Trovato in Siberia nel permafrost e perfettamente conservato
Gli scienziati russi e sud coreani hanno un nuovo giocattolo con cui fare le loro ricerche. Non è ancora il caso di parlare di effetto Jurassic Park, ma la porta a cui stanno bussando è proprio quella. Alcuni mesi fa dei cacciatori di frodo di avorio preistorico, richiestissimo sul mercato nero, si sono imbattuti in un ritrovamento inatteso. Hanno avvisato gli studiosi che ora stano scongelando un puledrino di 42.000 anni fa.
E’ un cavallo di Lena
Il puledrino appartiene all’estinto cavallo preistorico di Lena o Lenskaya. Cavalli di ridotte dimensioni simili ai pony mongoli dotati di foltissimo pelo per difendersi dal freddo.E’ morto soffocato in una pozza di fango dalla quale non è riuscito a liberarsi, e che si è subito congelata. Nello stomaco c’erano abbondanti tracce di fango che ha cercato di ingerire nel tentativo di liberarsi. Aveva solo una o due settimane di vita. Ora gli scienziati, grazie a questo ritrovamento, conoscono il vero colore del pelo dei cavallo di Lena, marrone scuro con coda e criniera nere.
La ricerca del DNA
La ricerca degli studiosi ora è tutta concentrata sul rintracciare tracce di DNA dagli organi interni. L’eccellente stato di conservazione ha permesso di ottenere una buona quantità di sangue, ma il sangue non contiene DNA che è il vero obiettivo. Non fanno mistero di voler tentare di ricreare la linea genetica che possa riportare in vita il cavallo di Lena. Ne sono tanto convinti da aver già iniziato a cercare una cavalla nella quale inoculare, tramite inseminazione artificiale, un ovulo che contenga il DNA del puledrino.
I rischi di creare un mostro
I tentativi di creare un continuun con linee genetiche che si sono estinte, non ha portato a successi sinora. Un altro team che ha avuto a disposizione il corpo congelato di un mammuth lanoso di circa 12,000 anni non è riuscito a completare l’operazione. Solitamente i tentativi di creare cloni ha dato vita ad animali malati, molto deboli che non hanno avuto una vita felice. Il quesito etico che ci si pone è se vale la pena di svolgere un lavoro così impegnativo per riesumare una salma.
Jurassic Park sindrome
La sindrome Jurassic Park è sempre ben viva. Il timore che qualcosa possa andare male, anche se in questo caso si tratta solo di un puledro e non di un T Rex, fa porre parecchie domande. La scienza non accetta di fermarsi davanti a questioni morali, è una corsa alla scoperta di nuovi confini. Quindi a che stadio si fermeranno? Sapranno stoppare i progetti nel caso ci siano alterazioni? Cosa accadrà degli eventuali eredi, ripopoleremo la steppa di cavalli di Lena? Sarà un fenomeno da baraccone o vera ricerca scientifica. Il limite è sempre labile, ed è così semplice superare il confine tra eticità e smania di successo.
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