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Convivere col gran caldo fino a 40°

Temperature “folli” e disastri meteorologici stanno svegliando anche i negazionismi.

Anche i dubbiosi e gli “agnostici” del cambiamento climatico cominciano a vacillare. Le temperature che si alzano ogni giorno e toccano nuovi record, arrivando e sorpassando i 40 fanno capire cosa accadrà. Se in alcuni paesi temperature simili sono normali e consuete ad ogni stagione estiva, in Europa questo non vale. Convivere col gran caldo fino a 40°

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Persone fragili

Vengono rinnovati i consigli alla cautela specie per le persone fragili, a non uscire, bere molto, ecc. Tutti consigli consueti ma ripetuti con una frequenza inusuale. Lo scorso anno le vittime per il caldo eccessivo sono state 18.000 in Italia, su un totale di 62.000 in tutta Europa. Un primato molto triste.

Vivere con tanto caldo

Quanti altri eventi meteorologici folli dovremo ancora incontrare prima di convincerci che questo diventerà il nostro rituale futuro. Estati roventi con fortunali simili agli uragani tropicali, che ci costringeranno a cambiare le nostre abitudini. Ci rintaneremo nei seminterrati o nel sottosuolo

Servizi interrati  

Ci sono realtà dove già per proteggersi tutta la vita sociale e non avviene al chiuso in luoghi refrigerati o condizionati. Siamo sicuri di voler vivere in questo modo rinunciando a stare all’aperto? Le grandi città con l’uso dissennato dei condizionatori diventano autentiche fornaci con sbalzi di 5-6 gradi rispetto alle aree extraurbane. Scapperemo dalle città?

Come ci vestiremo? 

Dovremo imparare ad utilizzare abbigliamenti che sappiano mediare dal caldo eccessivo esterno, alle folli refrigerazioni interne. Sarà l’apoteosi delle raucedini, dei mal di gola, delle bronchiti. Forse dovremmo investire in sciroppi per la gola sin d’ora. Anche i trasporti diventeranno opzioni su cui investire mota attenzione. Muoversi con la propria auto senza la certezza di un posto riparato o sotterraneo è quasi impensabile, salvo disidratarsi in tre minuti dall’apertura della portiera.

combattere il gran caldo

Mezzi pubblici refrigerati

Spostarsi coi mezzi pubblici se non conveniente raffreddati sarà problematico. Ma anche solo aspettare alla fermata dell’autobus i classici 10 minuti diventerà occasione per un colpo di calore. Da combattere con strumenti che possono essere ricaricati a pile o tramite usb. In ogni caso un altro consumo energetico, che già molto costoso in ogni caso, al di là dei problemi legati alla guerra russo-ucraina.

Combattere il calore esagerato con il cibo corretto.

Dovremo ridare sfarzo alla dieta mediterranea in cui vegetali, frutta e cereali sono alla base dell’alimentazione. Dovremo ridurre il consumo di cibi troppo processati, ridurre le carni rosse e dare più rilevanza ai pesci, anche quelli non celebrati. Ridurre gli insaccati, le cose troppo saporite e salate. Abbandonare i superalcolici e accontentarci di poco vino, eliminare anche i dolci e gli zuccheri, ove possibile.

Bilanciamento indispensabile

Il giusto bilanciamento della nostra dieta, ci aiuterà a sopportare il calore eccessivo e a mantenere una corretta alimentazione. Bere molto e spesso, evitando le bevande troppo ghiacciate, favorire sempre l’acqua rispetto alle bibite, anche se queste sono più “divertenti” al gusto, sono in realtà dannose per il nostro metabolismo interno ed intestinale.

Torneremo a vecchie usanze?

I nostri avi quando dovevano affrontare le giornate più estreme ricorrevano ad espedienti. Alcuni di loro potremmo riesumarli, perché a costo bassissimo e funzionali. Portare una foglia di cavolo sotto al cappello ad esempio, aiuta a mantenere il livello di umidità necessario per evitare di sentirsi mancare. Convivere col gran caldo fino a 40°

combattere il gran caldo
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Scoperti altri microbi mangia plastica

Ci sono batteri e funghi che riescono a distruggere le plastiche

Alcuni microbi, batteri e funghi hanno la capacità di aggredire e ridurre l’impatto delle plastiche. Riescono a farlo anche a temperature basse riducendo anche l’incidenza dei consumi energetici. Metodi che se applicati su larga scala potrebbero dare risultati importanti per ridurre l’inquinamento. Le plastiche sono ormai ovunque e le microplastiche sono nei nostri alimenti ed anche nel latte umano. Il problema è ancor più evidente ora che le spiagge si rianimano e dalla sabbia spuntano molti reperti plastici. Scoperti altri microbi mangia plastica

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Meno Plastica

L’unica vera e definitiva soluzione sarebbe ridurre la produzione di plastica in tutto il mondo. Un discorso molto difficile da far comprendere, ad una industria che dipende ancora troppo dai materiali provenienti dagli idrocarburi. Se non possiamo convincere le aziende a non produrne più, possiamo tentare di fare un’azione che dissolva il presente.

Dalle Alpi alle Svalbard

I batteri ed i funghi che possono digerire le materie plastiche sono stati scoperti sulle Alpi e nelle Isole Svalbard. Non sarebbe niente di eccezionale a parte il fatto che riescono a svolgere le loro funzioni a freddo. Un processo molto diverso da quelli utilizzati sinora dove il calore è parte importante del procedimento.Solo una piccola parte delle plastiche prodotte sinora è stato riciclato, anche a causa dei costi per la trasformazione e lo smaltimento.

Riciclare non basta

I rituali metodi di riciclaggio non eliminano il problema, si limitano ad allontanarlo ed implicano l’uso di altra energia per lavarla, e trasformarla in altri prodotti. Il materiale che si ottiene dal riciclo spesso è di qualità inferiore rispetto al materiale di partenza. Il riciclo inoltre non consente, come nel vetro, un riciclo costante, la perdita di qualità ad ogni passaggio, porterà la plastica ad essere stoccata nelle discariche.

Digestione a freddo

Questi batteri scoperti in Groenlandia e sulle Alpi riescono a digerire le plastiche a temperature molto più basse. Riescono a farlo già a 10 gradi rispetto agli almeno 35 gradi necessari negli impianti attuali. Un enorme risparmio in termini energetici. Riescono ad aggredire molti tipi di plastiche ma non il polietilene, forse la più diffusa tra le plastiche. I ricercatori stanno concentrando la loro attenzione sulla scoperta di quali sono gli enzimi che vengono attivati, e quali sono i meccanismi che vengono utilizzati. Buon lavoro. Scoperti altri microbi mangia plastica

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In Francia vietati i voli brevi.

Una scelta che fa discutere ma che potrebbe essere copiata 

Sono decisamente poche le tratte ad essere interessate a questo divieto, perché sono legate ad alcune condizioni. Le tratte che non superano le 2,5 ore di volo possono essere soppresse, ma solo se ci sono corse in treno che possano sostituirle. I treni devono avere orari regolari ed essere presenti nelle ore che possono interessare il grande pubblico. Servirà un ulteriore rafforzamento dei percorsi su strada ferrata per migliorare il servizio. In Francia vietati i voli brevi

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Un territorio che aiuta

A parte una limitata zona alpina ed i Pirenei, la Francia ha un territorio pianeggiante o di piccole colline, adatto a sviluppare bene una rete ferroviaria veloce. I leggendari TGV già coprono una larghissima parte del territorio. Facile fare un rapido confronto con la situazione italiana. Territorio molto più montuoso e rete ferroviaria claudicante, specie al sud. Inoltre la situazione delle isole maggiori non depone favorevolmente in quel senso. Le 13 ore necessarie per andare da Trapani e Ragusa spiegano bene come siano improponibili al momento  le soppressioni dei voli brevi.

Scopo principale ridurre l’inquinamento

I voli aerei inquinano moltissimo e contribuiscono al cambiamento climatico. Ridurre la loro frequenza nelle linee di raccordo può aiutare a decarbonizzare e sarebbe un invito a cambiare stile di vita. L’iniziativa verrà testata per tre anni. Se ci saranno i vantaggi supposti il divieto continuerà. Molte delle linee interne europee potrebbero raccogliere l’invito ed adeguarsi. Sono molte le percorrenze che potrebbero essere coperte dai treni veloci, sconvolgendo il modo abituale di viaggiare di molti cittadini.

In Francia vietati i voli brevi

Velocità superiore

I treni ad alta velocità possono rivelarsi meno costosi in termini d’inquinamento e consumi di energie fossili. Inoltre spesso i tempi sono ridotti rispetto ai voli per i quali occorre presentarsi in anticipo agli aeroporti, fare check-in, prendere posto, volare, ritirare l’eventuale bagaglio e raggiungere il centro città. Il treno offre la possibilità di arrivare direttamente nel cuore delle città

Critiche per le poche tratte coinvolte

Al momento le tratte coinvolte sono quelle che collegano Parigi a tre grandi centri Nantes, Bordeaux e Lione. Sono circa 5.000 voli su un ammontare di quasi 200.000 che solcano i cieli di Francia. Ma questo è solo l’inizio, il governo francese intendere estendere il divieto quando le condizioni di maggiore frequenza dei treno verranno soddisfatte.

Impensabile che sia definitivo

L’invito a cambiare stile di viaggio e di vita non può essere definitivo. Ma è una buona indicazione di come potrebbe migliorare il servizio e soprattutto come potrebbe migliorare la qualità della vita dei cittadini. Anche se l’impatto a livello di decarbonizzazione sarà minimo, compie un’azione simbolica che riduce l’impatto delle emissioni. Una nuova cultura del viaggio è il tema da sviluppare e speriamo che l’Europa sappia fare tesoro di questo esempio e lo applichi ovunque. In Francia vietati i voli brevi

In Francia vietati i voli brevi

Credits:Pixabay

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I cani bagnini italiani insegnano a quelli americani 

L’esempio italiano sta facendo scuola

Sulle spiagge del Maine stanno per diventare operativi i cani bagnini pronti per intervenire nel soccorso dei bagnanti in difficoltà. Per gli Stati Uniti sono una novità e sono stati allenati e preparati da istruttori italiani. Sono soprattutto Terranova e Labrador Retriver già portati naturalmente ad intervenire in soccorso dei bagnanti. La loro azione mette in salvo molte persone. I cani bagnini italiani insegnano a quelli americani 

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Abilissimi nuotatori e forzuti

Sono abilissimi nuotatori ed hanno una grande forza, sono in grado di trainare anche barche molto più grandi di loro. I nuovi bagnini a quattro zampe sono amati e coccolati. I bagnanti si avvicinano, chiedono di poterli coccolare ed accarezzare, oltre ovviamente, a farsi ritrarre con loro. I frequentatori delle spiagge hanno compreso che potrebbero essere coloro che potrebbero trarli a riva in casa di difficoltà. 

Dato l’esempio

Ora che hanno dato l’esempio, si spera che altre spiagge si attrezzeranno per avere bagnini pelosi e diventerà una consuetudine utilizzare i loro servigi. In Italia sono almeno 30 le spiagge dove “lavorano”.

Seconde linee

Nel Maine funzionano come seconde linee di soccorso, se qualcuno rischia di annegare un bagnino in carne ed ossa si getta in acqua, seguito da un secondo bagnino col cane e le attrezzature di soccorso necessarie. Una volta raggiunto il bagnante e dopo averlo messo in sicurezza, il cane svolge il lavoro di traino fino a riva. Può trascinare con se fino a 4 persone.

Addestratori dei centri italiani

Gli addestratori sono certificati dalla Scuola Italiana Cani da Soccorso (SICS), un’organizzazione che da oltre 30 anni addestra cani e bagnini a lavorare assieme. Tra le azioni più note dei cani da soccorso italiani c’è la notizia che lo scorso anno, a Sperlonga, tre cani soccorritori hanno salvato un gruppo di 14 persone in difficoltà

Si gettano dagli elicotteri

I cani addestrati in Italia compiono molte azioni spettacolari e sono allenati a gettarsi anche dagli elicotteri, come hanno fatto durante la recente alluvione in Romagna. Queste tecniche saranno uno step successivo della loro istruzione, per ora sulle spiagge del Maine sono più una curiosità con cui farsi selfie assieme ai bagnini umani. Ma sono pronti ad intervenire e salvare chiunque. I cani bagnini italiani insegnano a quelli americani.

 

cani bagnini italiani

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Trattori elettrici in arrivo

Una vera rivoluzione per l’attività agricola

Si parla da molto tempo dei consumi energetici in agricoltura che stanno diventando troppo influenti sui costi di produzione. Inoltre l’attenzione ai consumi dei combustibili fossili ha posto l’interrogativo di quali soluzioni trovare per ridurli. L’inquinamento dovuto agli eccessi di anidride carbonica è un aspetto non secondario della ricerca che porta alle macchine elettriche. Trattori elettrici in arrivo

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Sostenibilità e cambiamento

La rivoluzione green si fa sempre più imponente anche in campo agricolo. Gli agricoltori vogliono dismettere i grandi motori diesel che da sempre caratterizzano i veicoli agricoli e vogliono che siano sostenibili e facciano diminuire le spese. Molti dei trattori e macchine che sono state proposte agli operatori sul campo consentono di risparmiare anche forza lavoro perché non necessitano di nessuno alla guida. Riducono l’impronta carbonica, e l’inquinamento anche acustico, i motori elettrici sono molto silenziosi rispetto ai diesel.

Sono già tante le proposte

Le proposte che sono arrivate sul mercato sono già tante. Promettono e sono silenziosi, non hanno alcuna emissione e sono sviluppate in chiave robotica per agevolare i compiti degli agricoltori. La speranza è che consentano di applicare una migliore qualità produttiva e creare la redditività che consenta alle aziende anche di piccole dimensioni di sopravvivere degnamente.

Trattori elettrici in arrivo

Autonomi

Trattori autonomi che svolgono il lavoro senza bisogno di essere guidati costantemente. Sull’onda del successo delle auto elettriche, più consistente nel nord America rispetto all’Europa, anche i trattori elettrici stanno prendendo piede. Le batterie con cariche sempre maggiori permettono di pensare a strumenti di lavoro competitivi rispetto ai motori a scoppio. L’attuale durata della carica è di 14 ore, in un ciclo normale di lavoro, e per la ricarica servono solo 6 ore. La vita media delle batterie è calcolata in oltre 20 anni di utilizzo.

Batterie aumentabili

Se servono sforzi imponenti in alcune operazioni, è possibile aggiungere batterie supplementari per mantenere sempre alta la potenza della macchina. Sono dotati di telecamere sensoriali e sono digitalizzate. Basta impostare il lavoro sul computer di bordo e la trattrice elettrica esegue. Può effettuare le operazioni di routine come irrorare, falciare, erpicare, trasportare, diserbare, ecc. in autonomia.

Liberare energie

Il settore soffre di un invecchiamento degli operatori che hanno bisogno di dosare le forze. Sono anche una risposta alla difficoltà di reperire manodopera e al ricambio generazionale. Un agricoltore potrebbe coordinare e controllare molte attività, che vengono svolte contemporaneamente, in diversi campi della sua proprietà. La supervisione avviene attraverso un monitor collegato alle telecamere montate sulle macchine trattrici. Inoltre anche alcune delle condizioni atmosferiche potrebbero essere ignorate se a lavorare nei campi va un robot.

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Trattori elettrici in arrivo

Lavoro notturno

I trattori elettrici sono dotati di illuminazione propria e possono effettuare anche lavori di notte. La produttività può crescere mentre le spese possono diminuire e rendere più profittevoli le coltivazioni. I prezzi sono ancora un problema ma, almeno negli USA, alcuni stati concedono sconti e agevolazioni che riportano i nuovi mezzi ai costi dei diesel.

Come li chiameranno

Le aziende produttrici non vogliono entrare in competizione coi tradizionali diesel e vorrebbero trovare un modo diverso per denominarli. Non sono veri trattori le dimensioni sono ridotte rispetto ai mostri da 5.000 cavalli. Chiamarli mini-trattori robotici li fa sembrare dei giocattoli. Servirà qualcosa di diverso e con maggiore appeal, ma intanto esistono e saranno in grado di sostituire le vecchie flotte inquinanti. I costruttori puntano su una grande versatilità e con la possibilità di adattare ogni mezzo alle esigenze dell’agricoltore o del suo terreno. Trattori elettrici in arrivo

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Spegnere le luci potrebbe salvare milioni di uccelli

Sono tantissimi i volatili che si schiantano contro gli edifici

Sono sempre state le stelle e la luna a guidare le migrazioni e i voli notturni degli uccelli. La luce delle stelle però viene “coperta” dalle luci artificiali che noi umani utilizziamo a profusione. I migratori, già stanchi per le lunghe ore di volo, vengono abbacinate dalla troppa luminosità e perdono riferimenti. Finiscono per schiantarsi su case palazzi soprattutto se con pareti in vetro che possono sembrare trasparenti. Spegnere le luci potrebbe salvare milioni di uccelli

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Oscurità necessaria

Mantenere un buon grado di oscurità è l’unico metodo per impedire queste ecatombi. Per evitare di avere altri pennuti sulla coscienza, dovremmo attenuare la luminosità che è ormai convenzionale. Se vi siete mai soffermati a guardare quelle belle mappe luminose prese dallo spazio, avrete constatato quanto intensa è l’illuminazione di molte aree. Se si escludono le zone montane tutto il nostro territorio è una grande chiazza gialla.

Bioritmi sconvolti

La luce ha mutato anche il modo in cui gli animali ed anche gli umani hanno utilizzato i bioritmi legati all’alternanza luce-buio. Con le luci artificiali, il limite che separa le due fasi si è fatto labile. Una finta sera che non è più graduale verso il buio, ma che prosegue per tutta la durata della notte. Molte di queste luci non sarebbero necessarie e spesso sono rivolte anche verso l’alto, confondendo le idee dei volatili. Riverberate dai vetri dei palazzi e delle abitazioni, sconvolgono le conoscenze ataviche dei migratori che perdono punti di riferimento.

Moltissimi incidenti al mattino

È quando le sicurezze dei volatili vengono a mancare e che accadono molte collisioni. Molte migrazioni si svolgono di notte, quando le temperature sono più fresche ed è più agevole volare senza predatori. Le stelle se la notte è serena, sono facili da seguire ma nel momento in cui albeggia, le stelle scompaiono e le luci delle città diventano attrattive. L’improvviso cambiamento dei riferimenti causa lo stordimento dei volatili e li fa schiantare sui palazzi. Ogni mattina centinaia di uccelli vengono raccolti sui marciapiedi dove hanno terminato il loro viaggio. Vengono calcolate perdite per circa un miliardo di uccelli ogni anno.

Spegnere le luci potrebbe salvare milioni di uccelli

Invece di riposare

Quando arriva il momento che dovrebbe essere dedicato al riposo, a rifocillarsi prima di ripartire per la tappa seguente, succedono i guai. Gli uccelli già stanchi e distratti, dopo tante ore di volo, sono attratti dalle luci e compromettono per sempre il loro viaggio. Sono tanti, troppi, i tonfi che si sentono contro i muri e le vetrate cittadine. Ci sono gruppi di volontari che all’alba vanno ad ispezionare i marciapiedi cittadini, nella speranza di rintracciare uccelli che siano solo feriti o intontiti. Purtroppo sono rarissimi i migranti che possono essere salvati, mentre sono moltissimi i deceduti.

Lights Out

Un’iniziativa chiamata Lights Out cerca di sensibilizzare le amministrazioni comunali ed i privati invitandoli a spegnere o ridurre tutte le luci che non sono necessarie. L’impatto ecologico è enorme, col semplice oscuramento delle luci non indispensabili, si possono evitare moltissime collisioni. La campagna oltre a sollecitare l’abbassamento delle luci fornisce anche delle mappe relative alle migrazioni. Conoscendo in anticipo i periodi di sorvolo, possono attivare una particolare cura per evitare d’illuminare inutilmente i palazzi.

Sensibilizzazione anche dei costruttori

Tutti i costruttori di palazzi nuovi o restaurati, sono invitati ad utilizzare vetri adatti a non disorientare gli uccelli. L’inquinamento luminoso in questo modo viene ridotto ai minimi e le migrazioni possono proseguire senza vittime. Coinvolgere chiunque usufruisce delle luci artificiali diventa il modo corretto per continuare a godere della gioia del canto degli uccelli e sognare di poterli imitare nelle loro evoluzioni nel cielo. Spegnere le luci potrebbe salvare milioni di uccelli

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Covid arrivato dai cani procione?

Emerge la teoria che il virus che causò il Covid-19 si diffuse per le contaminazioni tra umani ed animali

Contrariamente a quanto molti pensano, la contaminazione cha ha portato all’epidemia di Covid-19, non sarebbe causata da una fuga da un laboratorio. Non ci sono ancora elementi sufficienti per sostenerlo. Pare invece che la migrazione del virus sia avvenuta tramite contatti con animali infetti. Sinora erano stati accusati i pangolini e i pipistrelli, ma forse non sono loro i responsabili. I dati raccolti recentemente parlano di infezione avvenuta tramite i cani procione. Covid arrivato dai cani procione?

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Presenti al mercato di Wuhan

Anch’essi erano presenti al mercato di Wuhan, il luogo dove tutto ha avuto inizio. I campioni prelevati dal mercato all’ingrosso di prodotti ittici di Huanan, in Cina, contenevano sia il virus SARS-CoV-2 che materiale genetico di cani procione. Non è ancora una prova vera, ma offre uno scenario diverso rispetto a quello sinora studiato. La loro presenza non basta ad una identificazione certa, ma il fatto che fossero presenti un’area molto ristretta fa sorgere più di un dubbio.

Procioni infetti

Affermare in modo definitivo che i cani procioni infetti sono alla base dell’epidemia è azzardato. Necessita approfondimenti. Ora il report verrà analizzato dagli scienziati della OMS per valutarne fondatezza e veridicità. Quello che possiamo dire sin d’ora è che la possibilità del passaggio del virus da animali a uomini è molto più concreto. Una probabilità assai gradita agli scienziati e alle autorità cinesi, messi sotto pressione come possibili “untori”. Tutti i dati raccolti dei DNA degli animali presenti al mercato di Wuhan sono già stati condivisi con gli altri scienziati impegnati nella ricerca.

Altre possibilità

Dopo aver scartato molte altre possibilità gli analisti sono arrivati ad escludere molte variabili, quella dei cani procioni sembra la più plausibile. Forse l’unica che abbia ancora senso studiare. Ovviamente molti altri ricercatori sollevano dubbi sulla qualità di questo lavoro e attendono che la OMS si esprima. I dati non sembrano esaustivi, e il timore è che gli studiosi cinesi cerchino di allontanare ogni tipo di ombra sul loro operato.

Lentezza nel condividere

Pero la Cina non ha mostrato l’apertura che un simile evento imponeva. Non tutte le informazioni sono arrivate immediatamente e rese disponibili alla comunità scientifica, che continua a mantenere forti dubbi. Il gigante cinese ha dapprima cercato di nascondere e confondere e questo ha creato molta cattiva stampa e molto senso di inappagamento in chi stava lottando per bloccare il SARS. Il dubbio che qualcosa di meglio e più rapido potesse essere fatto permane. Covid arrivato dai cani procione?

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Omofobia Bifobia Transfobia

Giornata mondiale contro i pregiudizi

Omofobia definisce l’intolleranza, l’odio e la paura nei confronti delle persone non eterosessuali. Il suffisso fobia indica il limite personale e i timori nell’affrontare una situazione, ed è spesso causato da un pregiudizio. Nessuno nasce omo-bi-trans-fobo, è l’ambiente culturale o familiare a costruire queste difficoltà che sfociano in disagio, paura, disgusto, rabbia e che possono portare a reazioni violente. Omofobia Bifobia Transfobia

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Educazione e luogo

Molto dipende dal tipo di educazione, dalla vicinanza alla Chiesa e dal luogo in cui si cresce. L’ingerenza determinante della cultura cattolicaimpone” parametri sessuali che influenzano anche la politica e rendono difficile raggiungere gli stessi diritti. La difficoltà per approvare il decreto Zan, ne è una prova tangibile. La morale cattolica è volta all’accoglienza ma solo se gli omosessuali, i bi e trans rinnegano la loro personalità e gusti sessuali. Posizioni insostenibili per raggiungere la parità.

Violenza e azioni intimidatorie

Solo nell’ultimo anno in Italia si sono superati i 160 casi di atti violenti o discriminatori nei confronti di omo, bi e transessuali. La nostra nazione è una delle più omofobe, nelle classifiche internazionali veniamo inseriti al 22° posto in UE, e al 34° a livello mondiale. Posizioni decisamente di rincalzo, indegne di una società civile e moderna, come ci crediamo di essere. Anche sul posto di lavoro sono molte le persone che vengono discriminate per la loro sessualità.

Messaggi ambigui

I media più o meno consapevolmente, trasmettono messaggi che possono aumentare il livello di omofobia. La censura che annulla o rende poco visibili le scene di sesso omosessuale, senza nudi e compresi innocenti baci, è un mezzo per aumentare la discriminazione. Ne ha fatto le spese anche la pubblicità, quasi solo gli spot che giungono da paesi più aperti non vengono censurati. La mancanza di modelli omosessuali positivi crea una condizione di difficoltà per i più giovani. L’incidenza percentuale di suicidi tra gli adolescenti che si scoprono gay è molto alta, soprattutto se crescono in ambienti con forte valenza cattolica.

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Accuse ingiustificate

Viene concessa troppo spesso un’accusa che non è supportata dai fatti. Gli omosessuali vengono equiparati ai pedofili, uno stigma durissimo da abbattere, che però non corrisponde alla realtà. I pedofili sono al 95% eterosessuali, e sono proprio molti dei religiosi pronti a schierarsi con anatemi ad avere il problema più vistoso. I casi dichiarati in seminari e collegi religiosi sono la maggioranza di quelli rilevati.

Pessima la situazione scolastica col nuovo governo

Col nuovo governo si è immediatamente notata una decisa inversione di marcia nei confronti dell’educazione scolastica. Il problema viene semplicemente annullato e dimenticato. La usuale comunicazione a tutte le scuole per una particolare attenzione alla giornata mondiale contro l’omo-bi-transfobia non è stata inviata. I ministri Roccella e Valditara accusano l’opposizione di fare cagnara per aumentare la divisione. Mentre le posizioni retrograde di associazioni reazionarie respingono ogni tipo di intervento nelle scuole etichettandole come “inutili eventi gender nelle aule”.

Posizioni di retroguardia

Sono posizioni di chi si arrocca in un mondo fantastico, dove nessun messaggio possa giungere ai “loro” figli e traviarli. È ancora la paura del cambiamento a rendere, alcune persone vincolate a principi, spesso religiosi, ostili a tutto ciò che possa essere legato al mondo LGBT. Questi timori e chiusure mentali, sfociano in sentimenti omofobici, che rendono molto complicate le vite di omo-bi-trans. Buona giornata mondiale contro l’omo-bi-trans-fobia a tutti, il paese ha bisogno di migliorare i rapporti tra società civile ed autorità. Le recenti immagini di un carabiniere che ha sposato il suo compagno in alta uniforme, hanno scatenato una serie di messaggi negativi e violenti che si possono comprendere solo come frutto di timori e paure. Sono questi messaggi a dare la vera misura di quanto l’Italia sia omofoba. Omofobia Bifobia Transfobia

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Robot dei vigili del fuoco di New York

Ha ispezionato un parcheggio crollato e dato informazioni importanti

Non gode di una positiva campagna di stampa il cane robot impiegato dai Vigili del fuoco della grande mela. Ma ora le cose stanno cambiando nell’opinione pubblica. Il timore che l’utilizzo di robot potesse portare ad una disumanizzazione dei servizi di polizia, sollevava molte perplessità. Il recente impiego in una ispezione ha mutato la percezione nei loro confronti. Robot dei vigili del fuoco di New York

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Crollo in un parcheggio

Un parcheggio è crollato su stesso, una persona è morta e altre 5 sono rimaste ferite. I vigili sono riusciti ad entrare e a recuperare i feriti ed il cadavere. Ma la struttura, dichiarata inagibile e pericolante, non ha permesso di continuare l’ispezione, per controllare che vi fossero altre vittime o feriti. I vigili sono stati allontanati ed al loro posto è stato inviato un cane robot.

Un lavoro encomiabile

Il cane robot ha svolto un lavoro encomiabile, ispezionando tutta la struttura ed inviando informazioni ed immagini agli agenti all’esterno. Questo ha permesso di constatare che non c’erano altre persone intrappolate, senza mettere a rischio l’integrità del corpo dei vigili. Un risparmio in garanzia dell’integrità delle vite umane, che ora fa pendere l’opinione pubblica verso il loro impiego.

Sindaco pronto a spendere

Il sindaco della città ha annunciato che intende integrare il reparto di robot impiegati nella salute e nella sicurezza pubblica. Ora quei cani robotici sono diventati importanti e la loro abilità di muoversi in qualunque tipo di terreno li rende molto graditi e simpatici. Si possono salvare vite due volte, quelle delle vittime di incidenti, crolli o calamità, e quelle dei vigili o dei poliziotti impiegati nello stesso scenario.

Cani robot nelle centrali nucleari

I cani robot sono diventati celebri sia per l’utilizzo in chiave di controllo turistico a Pompei, che per l’uso ispettivo in centrali nucleari. Soprannominato DigiDog era stato acquistato 3 anni fa dalla polizia locale, ma era stato impiegato pochissimo, perché i cittadini lo trovavano oppressivo. Non volevano avere a che fare con un oggetto inanimato e preferivano relazionarsi con agenti in carne ed ossa. Con il nuovo utilizzo ora è stato sdoganato, la sua utilità ne ha facilitato la “riabilitazione”.

Militarizzazione della polizia

Il timore dei cittadini che la polizia stiano seguendo una progressiva militarizzazione aveva bloccato il DigiDog. Troppi eventi negativi che hanno portato al Black Lives Matter, hanno spostato l’attenzione del pubblico, verso il pericolo che la polizia potesse utilizzarlo in modo inadeguato. Dotato di telecamere, microfoni e parzialmente armato, il cane robot poteva diventare un mezzo di offesa e questo non piaceva ai newyorchesi. Il salvataggio delle persone coinvolte nel crollo del parcheggio, ha mutato il panorama anche se il suo aspetto intimorisce ancora molte persone.

Tecnologia spaventa

La tecnologia spaventa ancora molto, questa opportunità di utilizzarla in chiave positiva forse convincerà anche i più restii. L’evento del parcheggio s’è dimostrato molto opportuno per chi caldeggia l’utilizzo della robotica. I cittadini promettono di continuare a controllare che non ci siano abusi da parte di chi lo comanda. Che vengano utilizzati per difendere e proteggere e non per offendere o creare altre separazioni tra i cittadini. Robot dei vigili del fuoco di New York

Credits: vigili del fuoco di New York

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Giornata mondiale della lentezza

Elogio della riscoperta della banalità

Il tempo che dedichiamo a noi stessi, non è sufficiente, ci facciamo trascinare dai ritmi della vita e del lavoro. Questo causa stress e cattive abitudini. Anche dopo aver testato lo smart working a casa ed aver migliorato la programmazione dei nostri tempi, non abbiamo compreso il valore della lentezza. Che non è solo dormire più a lungo, ma un modo per vivere ogni giorno diversamente. Imparare a dare importanza ai particolari ed alle situazioni che ci coinvolgono. Giornata mondiale della lentezza

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Una riscoperta di valori

La lentezza è una riscoperta dei valori sui quali abbiamo per troppo tempo glissato, tutto quello che non abbiamo potuto osservare con la necessaria calma. Le occasioni che ci sono passate accanto e che, per troppa fretta, e per compiacere i ritmi che ci vengono imposti, non abbiamo colto. È la riscoperta della banalità, delle cose che ci accrescono intimamente e che ci rendono consapevoli di ciò che ci circonda.

Frenesia e ritmi troppo elevati

Una vita troppo frenetica regola le nostre funzioni e ne piega le esigenze. I ritmi di sonno, veglia, lavoro, pranzo, cena, supermercato, divano, sono scanditi in modo poco funzionale ai nostri bisogni. Riprendere possesso delle nostre funzioni con un miglior rapporto velocità-lentezza è vitale per un’armonica capacità di gustare la vita.

Tutto nuovo, anzi nuovissimo

Le abitudini ad usufruire di tutto ciò che è nuovo, modernissimo, up-to-date, ci crea la convinzione di essere inadeguati. Troppo lenti per rincorrere ogni nuovo prodotto, ogni nuova moda, nuovo gusto, nuovo device tecnologico. Una situazione indotta da chi deve tentare di farci sentire arretrati e spingerci a correre di più per ottenere quei risultati e quei beni di cui spesso non abbiamo nessun bisogno. Nei nostri cassetti invecchiano oggetti che solo un anno fa sembravano il must, il meglio a cui aspirare per sentirsi realizzati. Quanta fatica ed impegno ci sono costati ed ora già li abbiamo dimenticati.

Com’è nata la giornata della lentezza

Il rischio è di vivere in modo superficiale, quasi automatico, utilizzando le risposte più ovvie ai problemi che incontriamo. Dobbiamo tornare al 2009, per comprendere come è nata questa iniziativa. I fondatori del Movimento Slow Food, con la loro promozione dei prodotti alimentari tipici, locali e della cultura gastronomica tradizionale, hanno dato inizio al tutto. Il loro esempio di pratiche sostenibili a sostegno dell’integrità dei prodotti alimentari, ha fatto ripensare a molti degli standard recenti. La lentezza è diventata un elemento cardine della rivalutazione della qualità, non solo agricola, del modo di intendere la vita.

Giornata mondiale della lentezza

Nasce una filosofia diversa

Dalla tavola, il concetto è traslato ad ogni aspetto della vita, uno stimolo ad apprezzare maggiormente le singole attività che compiamo. La lentezza è diventata una componente sociale ed educativa, saper apprezzare appieno, senza fretta, è il risultato a cui tendere. Da allora le manifestazioni si sono moltiplicate ed hanno coinvolto il ruolo della cultura, della conservazione dell’ambiente. Tutti questi aspetti hanno dato vita ad una sorta di filosofia dove salute e benessere sono diventati i cardini su cui poggiare le nostre abilità ed abitudini.

Maggiore attenzione a sé

L’obiettivo della Giornata Mondiale della Lentezza è quello di aiutare a ripensare il modo di vivere con maggiore attenzione a sé stessi e con la consapevolezza di contribuire a migliorare anche la vita degli altri. Interrompere l’incessante corsa che ci obbliga a regole coercitive, è il primo passo da compiere. Per onorare questo elogio del vivere con maggior calma e rispetto, vengono attivate moltissime attività, che pongono la lentezza al centro. Lo scorrere lento è un privilegio ed un diritto di cui dobbiamo impossessarci.

Attività e meditazione

Camminate lente, letture, meditazioni, attività di cucina o artigianali in cui il concetto di tempo venga dilatato e faccia parte dell’attività stessa. Non è più il tempo di tutto subito e di corsa. La lentezza svolge anche un valore educativo, soprattutto ai più giovani non viene concesso di annoiarsi, le loro giornate vengono riempite di troppe incombenze. Questo li abitua ad essere dei giovani e degli adulti frenetici che devono trovare stimoli costantemente. In fondo, saper gustare in modo adeguato quanto ci circonda è un modo di leggere in chiave sostenibile il celebre “Carpe Diem”. Giornata mondiale della lentezza

Giornata mondiale della lentezza

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