La cittadina di Longyearbyen sta diventando famosa grazie ad alcune leggi molto particolari
È situata nell’arcipelago delle Svalbard, e gode della fama di essere la città più vicina al Polo Nord. Le condizioni di vita non sono semplici, infatti qui la notte invernale può durare fino a 4 mesi. Il sole non è più un riferimento e influisce un po’ sull’umore dei 2.000 residenti. Come potete facilmente supporre le temperature sono molto basse e serve uno stile di vita particolare per sopravvivere. L’esistenza di questo piccolo insediamento, era legato allo sfruttamento di miniere di carbone. Che però ora non esistono più o sono state trasformate. Qui non si nasce e soprattutto non si muore
Miniere esaurite
Quando le miniere si sono esaurite e il carbone è diventato sempre meno attrattivo il destino di Longyearbyen sembrava segnato. Ma gli ex lavoratori delle miniere non se ne sono andati e sono rimasti per dare una chance ad un’attività molto più redditizia, il turismo. I visitatori restavano affascinati dal luogo, nonostante la durezza del clima, e chiedevano di potersi fermare sempre più a lungo. Il fascino di vivere sul bordo della “fine del mondo noto” ha fatto il resto. Un luogo tanto remoto da diventare attraente per chi cerca un turismo lontano dalle folle.
Leggi draconiane
I residenti locali, per proteggere la loro cittadina, hanno formulato due leggi che a noi possono sembrare un poco folli. Qui non si può né morire né partorire. Ci sono dei motivi che spiegano queste scelte. Se qualcuno dovesse morire dovrebbe essere seppellito nella neve. La lentissima decomposizione potrebbe attirare ospiti sgraditi come gli orsi polari. Una delle minacce più serie per gli abitanti del luogo. Per questo chi si ammala gravemente o sente di essere alla fine della propria vita, viene inviato in strutture ospedaliere sulla terraferma, in Norvegia.
Cure mediche e parto
Questo vale anche per le cure mediche, e tra queste anche il travaglio. Le donne gravide vengono invitate a trasferirsi in una cittadina più grande, dotata delle strutture adatte per la maternità, per non correre rischi durante il parto. I bambini quindi, sulla loro carta d’identità, riporteranno tutti differenti luoghi di nascita, rispetto a Longyearbyen. La curiosità è che nella cittadina dove non si può nascere, esiste in realtà una banca dei semi, deputata però a salvare la rinascita della flora.
Banca dei semi in miniera
Per ospitarla è stata trasformata una delle vecchie miniere di carbone. La banca è stata creata per proteggere la maggior parte delle piante scoperte ed anche alcune già estinte. Le essenze conservate sono più di 800.000, ma la raccolta continua. La banca dei semi è stata creata per salvare le piante anche in caso di catastrofi naturali o provocate dalla incuria o dalla follia umana. Questa raccolta di essenze è diventata anch’essa una meta per i turisti
Salvaguardia della fauna, niente gatti
Nella Svalbard c’è una grande attenzione verso la natura e non solo verso i vegetali. La fauna delle Svalbard è particolare e ridotta nel numero di specie. Per proteggere questa diversità sono state prese alcune precauzioni. Soprattutto per gli uccelli che sono la stragrande maggioranza della fauna esistente, i residenti hanno deciso di eliminare alcuni pericoli che potrebbero portarli all’estinzione. Uno di questi pericoli è costituito dai gatti, predatori instancabili. Per questo non troverete alcun gatto a Longyearbyen. I mici possono tranquillamente continuare a diffondersi in ogni altro luogo della Norvegia, ma qui sono troppo pericolosi, perciò non sono ammessi. Qui non si nasce e soprattutto non si muore
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