I nostri ricordi d’infanzia sono piegati alle nostre esigenze, molto probabilmente li abbiamo ampliati, ridotti o stiracchiati a piacere per adattarli ai nostri bisogni
Le nostre storie, che immaginiamo così interessanti e impresse nella memoria, in verità sono inaffidabili e noi siamo dei gran bugiardi. Ognuno di noi ha episodi che pensa potrebbe rivivere istante per istante, che sono così reali, eppure sono solo come avremmo voluto che le cose andassero. La memoria ci ha miseramente fregato. Abbiamo fatto confluire la voglia di un bel ricordo su una storia che abbiamo orecchiato o abbiamo reinventato dal particolare di una foto e da lì abbiamo cominciato a costruire. Siamo tutti un sacco di bugiardi cronici.
Una memoria finta
Non lo facciamo per farci del male, anzi, queste piccole menzogne, sono quasi sempre fatte per proteggerci. Ci regalano soddisfazioni che altrimenti ci renderebbero un’infanzia piatta, meglio allora diventare dei contaballe. Gli scienziati che studiano la memoria ci fanno sapere che almeno il 40% di noi ha una memoria falsa e fittizia. Alla richiesta di ripensare al primo ricordo hanno scoperto che molti di noi si fabbricano un ricordo fasullo. Un ricordo vissuto prima di aver compiuto i due anni d’età e quindi inverosimile. Qualcuno elabora menzogne più complesse e risale ai primi 6 mesi, alcuni pensano addirittura di ricordare il momento della loro nascita. Molti dei partecipanti ai test si sono arrabbiati quando hanno capito che i loro ricordi erano ricostruiti.
Dopo i tre anni
La nostra memoria comincia a funzionare solo dopo i 3 anni. I nostri teneri cervelli non sono pronti per immagazzinare ricordi precedenti, manca proprio lo strumento necessario. Perciò se ricordate quella caduta dal seggiolone, sappiate che l’avete ricostruita sui racconti di genitori nonne e zie. Il ricordo reale di quel contesto non esiste. Anche molto di ciò che ricordate prima di aver compiuto i 6 anni, sono solo frammenti che avete ricucito a piacere. La prima corsetta, o la memoria di qualcosa accaduto mentre eravate a passeggio nel girello o nella carrozzina, son tutte balle. Vi siete imposti di ricrearla e lo avete fatto benissimo, tanto che ora credete sia assolutamente vero.
Le nostre bugie così vere
I ricordi che ci siamo fabbricati, ci sembrano così veri. Li abbiamo assemblati e arricchiti di particolari fino a farli diventare palpabili. La cosa sorprendente è che li abbiamo immagazzinati assieme a quelli reali, nello stesso modo, fianco a fianco con quello che abbiamo mangiato a mezzogiorno. Questo pone un quesito interessante, i nostri ricordi sono finti e reali, o sono tutti finti? Li abbiamo ricostruiti, aggiungendo dettagli o togliendo qualcosa a seconda del bisogno di farlo diventare un ricordo positivo o negativo.
I ricordi sono talmente indelebili da cambiare col tempo
Ogni volta che rendiamo disponibile un ricordo, in realtà facciamo un’azione di rielaborazione. Perciò il ricordo muta, a volte impercettibilmente, a volte in modo evidente. Non stupisce che un evento che abbiamo vissuto con altre persone, assuma diverse coloriture a seconda di chi lo narra. C’è del vero nel detto che il tempo cancella, piano piano anche i ricordi peggiori vengono intaccati, sgretolati fino a darci la forza di superare le negatività. Le avversità e le sfide di ogni giorno sono più facili da vivere se smussiamo le asperità dei ricordi. Acquisiamo positività dalle nostre rielaborazioni.
Saper valutare il passato
Riconoscere nel nostro patrimonio di memorie gli strumenti che servono per valutare la probabile successione degli eventi, è utile. Sapere in anticipo, facendo tesoro dei ricordi, che dopo A probabilmente arriverà B o ci sarà una certa reazione, potrebbe salvarci la vita. Se questo non accade, useremo le nuove informazioni per aggiornare la nostra memoria, applicando le altre variabili. Non piace a molti scoprire che abbiamo mentito a noi stessi, la memoria falsa è sgradita, ci rende meno “puri”, eppure è con quella che abbiamo costruito una rete di ricordi. Siamo tutti un sacco di bugiardi cronici.
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