Mentre in Italia arriva l’imposizione di proibire, produzione, importazione e commercializzazione
Arriva il blocco in Italia alla produzione, importazione e commercializzazione di carne coltivata. Una scelta poco oculata che rischia di rivelarsi controproducente. Dimostra una scarsa visione del futuro ed una scarsa sensibilità verso i temi ambientali. Ridurre l’impatto delle produzioni di carni è uno degli obiettivi che tutto il mondo si pone. Tutte le nazioni tranne l’Italia. Pollo coltivato in laboratorio sdoganato negli Stati Uniti Leggi tutto: Pollo coltivato in laboratorio sdoganato negli Stati Uniti
Salva le posizioni di rendita
Una chiusura dettata dalle posizioni di rendita attuali, degli operatori nel settore della produzione e macellazione. Eppure il mondo va in ben altra direzione. Un dato poco noto è che tra le aziende che producono i serbatoi necessari per la produzioni delle carni ci sono anche aziende italiane. Questa imposizione rischia di bloccare un settore che potrebbe portare alta redditività e posti di lavoro. Probabilmente le norme EU bypasseranno questo divieto, ma resta una scelta poco vantaggiosa per il paese.
Due aziende potranno produrre e vendere il pollo coltivato dalle cellule
Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha dato il via libera a GoodFood e UpsideFoods, per vendere pollo cresciuto da cellule in un laboratorio. La carne coltivata in cellule, viene prodotta fornendo un mix di sostanze nutritive alle cellule animali. Le carni si sviluppano in appositi serbatoi di acciaio, noti come bioreattori.
Un’alternativa alle carni da macellazione
Sarà un’alternativa alle carni prodotta da animali destinati alla macellazione. Sarà anche un enorme risparmio di emissioni di gas serra. Oltre il 55% di quelle provenienti dall’industria alimentare sono legate alla produzione di alimenti di origine animale (allevamenti).
Riduzione delle aree occupate
Un effetto, non secondario, è la riduzione drastica dei terreni occupati dagli allevamenti ed il relativo consumo di acqua. Le energie possono essere dirottate su coltivazioni in stabilimenti di dimensioni molto ridotte. Le aziende che si occupano di queste colture delle carni sono in fortissima espansione in molti paesi. Possono arrivare a nutrire una grande fetta della popolazione anche se servirà ancora tempo per realizzarlo.
Costi di produzione
Al momento i costi per coltivare le carni sono ancora alti, infatti le due aziende che potranno vendere il loro pollo coltivato, si rivolgono alla ristorazione di alto livello. Il processo per coltivare la carne comporta l’utilizzo di campioni di tessuto da animali vivi o da uova fecondate. I prodotti non derivano, come temuto, da strani mix chimici e questo depone a favore di chi teme le innovazioni troppo avanguardistiche. Inoltre la carne coltivata non viene addizionata di antibiotici ed è quindi più salutare di quella allevata.
USA secondi
La FDA con questi permessi di produzione e vendita ha dato il via ad una operazione che potrebbe rivoluzionare un intero mercato alimentare. Lo sdoganamento avviene tre anni dopo quello avvenuto a Singapore. Ora anche la politica internazionale si interesserà del problema e le cose potrebbero mutare. Ci vorrà tempo per arrivare a prezzi popolari, ma in poco tempo si potranno liberare molti spazi destinati agli allevamenti intensivi. Una società israeliana ha fatto richiesta per commercializzare le bistecche di manzo coltivato in Svizzera. ma non saranno disponibili nei supermercati prima del 2030. Un deciso passo in avanti anche nel vecchio continente.
Un poco di dati
Per quantificare meglio le cose, una delle aziende coinvolte, conta di aumentare moltissimo la sua produzione. Passerà da 25.000 chili a 200.000 chili l’anno. Numeri che possono sembrare grandi ma che in realtà sono marginali in un mercato che solo negli USA richiede oltre 5 miliardi di chili di carne di pollo. Quasi un quarto delle emissioni globali di gas serra derivano dalla produzione di cibo, una percentuale enorme che potrebbero essere ridotte drasticamente.
La carne coltivata in cellule produce appena il 20% delle emissioni, di quella allevata, un dato estremamente utile per ridurre il cambiamento climatico. Per rendere le carni coltivate pronte per essere commercializzate, servono circa tre mesi. Processi lunghi ma garantiti in ogni passaggio. Pollo coltivato in laboratorio sdoganato negli Stati Uniti
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