Le panchine o le scarpette rosse abbandonate, sono il simbolo di questa giornata che ricorda gli atti violenti fisici e psicologici contro le donne
Mamme, mogli, fidanzate, sorelle, nonne…sono decine di migliaia le donne che ogni giorno subiscono abusi e violenze. Una piaga che non sembra avere mai fine e che nel periodo del lockdown è aumentata (+11%). Eppure sono le stesse donne che lavorano e che si prendono cura dei figli, le future generazioni, il nostro futuro. Qualche maschietto non deve aver ancora capito che essere la moglie, la fidanzata o la compagna non significa possederla fisicamente. Non hanno capito che la loro gelosia passa per la loro inadeguatezza, per la loro incapacità di amare. Quando daremo l’addio alla violenza sulle donne?
Visibilità negata
Ancora nel 2020 riscontriamo che la violenza persiste all’interno delle coppie, delle famiglie ed è così poco visibile. Come se fosse solo un fatto privato. La paura di denunciare, di cambiare vita, di ricominciare da capo, è un freno troppo tirato. Se ci sono figli e manca l’indipendenza economica il fattore di rischio si amplia. Il timore di non riuscire a dare un tenore di vita ottimale ai bambini è un vero blocco psicologico. Una violenza fisica e psicologica aumentata durante questi difficili mesi di chiusura a casa causa Covid. Ma non è un problema che si risolve all’interno delle pareti domestiche, la violenza è un atto sociale in ogni sua forma e ci riguarda tutti.
Mariti, padri, fratelli
Gli attori di questi gesti sono i mariti, i padri, i fratelli che pensano, erroneamente, di far valere la propria voce. Usano modalità a dir poco incivili, sulle “amate” donne a loro vicine. In alcune culture la sopraffazione passa non solo per le botte ma per l’acido o il fuoco. Una prevaricazione che oltre a quelli morali, lascia danni e strascichi fisici evidenti. A noi giunge solo l’eco dei fatti più cruenti, ma nell’ombra chissà quante donne subiscono, senza dare voce alle loro paure. Le scarpe rosse abbandonate sul freddo e nudo selciato delle piazze sono diventate il simbolo di questa giornata. Può sembrare incredibile che si debba istituire una giornata contro la violenza sulle signore, sulla femminilità. Eppure questa è la realtà.
L’arma del porn revenge
Oggi la violenza è diventata anche digitale, fotografica, morale e ricattatoria. Uno stalking istituzionalizzato, che vaoltre all’assedio ad una donna che ha scelto la sua indipendenza o ha detto “no, grazie!”. Attualissimo il revenge porn, usato come strumento di rivendicazione e vendetta. Le immagini rubate o inconsapevolmente donate, vengono utilizzate per scopi disgustosi. I due casi recenti della maestra di Torino ed i vigili di Roma sono il manifesto della volontà di ferire. Due violenze che passano entrambi per un discredito della moralità, ancora una volta solo femminile.
Tracce indelebili
Le scarpette rosse sono le tracce indelebili di una sopraffazione che lascia segni sul corpo e soprattutto nello spirito. Tracce che restano vive e presenti nella vita delle donne e che rendono difficoltoso passare oltre. La diffidenza nei confronti del genere maschile non viene mai completamente sopita. Sempre se rimane un futuro, una vita dopo, un altro presente su cui contare, perché spesso le violenze assumono tratti definitivi e tragici. Troppi casi approdano alla cronaca nera, provocando disgusto e raccapriccio. È il momento di ripensare alla cultura, di farla diventare un vero strumento, perché solo con una cultura meno aggressiva si può modificare questo quadro. Mamme, nonne, zie, sorelle, educate i vostri figli, nipoti, fratelli, insegnate loro che nessuno può possedere un altro essere umano. Solo così le cose cambieranno. Quando daremo l’addio alla violenza sulle donne?
Credits: Olab & Partners

