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Nuova vita alle plastiche riciclate dagli enzimi

Nuova vita alle plastiche riciclate dagli enzimi

Trasformare la plastica da causa d’inquinamento a prodotto principe per il riciclo e l’economia circolare

Nuovi enzimi creati in laboratorio sembrano garantire la possibilità di trasformare il PET, la plastica delle bottiglie, in un prodotto riutilizzabile all’infinito. Il riciclo della plastica va a rilento, perché è molto complicato trasformarla in un altro prodotto utile. Serve una accelerazione dei processi per arrivare a creare nuova materia prima. Il Polietilene Tereftalato che sembra dominare le attività umane è presente quasi ovunque. A lui si addebita buona parte dell’inquinamento delle acque, una sorta di nemico pubblico numero uno che tutti vorrebbero eliminare. Nuova vita alle plastiche riciclate dagli enzimi

Enzimi mangia plastica

Scoperti 4 anni fa da una equipe di ricercatori giapponesi i super enzimi mangia-plastica erano poco funzionali. La loro lentezza nel portare a termine il processo di digestione del PET si è rivelata un freno alla loro applicazione. Serviva un processo di accelerazione per rendere l’azione pratica ed efficace. Dall’unione di alcuni enzimi è arrivata questa accelerazione che può portare a rendere la plastica facilmente riciclabile e disponibile per una economia circolare.  

Nuova vita alle plastiche riciclate dagli enzimi

Plastica distrutta in breve tempo

La plastica può impiegare centinaia di anni per degradarsi naturalmente, con un enorme danneggiamento dell’ambiente. La combinazione di enzimi può realizzare lo stesso processo in pochi giorni. L’elemento di partenza per creare le plastiche sono i combustibili fossili. Una risorsa che non è infinita e che causa forte inquinamento e contribuisce al riscaldamento climatico. Se invece di produrre altra plastica si potesse riutilizzare all’infinito quella esistente, non ci dovremmo preoccupare della nostra dipendenza da combustibili fossili. Otterremo un enorme rilancio della qualità della nostra vita e del pianeta.

Percentuali miserabili

Nonostante l’impegno di molte organizzazioni, solo una percentuale miserabile della plastica prodotta viene riciclata. La difficoltà di recuperare, stoccare, e rielaborare l’esistente per renderlo riutilizzabile è la causa principale di questa bassa percentuale. Gli enzimi prodotti dai batteri, chiamati PETasi e MHETasi, possono scomporre la plastica PET che è presente quasi ovunque. Il processo è accelerato 6 volte, ma ancora non basta. Le previsioni sono di poterli utilizzare nell’arco di due anni, quando il “discioglimento” delle PET sarà ancora più rapido.

Alcune riserve

Per ora gli enzimi modificati in laboratorio possono divorare solo pochi tipi di plastiche, anche se sono le più diffuse. Il desiderio dei ricercatori è trovare altri enzimi in grado di aggredire anche il PVC. È una ennesima corsa contro il tempo per riuscire a trovare rapide soluzioni praticabili. È anche una corsa a rendere il processo economicamente vantaggioso in modo da poter fare concorrenza al petrolio. In questo periodo di Covid-19 l’oro nero ha prezzi molto bassi e questo non aiuta nella competizione per il passaggio ad una economia circolare consapevole. Eppure un riciclaggio realizzato su scala mondiale, dovrebbe avere altri valori ben più etici da offrire. Se è sempre la variabile economica ad avere il sopravvento il lavoro dei ricercatori diventa molto arduo. Nuova vita alle plastiche riciclate dagli enzimi

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Credits: PxHere

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Nuova vita alle plastiche riciclate dagli enzimi elaborati in laboratorio che mangiano il PET, ora si cerca di renderli vantaggiosi economicamente
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