Sono decisamente in un trend positivo ma scontano ancora un enorme gender gap.
C’è un ottimo fermento imprenditoriale e viene soprattutto dal versante femminile. La voglia di mettersi in discussione e di creare sviluppo, in un periodo funestato da troppe cattive notizie è, di per sé, un elemento molto positivo. Tra guerra, mancanza di risorse alimentari, aumenti scriteriati di prezzi, mancano i presupposti per un rilancio decisivo. Eppure l’imprenditoria femminile sta vivendo un personale boom, i trend economici parlano chiaro. Saranno le imprese femminili a costruire il futuro
Esempi rilevanti
I fondi per il PNRR sono a disposizione per progetti di ampio respiro, che possano creare occupazione e rilancio. Ci sono esempi interessanti che si stanno evidenziando. Le start-up al femminile si moltiplicano ma hanno bisogno di incubatrici per svilupparsi al meglio. L’esempio di Accademia d’Impresa di Trento si colloca proprio in quel solco. È urgente però dare risposte concrete per creare le condizioni del miglior successo. I settori maggiormente sviluppati da imprenditrici femminili sono agricoltura e commercio. Seguiti da turismo e risorse e servizi per le imprese, manifatturiero ed energetico. Un ventaglio molto variegato di proposte che modificano alcuni stereotipi. Molto rilevante la percentuale delle conduzioni femminili nella ristorazione, dove raggiungono quasi il 30% del totale.
Imprese ancora fragili
L’imprenditoria giovanile e femminile soffre di mancanza di fondi, strutture e di fragilità. Impossibile chiedere ad imprese così giovani di avere già una solidità, che solo l’esperienza può portare. Serve la capacità di alleggerire e favorire tutti i processi burocratici e le infrastrutture, specie se tecnologiche. Le imprese femminili sono solo il 22% del totale, scontano il gender gap e la poca fiducia degli istituti finanziari. Eppure il potenziale c’è, e sta a chi ha gli strumenti corretti per farle funzionare a darsi da fare. Interventi mirati a partire dall’istruzione e dalla formazione. Le inutili separazioni tra attività al maschile e al femminile non ha più senso. Uniformare potrebbe essere una delle soluzioni per le nuove generazioni.
Aumento delle donne giovani e giovanissime
Tra le start-up è evidente il desiderio delle ragazze di creare nuove strutture aziendali, infatti, sono in netta maggioranza rispetto ai coetanei maschi. Sono diventate anche più attente a costruirsi strutture finanziarie solide per sostenere il loro operato. L’imprenditoria femminile potrebbe rappresentare proprio quel puntello ulteriore, che i momenti difficili necessitano. La recessione che sembra per alcuni inevitabile, si combatte meglio con idee fresche e innovative. In questo le imprenditrici sono sicuramente in vantaggio, e possono diventare un fattore per creare posti di lavoro e rilancio economico.
Ambiente e sostenibilità
La componente femminile ha da sempre una sensibilità maggiore verso i temi ambientali e sul sistema della sostenibilità. L’aspetto della conservazione ambientale diventa un altro topic importantissimo, necessario per mantenere e migliorare la nostra salute. Non solo fisica ma anche economica, una grande spinta per mantenere integra o anche migliorare le condizioni dei nostri territori. Con visioni differenti del lavoro, della sua struttura e facendo saltare tutti gli stereotipi che mantengono il gender gap. Saranno le imprese femminili a costruire il futuro

