Abitare, Benessere, Enogastronomia

Quanta carne mangiare

Eco-sostenibili estremisti vegani come dovremmo comportarci per salvare il pianeta

Consumare meno prodotti animali sembra una delle soluzioni a cui molti tendono per migliorare la nostra impronta carbonica. Ma siamo carnivori da milioni di anni, con molte alterne fortune. Ridurre il consumo di carne sembra essere nell’elenco delle cose da fare assolutamente, per chi ha a cuore il futuro del pianeta, ma quanto ridurre? Un problema che ancora non trova risposte. Mentre la politica non riesce a trovare il bandolo della matassa sembra che la risposta sia delegata ai privati cittadini. Quanta carne mangiare

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Influenzare il mercato

Ognuno di noi può influenzare il mercato con le proprie scelte di consumi. I paesi occidentali stanno riducendo i consumi di carne, anche se in modo molto leggero. Ma questo non compensa la domanda che arriva dai paesi in evoluzione, la loro crescita economica passa spesso per un maggiore consumismo alimentare. Il consumo di proteine di origine animale segna anche una sorta di status. Culture basate, originariamente, su elementi vegetali, richiedono sempre maggiori percentuali di carni nei loro regimi alimentari.

Gas serra e domanda in aumento

I gas serra sono lo spauracchio che fa crescere l’impegno sociale. Una delle fonti maggiori di emissioni sono gli allevamenti di bestiame. Oltre il 14% del totale, più di quelle fornite da tutti i mezzi di trasporto a combustibili fossili, più di tutte le auto e i camion in tutto il pianeta. Numeri che da soli evidenziano il problema, ma che l’OMS  indica come ancora in crescita. La domanda di carne aumenterà ancora nel prossimo decennio, per scongiurare un disastro tutti coloro che hanno una sensibilità ecologica dovrebbero smettere di consumare proteine animali.

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Carni di origine sintetica

Il recente divieto di produrre carni di origine sintetica in Italia ha dato la stura a milioni di articoli. Il problema di poter trovare soluzioni alternative agli allevamenti di bestiame, cozza con culture alimentari millenarie. Ma il divieto non aiuta a trovare valide alternative e stronca sul nascere la ricerca scientifica. Il protezionismo tout-court non aiuterà un discorso di innovazione che il settore dovrà affrontare prima o poi. Una carne sintetica prodotta in vitro che potesse far risparmiare energia, acqua, suolo ed emissioni, probabilmente, non sarà mai paragonabile nel gusto ad una fiorentina, ma farebbe bene al pianeta. Pensare ad allevamenti di piccole dimensioni, per chi può investire in quel campo, potrebbe salvaguardare cultura alimentare e pianeta.

Ragionare su tempi lunghi

Il cambiamento climatico impone di ragionare su tempi lunghi, ma le decisioni vanno prese ora. Ridurre il numero di bovini, maiali, polli, ovini, ecc. in modo che tutti abbiano accesso alla carne alcune volte alla settimana, può diventare sostenibile. Un’agricoltura parzialmente animale, avrebbe un’impronta ambientale minore, rispetto ad un’agricoltura interamente vegana. A farne le spese sarebbe il ricco occidente che ha raggiunto livelli di consumi di proteine di origine animale molto alti. Vorrà farlo? 

Troppi mangimi per nutrirli

Per far sviluppare tutti gli animali che finiscono nelle nostre griglie e padelle dobbiamo produrre enormi quantità di mangimi. Sembrerebbe ragionevole che fossimo noi umani a nutrirci delle piante e dei cereali che utilizziamo come mangimi. Salteremmo un passaggio. Ma gli umani non possono digerire la cellulosa come fanno bovini e ovini, perciò è il corretto bilanciamento tra queste due agricolture a garantirci una migliore salute. Quasi il 40% della terra arabile del mondo serve per coltivare mangimi, con tutti le problematiche che arrecano. Il consumo di terreni, le deforestazioni, lo spreco di acqua, l’uso di pesticidi e fertilizzanti e l’ovvio incremento dell’impronta carbonica, sono fattori da considerare.

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Proteine necessarie e difficili da ottenere

D’altro canto se abbandonassimo completamente la carne avremmo bisogno di ancor più proteine di origine vegetale. Per nutrire tutta la popolazione dovremmo coltivare quasi il 30% in più di terreni, con ancor più bisogno di acqua, pesticidi fertilizzanti e sempre meno foreste. Una coperta decisamente corta. Livelli moderati di pascolo garantirebbero proteine e meno sfruttamento dei terreni. La carne fornisce proteine ​​e nutrienti che sono assai complicati da ottenere da una dieta esclusivamente vegana. Inoltre gli animali con i loro letami possono fertilizzare il suolo in modo più armonico rispetto ai fertilizzanti chimici. Per questo, il mondo sta meglio con un po’ di carne e latticini, che senza del tutto.

Eliminare o no gli allevamenti

Alcuni studi sostengono che non è necessario eliminare tutti gli allevamenti, basterebbe ridurli della metà, il che salverebbe gli allevatori e migliorerebbe la sostenibilità. Resterebbe ancora molta carne per tutti, paesi in espansione compresi. Se riducessimo il consumo ad una/due volte a settimana, le nostre diete migliorerebbero, e con esse anche la salute del pianeta. Restano le emissioni di gas serra su cui molti studi si stanno concentrando. Col riuso degli scarti alimentari, si possono ridurre le emissioni di metano dei bovini e dei suini. Questo però porta a valutare una diversa alimentazione per gli animali ed una diversa catena per il recupero dei rifiuti.

Un mondo senza allevamenti

Un’altra visione, invece, immagina un mondo senza allevamenti animali per recuperare rapidamente i livelli di CO2. Un’azione shock che sembra poco attuabile, anche se ha dalla sua la salute del pianeta, e perciò non può essere esclusa a priori. Le carni sintetiche prodotte in vitro, sarebbero la soluzione che più si avvicina a questa possibilità di eliminare gli allevamenti. Almeno per il periodo necessario ad impedire che i cambiamenti climatici, possano risultare senza speranza. Scelte da individuare ora per poter immaginare un futuro dove la carne contini ad arrivare a tavola anche se in percentuali ridotte. Quanta carne mangiare

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Leonardo DiCaprio sponsor della carne sostenibile

courtesy Common Wikipedia

Il celebre attore investe in Mosa Meat e Aleph Far, due aziende che producono carne di manzo coltivata

Aumenta ancora l’interesse per la carne-non-carne dopo che si è diffusa la notizia che anche Leonardo Di Caprio investe nel settore.  L’attenzione di DiCaprio per l’ambientalismo è nota e diviene significativa per gli sviluppatori di carne sostenibile e per tutti i consumatori. Le due aziende sono impegnate già da alcuni anni nel produrre una carne che provenga direttamente dalle colture di cellule animali. Leonardo DiCaprio sponsor della carne sostenibile

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Stampata la carne in 3-D di altissima qualità

Protagonista è il celebre manzo giapponese Waygu è tra i più celebrati e costosi del mondo.

I gourmet più attenti alle carni, conoscono tutto del manzo giapponese Waygu. Animali nutriti in modo speciale, allevati con grande cura, vengono massaggiati per ottenere carni di indimenticabile tenerezza. La differenza rispetto alla miglior fiorentina è visibile a primo sguardo. La carne di Waygu è marmorizzata e la sua composizione di muscolo, vasi sanguigni e grasso dona gusto particolare e una consistenza unica. Ovviamente i prezzi dei tagli di questa prelibata carne sono quasi folli (1000dollari al chilo). Sono pochi coloro che possono permettersela, e per questo è rimasta ancorata alle fantasie alimentari di chi non può raggiungerla. Stampata la carne in 3-D di altissima qualità

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Sapete grigliare la carne a dovere?

C’è chi s’è preso la briga di analizzare il modo migliore per avere bistecche perfette e saporite.

È arrivato quel periodo dell’anno dove cucinare in casa fa troppo calore, perciò è uno sbocciare di griglie in giardini, prati o balconi. Cominciano anche i litigi coi vicini per gli odori ed i fumi, ma noi li ignoreremo. È estate e non si può rinunciare a qualche bella bistecca preparata sulla carbonella. Per aiutarvi a trovare la perfetta soluzione esistono studi scientifici che sono arrivati anche ad analizzare le bistecche col gascromatografo. Se volete diventare il re della griglia leggete queste indicazioni. Sapete grigliare la carne a dovere?

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Enogastronomia

Che sapore ha la carne non-carne?

La mangerete? O avete dubbi sulla sua qualità?

E’ arrivata, dopo anni di ricerche, di annunci, di presentazioni e rimandi adesso è veramente pronta per essere servita in tavola. La carne non carne è disponibile nelle hamburgherie Welldone. Sono 15 punti vendita in Italia ma la catena è in espansione. La curiosità è tanta e il progetto sembra decisamente etico e sostenibile. Resta un dubbio che sapore ha la carne non-carne?

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