I cambiamenti climatici rischiano di cambiare il più antico prodotto agricolo nazionale
Sono almeno 4.000 ani che coltiviamo l’olivo, è il nostro più antico prodotto agricolo nazionale. Eppure sembra proprio che l’olio d’oliva italiano sia da reinventare. Le gravi crisi climatiche dell’anno scorso e l’attacco della xylella in Puglia hanno ridotto la produzione al 57%.
Le soluzioni non sono a breve termine
Le soluzioni non sono a breve termine e coinvolgono uno stravolgimento delle capacità di coltivare olivo. Si dovranno fare nuovi impianti con nuove essenze, cambiando quelle che sono le cultivar millenarie. Indenni a malattie e resistenti ai nuovi attacchi. Un’operazione che comporta anche un cambiamento di abitudini e mentalità. L’italia ha già subito una simile rivoluzione nell’immediato dopoguerra, anche se in quel caso fu la vite a dover essere sostituita e reinnestata.
Fenomeni estremi possono condizionare
Ci potrebbero essere problemi per le olive italiane e in generale per quelle europee in un futuro molto prossimo. I fenomeni meteorologici estremi, saranno un elemento che impatterà molto le coltivazioni. Il riscaldamento globale con tutte le sue complicazioni dovrà essere valutato in tutte le sue componenti. Gli agricoltori che coltivano olivi devono tentare di anticiparli mettendo in atto tutti gli strumenti per fronteggiare i cambiamenti climatici. Ripensare gli impianti, tenendo conto di posizione, altezza, dilavamento improvviso, forti venti, che sono elementi tipici dei fenomeni atmosferici in divenire.
I nostri impianti sono in gran parte collinari
La collocazione geografica ha una grande importanza. I nostri impianti sono collinari ed hanno necessità di macchinari speciali in grado di sopportare il lavoro in pendenza. La raccolta a mano in alcuni casi è l’unica possibile, questo garantisce la qualità del nostro olio ma lo rende più costoso. Impianti più semplici, posti in pianura o altipiani come in Tunisia Marocco o Spagna, consentono un raccolto semplificato. L’olio di oliva da impianti intensivi non ha sempre la qualità di quello italiano, ma il suo costo è inferiore.
Dovremo acquistare olio mediterraneo
Dovremo acquistare olio mediterraneo per integrare la nostra produzione. Sarà interessante vedere come reagirà il mercato interno, non abituato ad utilizzare olio provenienti da altri paesi. Il settore è in sofferenza e si attendono interventi da parte del governo, che al momento non sono stati stanziati. Peccato, l’olio d’oliva extravergine è uno dei nostri emblemi, simbolo della cucina italiana nel mondo. Meriterebbe maggiore attenzione soprattutto in chiave di ammodernamento per metterci al passo con altre realtà.

