Produzione di cereali ridotta per il cattivo clima
La nostra tavola e le nostre abitudini alimentari rischiano di subire dei cambiamenti rilevanti. Sono infatti trapelate notizie sgradevoli da parte dei proprietari di molini e distributori di farine industriali. Un mix climatico sfavorevole costituito da un inverno molto freddo ed un’estate caldissima, ha ridotto la produzione di grano in tutti i principali paesi produttori. I cereali sono il punto di forza, non solo di Usa e Canada, ma anche Australia, Russia, Pakistan ed Europa. Proprio nel nord Europa e Germania si registrano perdite notevoli superiori al 20% della produzione media di cereali.
L’ammanco, per le inevitabili legge della domanda ed offerta, porterà ad un rincaro della materia prima. Si stima che il calo di farine da grano tenero, a livello mondiale, si aggirerà sul -10%, un dato che non si ripeteva dal 2012. I prodotti da forno e da panificazione subiranno di conseguenza un aumento di circa quella percentuale. Presto potremo verificare a scaffale gli effetti di questa crisi produttiva. A cominciare da fette biscottate, biscotti, pane, dolci e pasticceria, per arrivare al panettone e pandoro.
Situazione migliore per il grano duro
Un poco migliore la situazione del grano duro utilizzato per la pasta, la contrazione non dovrebbe essere superiore al -4%. Di conseguenza i rincari dovrebbero o potrebbero essere meno rilavanti. La Coldiretti e le associazioni di panificatori si sono già allertate. Per fare in modo che non ci siano situazioni di aggiotaggio e accaparramento che porterebbero ad ulteriori rincari. Questi aumenti andrebbero ad intaccare beni di prima necessità come pane e pasta. Da sempre una delle componenti principali della tavola e della dieta mediterranea.

