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Schiavo di un pettirosso

Schiavo di un pettirosso

Sono stato adottato da un piccolo pennuto che mi considera il suo personale distributore di cibo

Un piccolo pettirosso mi visita ogni mattina dalla finestra del bagno, la più riparata della casa. Ho cominciato a mettere semini, lenticchie avanzate dello scorso anno e semi di zucca. Non avevo altro in casa che potesse interessarlo e anche se in natura è un insettivoro, non ha disdegnato i semi. Anzi se mi dimentico di metterne qualcuno becchetta contro il vetro, per avvisarmi che sono in ritardo. O forse è la sua minaccia di sfrattarmi se non ottempero ai miei compiti. Perché una cosa è certa, comanda lui. Schiavo di un pettirosso

Dove avrà nidificato

Non so dove abbia nidificato, ma dev’essere qui vicino, i pettirossi sono molto territoriali e la loro zona è off limits per chiunque. C’è spazio solo per una pettirossina nel suo spazio. Il suo nido è piccolissimo, grosso come una tazzina da caffè e quindi si mimetizza bene anche tra i rami spogli. Diventa complicato trovarlo anche se si cerca di seguire con lo sguardo i suoi voli. Credo che abbia approfittato di una siepe, fitta abbastanza per impedire al gatto, padrone del giardino, di cacciarlo.

Bacche

Adora le bacche e cercherò di procurargliene qualcuna, le aggiungerò a un biscotto sbriciolato. Ma è un uccellino sfrontato, non ha molto timore degli altri uccelli anche di dimensioni maggiori. Li scaccia con una irruenza formidabile. Non ha paura nemmeno degli umani che utilizza per i suoi scopi. É abbastanza comune vederli becchettare negli orti dietro a qualche ortolano che sta vangando o zappando. La sua fame, nonostante le dimensioni minime (arriva raramente a 20 grammi) è degna di quella dei passerotti. Incamera quante più proteine possa prima dell’arrivo dei giorni più freddi.

Schiavo di un pettirosso

Canta benissimo

Ha un bellissimo canto molto variato fatto di piccoli fraseggi, accompagnato da trilli. É uno dei più canori tanto che si contende la palma di miglior cantore assieme all’usignolo. Sta per cominciare la sua stagione degli amori, quindi le sue canzoncine sono assicurate per i prossimi due mesi. La cova dura un paio di settimane e la nidiata di solito è di 3-4 piccoli di cui si prendono cura entrambi maschio e femmina.

Sacro a Thor

Nel Nord Europa, per la sua resistenza al freddo e ai climi rigidi lo considerano un simbolo di grande forza, tanto da considerarlo sacro a Thor. Fare del male a un pettirosso portava a scatenare le sue ire, che potevano portare, visto il caratterino del dio, a tuoni e serie tempeste. Per i celti era il simbolo dell’inverno e quindi della fine dell’anno vecchio. La sua presenza garantiva che ci sarebbe stata una nuova primavera. Nella tradizione anglosassone ai pettirossi viene offerto da mangiare nei giorni più freddi, per essere certi che arriverà in salute ad iniziare il nuovo anno.

Tradizione cristiana

Esistono alcune leggende cristiane legate ai pettirossi. Una racconta che l’uccellino cercò di strappare dal capo di Gesù la corona di spine e con quelle si punse e il suo sangue si mescolò a quello di Cristo. Il marchio di quell’impresa rimase indelebile sul suo corpicino. Un’altra racconta che nella grotta di Betlemme, il fuoco che doveva riscaldare la sacra famiglia, stava spegnendosi. Un pettirosso, allora grigio di colore, sbatté le ali vigorosamente per rianimarlo e come ricompensa ricevette il marchio color fuoco sul suo petto.

Schiavo dei suoi desideri

In ogni caso, tra leggende e realtà, resto schiavo dei suoi desideri. Ormai aspetto, ogni mattina, il suo trillo d’avviso o il suo becchettio sul vetro. Sa che riceverà qualcosa da mangiare, e anche se non si farà mai toccare, siamo un poco amici. A me porta buonumore sentirlo e vederlo e a lui assicura un pasto. Mi sembra un patto, non firmato, abbastanza ragionevole, ognuno di noi riceve qualcosa. Schiavo di un pettirosso

Schiavo di un pettirosso

Credits: Pixabay

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Schiavo di un pettirosso che mi comanda a bacchetta e vuole mangiare sulla finestra del mio bagno, siamo quasi amici ma comanda lui
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