Troppe specie sono a rischio di scomparsa
Stiamo selezionando troppo. Solo le specie più produttive e facili da coltivare vengono incoraggiate. Il rischio è che tantissime piante e vegetali utilizzate per l’alimentazione scompaiano. Per questo potremmo lanciare la campagna pianta un melo antico e salva il mondo.
Molti frutti oggi considerati rari, ma di grande qualità, vengono dimenticate perché il mercato è drogato dai pochi cultivar più richiesti. Gli agricoltori sono ovviamente interessati a guadagnare e quindi puntano su specie facili e molto richieste.
La coltivazione meccanizzata taglia fuori la biodiversità
Questo taglia fuori tutta una serie di piante, vegetali, cereali, ortaggi, ritenuti troppo di nicchia. La coltivazione meccanizzata non consente di avere impianti arborei misti per la difficoltà di tarare le macchine che non sanno distinguere come operare. La presenza di biodiversità contribuisce alla salute delle stesse piante. Ma è il consumatore che inconsapevolmente distrugge le varietà meno produttive. Con le sue scelte d’acquisto impone che avvenga una massificazione.
I presidi sono l’ultimo baluardo
Restano solo i presidi come Slow Food a difendere le varietà oggi ritenute rare o meno vantaggiose. Ovviamente tutte le specie che comprendano una manualità umana nelle coltivazione sono svantaggiate. Il costo della mano d’opera è troppo alta. Chiunque svolga agricoltura in modo massivo tende a ignorare tutti i prodotti che facciano “perdere tempo“. Quelli che sono troppo precoci o troppo tardivi (serotini sarebbe il termine corretto). O che non presentano un formato uniforme o necessitano di una selezione ulteriore dopo la raccolta. Quelli che hanno problemi di conservazione, refrigerazione o trasporto o sono troppo delicati.
I sapori dimenticati delle coltivazioni di nicchia
Eppure il piacere di riscoprire qualche sapore dimenticato, o inusuale, non ha prezzo. Lo sanno bene le micro-aziende, solitamente governate da giovani entusiasti, che hanno spostato il loro interesse su coltivazioni di nicchia. Prodotti che sono diversi da quelli della grande distribuzione, ricercati proprio per la loro unicità/rarità. Che siano coltivazioni biologiche o meno poco importa, purché le coltivazioni del passato vengano salvate e propagate. Se volete partecipare alla salvezza del pianeta e della biodiversità piantate un melo antico. O un pero, un susino o un albicocco o qualunque frutto o vegetale che non trovereste mai al supermercato sotto casa.
Il rapporto FAO è catastrofico illustra prove preoccupanti rispetto al danno irreversibile sulla biodiversità del nostro pianeta, in particolare quella legata al cibo. A noi piace pensare che nei prossimi 10 anni, dati come limite per fermare o rovesciare questa situazione, si troveranno soluzioni. Perciò sia che abbiate un pezzetto di terreno o un giardino, un balcone o anche solo un vaso, piantate qualcosa. Meglio se è una essenza rara o che sarebbe destinata a scomparire. Partecipiamo tutti al pianta un melo antico e salva il mondo.

