Benessere, Enogastronomia

Svuotiamo gli oceani troppo in fretta

Impediamo ai pesci di riprodursi a sufficienza, troppo pescato senza rispetto

Ci sono quasi 4 milioni di pescherecci e natanti dedicati alla pesca, raddoppiati in 60 anni e soprattutto quasi tutti motorizzati. La pesca viene effettuata sempre senza avere idea di cosa accadrà nel futuro. Non c’è programmazione. Ogni pescatore ha diritto di sostenersi con quello che è un lavoro probabilmente iniziato in famiglia da secoli, ma si stanno depauperando mari ed oceani in modo insostenibile. Svuotiamo gli oceani troppo in fretta.

Un grande sforzo per poca resa

Questo enorme numero di pescherecci contrasta con quanto viene pescato. Con lo stesso impiego di forze nel 1950 si pescava molto di più, significa che si spende sempre di più e si pesca in proporzione sempre meno. Una frenesia di svuotamento che ci porterà a un punto di non ritorno. Le reti a strascico, quelle che arano il fondo, distruggono tutto non lasciano nulla alle prossime generazioni. Sono proibite ma non in tutti i paesi. L’uso di alte tecnologie, con ecoscandagli sempre più precisi, non lascia scampo a nessun banco di pesci.

oceani pesce

Uno sforzo dialcune nazioni non basta

Le regole e le leggi locali specie in Nord Europa, America e Australia hanno contenuto un poco il danno. I banchi di pesce si sono quasi stabilizzati in quelle aree, ma in altre zone si rischia la desertificazione. L’Asia ad esempio, ha incrementato del 400% il proprio pescato. Molte economie asiatiche sono in espansione, la domanda è alta e verranno allestite altre 700 mila o un milione di pescherecci entro il 2050. La maggior parte dei banchi di pesce è vicina alle coste, ma con nuove navi super-motorizzate ben presto verranno spazzati anche gli oceani in altura. Togliendo la speranza che almeno lì possano riprodursi in pace.

Colpa della grande industria?

Tutta colpa della grande industria che vuole fare grandi profitti in tempi brevissimi? Probabile, ma la colpa non è delle solite major che usano tutti gli strumenti in loro possesso. La colpa è delle legislazioni che sono spesso insufficienti o aggirate. Colpa del degrado dovuto all’inquinamento ed ai cambiamenti climatici di cui siamo tutti colpevoli in qulche percentuale. Colpa anche delle nostre scelte alimentari. Ci ostiniamo a consumare i soliti 10 tipi di pesce, tagliando fuori molte specie che vengono pescate e rigettate ormai morenti.

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Una scuola di cucina apposita

Servirebbe una nuova scuola di cucina appositamente tarata su altri tagli, su altre specie, meno nobili ma altrettanto gustose. Se non cercassimo solo triglie, orate, naselli e merluzzi si darebbe il tempo a queste specie di ricostituirsi, mentre consumiamo quelli che sono considerati pesci buoni solo per il caciucco. Una scelta intelligente da parte di ogni consumatore cambierebbe il mercato. Le specie che ora vengono rigettate a mare avrebbero un valore e non ci concentreremmo solo suo soliti noti. I pescatori anche quelli con piccole barche avrebbero un guadagno assicurato.

Banchi stressati

Una dichiarazione del portavoce del Dipartimento del Commercio e delo Sviluppo delle Nazioni Unite parla apertamente di sovrauso degli oceani. Il 90% dei banchi di pesce sono stressati e troppo sfruttati. Si annuncia un giro di vite per incrementare i controlli delle illegalità ed impedire che qualcuno possa rovinare anche quello che è rimasto nei mari. Molti pescherecci sono illegali sia per l’attrezzatura, sia per le zone di pesca. Non rispettano le pause e le stagionalità. Impediscono il riformarse delle scorte di pesce e ci destinano ad un futuro poco roseo per semplice avidità. Svuotiamo gli oceani troppo in fretta.

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Svuotiamo gli oceani troppo in fretta non lasciamo il tempo ai banchi di pesce di ricostituirsi, la domanda è forte e troppi natanti sono fuorilegge
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