Un problema da affrontare assieme senza pregiudizi
Riscaldamento globale, se ne parla ovunque, spaventa e fa indignare. Soprattutto per l’indifferenza di alcuni grandi che negano la sua pericolosità. Sappiamo veramente a cosa andremo incontro? Perché si ostinano a contraddire gli studi di eminenti scienziati che invocano attenzione da anni?
E’ l’uomo la causa
I portavoce delle organizzazioni interessate alla salvaguardia del pianeta parlano esplicitamente di un problema sottovalutato. In prospettiva futura l’innalzamento delle temperature porterà a grandi disastri ecologici ed economici. Nel 2030 si prospetta un aumento medio delle temperature di 1,5 gradi Celsius. Le conseguenze saranno catastrofiche se non si interverrà con politiche che cambieranno il nostro modo di vivere. Già la temperatura è salita di un grado rispetto alla grande rivoluzione industriale degli inizi dell’800. E’ l’azione antropica ad aver spinto in alto le temperature, ed è l’uomo che deve porvi rimedio.
Interessi contrapposti
Nazioni dal consistente business industriale come USA, Russia e Brasile non sembrano intenzionate a porre alcun freno. D’altra parte paesi che sono in forte sviluppo come quelle africane, asiatiche o l’India stessa non vogliono mancare al banchetto. Dopo essere state escluse per secoli ora hanno l’opportunità di promettere benessere ai propri cittadini. Ovviamente a scapito dell’intera popolazione mondiale. Riuscire a coordinare azioni concrete che coinvolgano le differenti filosofie degli stati è la parte principale del problema. I negoziati che regolarmente vengono intrapresi non hanno la forza necessaria per mutare lo scenario. Sono impegni nazionali volontari che non impegnano inderogabilmente le nazioni a controllare l’innalzamento delle temperature.
Scenari possibili
Se le cose resteranno così le conseguenze del riscaldamento globale saranno terribili per fauna e flora. Gli scenari che gli scienziati hanno elaborato sono veramente tragici. Alcuni si spingono a dire che ormai è troppo tardi, che solo un cambio drastico di rotta potrà salvare il pianeta. Ma non sarà indolore. Secondo Elena Grandi causerà “l’aumento vertiginoso della desertificazione, la distruzione di migliaia di specie animali. La perdita dei ghiacciai e di terre adatte alla coltivazione, e l’incremento di fenomeni come inondazioni e uragani. In realtà, anche solo un decimo di grado in più, può fare danni irreparabili. Gli effetti di questi aumenti non sono lineari, ma possono essere repentini ed estremi.”
Una soluzione plausibile
Una soluzione potrebbe essere quella della riforestazione. Occorrerebbe una superficie enorme ogni anno, 300.000 km quadrati. Grosso modo la superficie dell’Italia. Il limite di 1,5 gradi di incremento è stimato come la soglia massima per il punto di non ritorno. Serve un impegno fortemente etico di tutti per non superare quel limite. La sostenibilità diventa un fattore di sopravvivenza.

