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Regoleremo anche l’attività delle prostitute?

regoleremo anche l'attività delle prostitute

La quarantena ha mutato le situazioni di domanda-offerta nel mercato del sesso, riusciremo a regolarizzare anche questo a fine emergenza?

Le prostitute non riescono a svolgere la loro attività per mancanza di clienti e sono in grave crisi finanziaria. Questo non depone molto bene sulla loro capacità di risparmiare i proventi di una attività che è completamente esentasse. Se anche vogliamo tener conto della cospicua cresta fatta dai protettori, ci si chiede come riescano a scialacquare tutto il loro denaro. Usualmente chi smette di praticare il mestiere più antico del mondo, deve ripartire da zero, con un’altra vita, dando fondo ai propri risparmi. Se non li ha accantonati, non riuscirà a ripartire. Regoleremo anche l’attività delle prostitute?

Pensioni e fatturato

Se non hanno attivato pensioni integrative, non percepiranno altro che la minima, un emolumento con cui è complicato vivere per chiunque. Eppure ora le prostitute, messe sul lastrico dalla crisi, chiedono sovvenzioni dallo stato. Cassa integrazione o bonus fiscali, senza aver mai erogato un centesimo di tasse. Anche se sostengono indirettamente l’economia coi loro acquisti a cui è applicata l’IVA , in realtà partecipano ad un sommerso che muove milioni di euro ogni anno. Difficile dare un dato esatto visto che si tratta di sommerso, in ogni caso si parla di un fatturato attorno ai 4 miliardi di euro annui.

Quante sono

Le prostitute che operano sul nostro territorio sono circa 90.000, comprensivo di stabili e saltuarie. Quelle che svolgono solo quel lavoro sono circa 60.000, 10.000 di loro, ricercatissime, sono minorenni. Il mercato è abbondantemente in mano a prostitute che provengono dagli stati dell’est (Ucraina, Bulgaria, Romania, Albania) e nigeriane. Le organizzazioni malavitose che le controllano importano materia prima dai loro paesi d’origine. Questo comporta una grande liquidità, spesso convertita nel traffico di droga. Professano in strada quasi il 60% dei soggetti, ma il dato è in flessione da quando esiste la possibilità di contattarle su internet. Le prestazioni in case private sono in aumento, così come quelle in albergo.

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Varietà di offerta

Chi si prostituisce è in maggioranza donna, anche se è in forte crescita la richiesta di transessuali e travestiti. In forte aumento il sesso peer-to-peer ovvero la possibilità di contattare cam-girls. Prostitute che operano in video, con la possibilità di effettuare richieste particolari da parte dei clienti. In aumento proprio per questo, anche i servizi di bondage, S&M, costrizione e giochi di ruolo, dove i ruoli vengono determinati in anticipo. Le cam-girls sono quasi 20.000. La spesa media mensile dei clienti, che sono circa 3 milioni in Italia, è di 120 euro.

Moralità o portafogli

Se da un lato c’è un aspetto morale, legato alla mentalità cattolica del paese (e niente è più divertente del proibito) dall’altro c’è un evidente ammanco dell’erario. Considerando prostituzione e droghe leggere come interconnesse, si trovano dati numerici enormi, che potrebbero rientrare tra i tassabili. Coi conti della serva, se tutte le prestazioni venissero tassate si avrebbe un ritorno tra gli 8 e i 10 miliardi di euro. Una cifra enorme. Come riuscire a tassarle in un paese dove la prostituzione non esiste, perché non la si vuole vedere?

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Esempi da altri paesi

Ci sono esempi virtuosi da altri paesi, dove la prostituzione è regolamentata e svolta in strutture protette, lontane dalle strade urbane e suburbane. Una vera industria controllata, come in Germania o Olanda, dove le prostitute possono associarsi in cooperative, e gestire delle strutture dedicate al sesso. In questo modo possono avere una certa stabilità finanziaria ed una sicurezza pensionistica. Oltre ad una qualità sanitaria che protegge anche la clientela. Riaprire le case chiuse? Perché no? I tempi sono mutati. Dovremmo ripensare al mercato del sesso in modo più laico, distanziandoci dall’idea dei vecchi casini. Le prostitute avrebbero il controllo dei loro destini. I clienti troverebbero il modo di consumare in ogni caso, ma che sia lo stato o il macrò di turno a guadagnarci, fa la sua differenza.

I servizi necessari

I servizi, oggi che la sanità pubblica arranca per mantenere uno standard elevatissimo, e superare il COVID-19 mostrano il fianco alle critiche. I finanziamenti sempre insufficienti richiedono un ripensamento ed un certo disincanto. Il sesso è giusto che contribuisca anch’esso alle sorti del paese. Togliere facili finanziamenti alle organizzazioni criminali, è un altro degli aspetti positivi di una regolamentazione del mercato.  Le prostitute invece di andare a piatire un pasto caldo alle mense della Caritas potrebbero così incassare il loro bonus come qualsiasi altro lavoratore. La cassa integrazione meretrici può far sorridere, ma se con i fondi provenienti dalla prostituzione si potessero salvare vite, magari acquistando respiratori, sarebbe assai positivo. Regoleremo anche l’attività delle prostitute?

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Credits: Pics by PxHere

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Regoleremo anche l'attività delle prostitute? troveremo una soluzione per tassare anche l'attività sessuale che crea un enorme sommerso ed alimenta malavita
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