Abitare, Benessere, Enogastronomia

Robot camerieri in aiuto ai ristoratori

Si stanno diffondendo anche in Italia i robot che possono servire ai tavoli.

Può un robot sostituire il personale di servizio? Uno degli argomenti che ha mantenuto sempre un grande appeal negli ultimi mesi è quello della difficoltà a reperire mano d’opera. Uno dei settori che ha sofferto maggiormente di questa mancanza di “vocazioni”  è quello della ristorazione e del commercio. Orari che comprendono anche i weekend e quasi tutte le sere, scoraggiano i giovani dall’intraprendere quel tipo di attività. La loro vita sociale viene messa in crisi dalla disponibilità necessaria per completare i turni di lavoro. Robot camerieri in aiuto ai ristoratori

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Stipendi scarsi e ritmi elevati

A scoraggiare ancora di più, gli stipendi non sono favolosi, oltre la metà dei giovani italiani ritiene di ricevere stipendi troppo bassi. Inoltre le ore di impiego sono piuttosto impegnative,. Molti giovani si sono cimentati, ma i ritmi di lavoro hanno fatto mutare la loro opinione, e si sono dimessi. Dover rinunciare ai weekend e alle uscita con amici e amiche, ha condizionato le loro scelte. Pochi giovani vogliono rinunciare al piacere di restare a contatto con gli amici e gli amori, senza limitazioni d’orario.

Reddito di cittadinanza nonna spronato

La cancellazione di molti dei contributi erogati col reddito di cittadinanza, era stato salutato come l’evento che avrebbe spinto molte persone ad “accontentarsi” di un mestiere qualsiasi, pur di avere una retribuzione. La polemica sui giovani senza lavoro e “divanizzati”, è proseguita a lungo assumendo aspetti sgradevoli. Va detto che la tanto auspicata corsa a diventare cameriere o commesso, non c’è stata. Anche se sull’argomento sono intervenute molte figure, a perorare questa o quella causa, e a spronare a prendere in mano il proprio destino. Il problema del personale di servizio permane.

Robot camerieri in sostituzione

C’è chi ha cercato di scavalcare il problema con l’utilizzo di robot camerieri. Decisamente poco costosi (circa 15.000 euro+ IVA), non necessitano di molte cure e non richiedono retribuzione. In questo momento sono attivi incentivi fiscali per gli update tecnologici. I robot camerieri rientrano appieno in quella categoria. Un cameriere costa all’incirca lo stesso denaro per ogni anno di lavoro, quindi un robot si ripaga in una sola annata. Inoltre il cameriere robot non ha necessità di permessi, non si ammala, non accumula ferie e non ha mai recriminazioni.

Robot camerieri in aiuto ai ristoratori

Una attrazione per alcuni locali

Il robot cameriere, essendo una novità, è anche una attrazione per i locali che lo utilizzano. Riesce a svolgere semplici mansioni come un cameriere alle prime armi. Ha ovvi limiti, ma può portare a termine diverse commissioni. E’ molto amato dai bambini che lo trovano divertente. Non riesce a prendere comande complicate, non riconosce tutti i membri di una tavolata, ma riesce a riconoscere immediatamente i tavoli.

Vengono dalla Cina

I più utilizzati sinora, sono robot costruiti in Cina, nella città di Shenzen e pare che stiano veramente diventando popolari. Gli affidano tutte le commissioni di contorno, sa sparecchiare e apparecchiare, portare da bere, i dolci, o i piatti che non necessitano di particolari servizi. E’ dotato di un vassoio su cui vengono posati i piatti o le bevande da servire. Il suo punto di forza è servire le torte di compleanno accompagnandole con musichette e piccoli video, che appaiono nel suo monitor. 

Robot camerieri in aiuto ai ristoratori

Perdite di posti di lavoro

La diffusione di questi robot solleva particolare preoccupazione per la probabile perdita di posti di lavoro. Il personale potrebbe essere ridotto e sostituito dalle macchine. Anche se sembra impossibile che possa accadere in molti ristoranti, per la grande quantità di portate, e tutte le variabili che differenziano le ordinazioni di ogni cliente. 

Intervenire sugli stipendi

In Italia si prospetta la mancanza di 4 milioni di operatori nel prossimo triennio e sono proprio turismo e commercio i due settori più colpiti da questa difficoltà. La situazione va monitorata per comprendere appieno la portata del problema, e cercare soluzioni intelligenti. Ai giovani fanno paura l’inflazione, gli stipendi bassi, la sanità e l’immigrazione in ordine di percentuale. Intervenire sugli stipendi sembra la misura che può mettere un freno alla fuga di cervelli e braccia, verso l’estero. Robot camerieri in aiuto ai ristoratori

Robot camerieri in aiuto ai ristoratori

Credits: dadawan, foodaffairs, Atlanta news

Abitare, Benessere, Enogastronomia

Pollo coltivato in laboratorio sdoganato negli Stati Uniti

Mentre in Italia arriva l’imposizione di proibire, produzione, importazione e commercializzazione

Arriva il blocco in Italia alla produzione, importazione e commercializzazione di carne coltivata. Una scelta poco oculata che rischia di rivelarsi controproducente. Dimostra una scarsa visione del futuro ed una scarsa sensibilità verso i temi ambientali. Ridurre l’impatto delle produzioni di carni è uno degli obiettivi che tutto il mondo si pone. Tutte le nazioni tranne l’Italia. Pollo coltivato in laboratorio sdoganato negli Stati Uniti

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Salva le posizioni di rendita

Una chiusura dettata dalle posizioni di rendita attuali, degli operatori nel settore della produzione e macellazione. Eppure il mondo va in ben altra direzione. Un dato poco noto è che tra le aziende che producono i serbatoi necessari per la produzioni delle carni ci sono anche aziende italiane. Questa imposizione rischia di bloccare un settore che potrebbe portare alta redditività e posti di lavoro. Probabilmente le norme EU bypasseranno questo divieto, ma resta una scelta poco vantaggiosa per il paese.

Due aziende potranno produrre e vendere il pollo coltivato dalle cellule

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha dato il via libera a GoodFood e UpsideFoods,  per vendere pollo cresciuto da cellule in un laboratorio. La carne coltivata in cellule, viene prodotta fornendo un mix di sostanze nutritive alle cellule animali. Le carni si sviluppano in appositi serbatoi di acciaio, noti come bioreattori

Un’alternativa alle carni da macellazione

Sarà un’alternativa alle carni prodotta da animali destinati alla macellazione. Sarà anche un enorme risparmio di emissioni di gas serra. Oltre il 55% di quelle provenienti dall’industria alimentare sono legate alla produzione di alimenti di origine animale (allevamenti). 

pollo coltivato sdoganato

Riduzione delle aree occupate

Un effetto, non secondario, è la riduzione drastica dei terreni occupati dagli allevamenti ed il relativo consumo di acqua. Le energie possono essere dirottate su coltivazioni in stabilimenti di dimensioni molto ridotte. Le aziende che si occupano di queste colture delle carni sono in fortissima espansione in molti paesi. Possono arrivare a nutrire una grande fetta della popolazione anche se servirà ancora tempo per realizzarlo.

Costi di produzione

Al momento i costi per coltivare le carni sono ancora alti, infatti le due aziende che potranno vendere il loro pollo coltivato, si rivolgono alla ristorazione di alto livello. Il processo per coltivare la carne comporta l’utilizzo di campioni di tessuto da animali vivi o da uova fecondate. I prodotti non derivano, come temuto, da strani mix chimici e questo depone a favore di chi teme le innovazioni troppo avanguardistiche. Inoltre la carne coltivata non viene addizionata di antibiotici ed è quindi più salutare di quella allevata.

USA secondi

La FDA con questi permessi di produzione e vendita ha dato il via ad una operazione che potrebbe rivoluzionare un intero mercato alimentare. Lo sdoganamento avviene tre anni dopo quello avvenuto a Singapore. Ora anche la politica internazionale si interesserà del problema e le cose potrebbero mutare. Ci vorrà tempo per arrivare a prezzi popolari, ma in poco tempo si potranno liberare molti spazi destinati agli allevamenti intensivi. Una società israeliana ha fatto richiesta per commercializzare le bistecche di manzo coltivato in Svizzera. ma non saranno disponibili nei supermercati prima del 2030. Un deciso passo in avanti anche nel vecchio continente.

Un poco di dati

Per quantificare meglio le cose, una delle aziende coinvolte, conta di aumentare moltissimo la sua produzione. Passerà da 25.000 chili a 200.000 chili l’anno. Numeri che possono sembrare grandi ma che in realtà sono marginali in un mercato che solo negli USA richiede oltre 5 miliardi di chili di carne di pollo. Quasi un quarto delle emissioni globali di gas serra derivano dalla produzione di cibo, una percentuale enorme che potrebbero essere ridotte drasticamente. 

La carne coltivata in cellule produce appena il 20% delle emissioni, di quella allevata, un dato estremamente utile per ridurre il cambiamento climatico. Per rendere le carni coltivate pronte per essere commercializzate, servono circa tre mesi. Processi lunghi ma garantiti in ogni passaggio. Pollo coltivato in laboratorio sdoganato negli Stati Uniti

pollo coltivato sdoganato

Credits: Pixabay