Il covid-19 mette in evidenza una problematica che non si era mai manifestata in modo così evidente. Scegliere tra la salute dei cittadini e la loro vulnerabilità economica.
Il terrore di molti paesi e relativi governanti è di dover ricorrere a mezzi molto impattanti come il lockdown. Sono misure economicamente molto pesanti che comportano un ripensamento della gestione del PIL e delle risorse. Proprio per questo alcuni stati hanno cercato e ancora cercano di negare la presenza del coronavirus. I populisti tentano di addossare le responsabilità ad altri per non farsi carico delle loro decisioni politiche. Soldi o salute la scelta etica che impegna la politica
Il gioco di rimando di Johnson, Orban, Trump e Bolsonaro
Ognuno degli irresponsabili presidenti di UK, USA, Ungheria e Brasile ha finto di non vedere. Oppure ha sminuito al massimo la portata del problema, arrivando fino a negare l’esistenza del Covid-19. Trump per esigenze elettorali ha promosso una campagna di disinformazione, che creasse una sorta di rottura con la Cina. Accusando Wuhan di aver creato il virus e di averlo diffuso volutamente, ha creato le condizioni per uno scontro. Tutte mosse politicamente squallide, per prendere tempo, ed evitare di rallentare le attività economiche dei loro grandi elettori.
L’etica folle del tanto dobbiamo tutti morire
Non c’è niente di etico nel ricordare ai propri cittadini che tanto prima o poi tutti dovremo morire. Significa non dare alcuna importanza alla vita del prossimo, una scelta che dovrebbe far arrabbiare chiunque. Eppure pur di rinviare il lockdown Bolsonaro è arrivato a dire anche questo. Per supportare questa ineluttabilità ha evitato di indossare mascherine e si è prodotto in centinaia di selfie con gruppi di persone senza alcun limite di distanziamento sociale.
La ripresa del Covid-19
Purtroppo da alcuni giorni c’è una evidente espansione del virus. Molti focolai di ritorno in aree che sembravano aver raggiunto cifre di contagio a sole due cifre. Spagna, Francia, Belgio, UK, Germania, i paesi balcanici sono alle prese con episodi di contagio di ritorno che assumono aspetti preoccupanti. Mancano notizie confermate di molti paesi del cosiddetto terzo mondo, dove la sanità pubblica non è in grado di affrontare il problema in modo soddisfacente. I dati sono preoccupanti e fanno sperare che il vaccino arrivi prestissimo, prima che la pandemia riesploda.
Contrappesi
I paesi si sono comportati in modo diverso, dando l’impressione di avere diversi livelli di moralità. Alcuni hanno privilegiato la parte economica a discapito della salute. In Uk solo davanti ad un report che indicava in oltre mezzo milione il numero delle vittime, si sono decisi a ripensare alle loro scelte. Il tono del report era inequivocabile. “Il lockdown comporta enormi costi economici e sociali, i quali potrebbero avere di per sé un impatto significativo a breve e a lungo termine sulla salute e sul benessere”.
Riempire le fabbriche o i cimiteri?
Domanda brutale ma necessaria che comporta una presa di posizione etica ben precisa. Il tentativo di mantenere aperte tutte le attività economiche ha comportato gravi perdite umane. Ne sono testimoni la Lombardia e la bergamasca. Tutti ricordiamo le file di mezzi militari cariche di bare, e le scelte folli relative alle case di riposo. La salute deve tonare al primo posto, la produzione industriale deve fare un passo indietro e saper aspettare se non ci sono le condizioni favorevoli. Senza mezzi economici nessun paese può sopravvivere, però trovare un corretto bilanciamento è l’unica strada percorribile. Soldi o salute la scelta etica che impegna la politica
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