Rese in aumento e costi in flessione per produrre meglio con benefici economici
Una delle più grandi preoccupazioni dei futurologi è rintracciare abbastanza cibo per tutti gli abitanti del Pianeta. Ora che abbiamo sfondato la soglia psicologica degli 8 miliardi, il problema diventa ancor più pressante. Saranno le palme da datteri a garantirci abbastanza proteine ed energia? O potrebbe essere un cibo che già sfama oltre 4 miliardi di persone? Parliamo del riso. Ci sono importanti tentativi di mutare il modo di coltivarlo. Riso perenne una soluzione alla fame Leggi tutto: Riso perenne una soluzione alla fame
Il riso perenne
Il riso viene attualmente coltivato annualmente. Ad ogni nuova stagione il terreno deve essere preparato, arricchito di fertilizzanti e seminato con le nuove piantine. Ma il riso potrebbe diventare perenne. Gli studi portati avanti da diversi ricercatori, vanno in quella direzione. Il riso consente due raccolti annui, anche se il secondo è solitamente di minore portata. Però esistono nuovi cultivar che possono crescere e sviluppare raccolti per diversi anni. Non sono piante che possano vivere in eterno, con lo stesso standard produttivo, ma al momento sono arrivati a 5 anni anziché uno solo.
10 raccolti anziché due
Si possono ottenere da questi nuovi ibridi 10 raccolti consecutivi senza dover arare, fertilizzare e ripiantare le piantine di riso. C’è anche un risparmio del consumo di acqua. Un altro dei problemi che i climatologi hanno ben presenti come incombenti. Un risparmio economico notevole che potrebbe rilanciare la coltivazione. I contadini del sud est asiatico, soprattutto in Cina, dove la produzione è concentrata, stanno lasciando i campi in cerca di riscatti economici. Far loro guadagnare in modo costante e cospicuo, può farli tornare alle loro risaie. Queste piante che riescono a produrre per alcuni anni consecutivi, sono incoraggianti.
Incroci complicati
Il riso è coltivato da millenni, nel modo sbagliato. Il cereale così importante per l’alimentazione mondiale, è stato pensato solo come annuale, ma esistono in natura specie che sono più resistenti. Ibridando risi molto produttivi, con piante più longeve si sono raggiunti obiettivi importanti. Da verificare sul campo in tempi medio-lunghi. Era impossibile avere riscontri in un solo biennio, per confrontarli con le piante annuali. I tentativi sono stati davvero tanti, iniziati negli anni ’70, con molti insuccessi. Ma ora è stato messo a punto un seme che sembra soddisfare tutte le esigenze, di mercato, operatori e agricoltori. Per arrivare al successo sono serviti 23 tentativi, infatti il nuovo seme è stato chiamato PR23 (Perennial Rice 23).
Cinque stagioni di seguito
Per avere conferme hanno chiesto a vari agricoltori di piantare il PR23 ed altri tipi di riso per controllare rese, ed eventuali minori investimenti. Per produrre un raccolto migliore e un’agricoltura migliore e più sostenibile. I dati sono stati incoraggianti. Le perenni hanno dato gli stessi raccolti per ettaro delle annuali ma lo hanno fatto per 5 stagioni consecutive. Le spese sono crollate a circa la metà per i fertilizzanti e sementi, con un vistoso incremento del profitto. Anche il terreno è migliorato, con maggiori nutrienti come il carbonio organico e l’azoto lasciati nel suolo. Ovviamente le piantine andranno seminate nuovamente a fine ciclo, ma farlo una volta ogni 5 anni è sicuramente un grande risparmio per gli agricoltori.
In Cina già molti hanno piantato il perenne
Gli evidenti vantaggi hanno catturato l’attenzione dei coltivatori. Molti di loro sono passati al perenne, anche se rappresentano solo una frazione del totale. Il potenziale è notevole e migliorabile, con buone speranze che le prossime generazioni di PR possano rivelarsi ancora migliori. Altri paesi asiatici e africani stanno testando la possibilità di allevare il perenne. L’interesse è decisamente alto, e forse darà una mano a sconfiggere la fame nel mondo. Riso perenne una soluzione alla fame
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