bianchi. Il prezzo invece è molto rilevante. Le spugnole fresche vengono vendute attorno ai 100 euro al chilo, mentre quelle essiccate possono arrivare a 400 euro al chilo. Sono funghi relativamente piccoli, tra 8 e 12 cm di altezza e hanno una colorazione che varia su tutta la gamma dei marroni, dalla crema fino al cacao.
Anche l’erba è una variabile
I biologi danesi hanno sperimentato molte formule ed hanno trovato quelle più facili da coltivare. Preferiscono quelle dai colori scuri, che sembrano crescere molto bene al chiuso. Hanno anche scoperto che il terriccio in cui vengono coltivati, stimola la produzione di nuovi miceli se c’è la presenza di erba. L’hanno aggiunta nelle vasche dove svolgono la produzione ed i risultati sono stati molto soddisfacenti. I funghi sono difficili da coltivare al chiuso, ma il loro sistema funziona e rende. Spugnole tutto l’anno se vengono coltivate.
Tutto è cambiato da quando esiste ed evolverà in modi sorprendenti
È cominciato con una semplice chiamata “Hey Marty” la storia della telefonia mobile e portatile. Il primo cellulare il Motorola DynaTAC, ha trasformato il modo in cui comunichiamo e restiamo in contatto col resto del mondo. Una rivoluzione industriale che ha portato quasi alla scomparsa della telefonia collegata coi fili. Oggi ci sono molti più cellulari che persone sulla Terra, con una evidente cattiva distribuzione rispetto alle aree economiche. Ma questo è un problema di difficile soluzione. Il cellulare compie 50 anni
Per chi già c’era nel 1973 il cellulare era un vero oggetto fantascientifico. Era un oggetto di culto che compariva solo nei film di spionaggio, nascosto nelle scarpe o altrove. Per alcuni anni circolo il famoso mattone, il telefono con un corpo di quasi 1 chilo che veniva utilizzato nei film hollywoodiani, come simbolo di estremo potere. I telefoni per auto esistevano già ma dato il loro peso, circa 40 chili, non potevano essere considerati come cellulari. Dovevano essere installati nel bagagliaio delle vetture e collegati con fili a microfono e cuffia che erano nell’abitacolo. Per ottenere la licenza per montarli nelle vetture, occorreva avere buona reputazione, perciò erano molto limitati.
Mezzo secolo fa
Sembrano passati eoni, ed invece, era appena 50 anni fa. In realtà il cellulare aveva avuto dei precursori già durante le seconda guerra mondiale, ma il vero passo avanti avvenne con la nascita dei transistor, che fecero ridurre le dimensioni e potenziarono i segnali radio. Si passava dal mattone a qualcosa di trasportabile agevolmente, un oggetto tascabile. Anche i tempi di ricarica passavano da 10 ad un paio di ore soltanto. L’interesse crebbe e già nel 1990 gli utenti negli USA superarono il milione, nonostante il prezzo fosse proibitivo, era di 3.500 dollari nel 1983.
18 miliardi in 2 anni
Le proiezioni future parlano di 18 miliardi di dispositivi in uso nel 2025. Avremo a disposizione quasi due cellulari a testa, con le ovvie sperequazioni del caso. La fantascienza ha fornito molti suggerimenti agli ingegneri, in Motorola ammettono che l’dea del flip phone (ripiegabile) è arrivata dalle serie “Star Treck”. Sempre da un romanzo di fantascienza venne l’idea per un orologio-telefono, diventato poi i-phone. La letteratura fantastica è piena di idee che sono state sviluppate in anni recenti, e molte coinvolgono il modo di comunicare. I diversi sistemi per restare in contatto hanno stimolato nuove scoperte e nuovi tentativi.
Liberi come l’aria
Il concetto di libertà di comunicare senza vincoli consente di essere raggiungibili ovunque vi sia un segnale radio. È l’essenza della telefonia mobile, potersi dotare di strumenti che ci liberano dalle briglie del filo. Liberi anche di avere tra le mani un oggetto bello, di moda, colorato come piace a noi, glitterato o serio che sia. Sono arrivati in poco tempo le collaborazioni con stilisti che hanno saputo rivestire i piccoli devices in modi originali. Armani Versace e Prada tra i primi a cimentarsi nell’opera di “vestizione”. Un ulteriore passo avanti, da mezzo di comunicazione ad accessorio moda, uno strumento per evidenziare il proprio ceto e la propria appartenenza.
Suonerie e cover
Il mercato delle suonerie e delle cover modificate ad arte ha contribuito in modo formidabile alle personalizzazioni. L’accessoristica, i caricatori, le cuffiette, i bracci estensibili per fare selfie, divennero dei must have. Le “fastidiose” suonerie, in grado di interrompere qualsiasi momento intimo, hanno portato a nuove sindromi. Il disturbo arrecato dall’uso dei cellulari ovunque, è tale che sono state scritte regole e netiquette, ma nessuna funziona veramente. A tutti noi è capitato il tizio/a che sbraita nel proprio cellulare informazioni personali, che non interessano, ma che siamo costretti ad ascoltare. Unica soluzione sarebbe strangolarlo/a ma pare che ci potrebbero essere conseguenze penali. In alcuni locali sono comparsi cartelli che dissuadono ad utilizzare i cellulari ed invitano a conversare tradizionalmente.
Sindrome del sono necessario
Una nuova sindrome è comparsa. Quella del “sono necessario”, non posso spegnere il telefono, devo essere reperibile, e devo consultarlo spesso. Una sorte di malia che ci ha stregato, ed ha ridotto la nostra attenzione nella vita sociale. A soffrirne in modo particolare i più giovani, che non mollano il loro piccolo scettro, nemmeno mentre sono a tavola. I social media hanno dato il colpo di grazia alla nostra capacità di interagire con le persone in carne ed ossa. Preferiamo spostare la nostra attenzione verso avatar, chat o gruppi whatsapp, invece di conversare con chi abbiamo di fronte.
Il futuro del cellulare? I funghi
Come evolverà? La risposta che pare più credibile è “Sistemi di comunicazione basati sui funghi“. La rete di comunicazione dei funghi è già studiata da molti anni, e ci sono esempi di telecomunicazioni basate su di loro, già in uso. I miceli si comportano come i nostri neuroni, riescono a fornire prestazioni che assomigliano al modo in cui le nostre memorie e abitudini, vengono codificate nel cervello. Le nuove schede madri saranno costituite con funghi. Un aspetto non secondario sarà che potranno essere biodegradabili, e ridurranno in modo significativo i milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, che produciamo ogni anno. Il cellulare compie 50 anni
Fine Mycelium è uno dei materiali più richiesti dai creatori di moda ed è sostenibile.
Sembra proprio pelle anche al tatto questo tessuto di origine vegetale. Oltre ad avere un aspetto estetico formidabile, ha prestazioni superiori anche alla pelle di origine animale. Ha maggiore durata, ha qualità e duttilità che la rendono molto gradita ai creatori di moda. Al momento è ritenuto un tessuto di lusso e pare destinato solo a capi di alto prezzo, destinati a durare nel tempo. É ecologico, vegano, deriva dai funghi e può essere coltivato con precise specifiche per renderlo unico sull’esigenza del design. Una super-pelle creata grazie ai funghi
Presto potreste abitare in case viventi formate da funghi.
Un completo cambio nel campo edilizio. Materiali biologici al posto delle solite strutture, al posto del cemento armato un materiale vivente, che potremmo modellare a piacere. Una innovazione che fatichiamo a pensare come reale, eppure il progetto esiste ed è finanziato proprio coi nostri fondi. Dietro a questa FUNGAR (Fungis Architechture) ci sono infatti i finanziamenti europei. Credete ai Puffi? Fareste bene a farlo
La vorticosa vita sessuale delle cicale dominata da un fungo che le fa uscire pazze.
Le cicale rimangono sottoterra per un periodo lunghissimo prima di raggiungere la maturità sessuale. Quando si risvegliano e sono pronte escono dal terreno e si danno da fare per cercare un compagno o una compagna con la quale deporre e fecondare le uova. Dopo un periodo così prolungato di astinenza, anche 17 anni sottoterra, è comprensibile una certa frenesia. Però si sono segnalati fenomeni aberranti. Alcune cicale continuano ad accoppiarsi continuamente anche dopo che i loro apparati sessuali sono caduti per l’abuso. Un fenomeno inusuale tra gli insetti. Le cicale e il fungo a tutto sesso
Ci sono alcuni miti riguardanti la pulizia dei funghi, è probabile che anche voi ne stiate seguendo uno.
C’è una sorta di moda che fa aumentare l’acquisto e il consumo di funghi. Forse una sorta di coscienza etica per consumare qualcosa che abbia una certa consistenza ma non sia carne rossa. Un desiderio di dare un contributo alla salvezza dell’eco sistema senza bisogno di trasformarsi in vegano o vegetariano assoluto. Per anni prima dell’arrivo della carne/non-carne era il solo modo di gustare qualcosa da mordere con gusto Pulite i funghi in modo corretto o sbagliato?