Molte grandi imprese non si faranno cogliere impreparate dai cambiamenti climatici. Le poche che non hanno già piani di protezione, sono quelle che contano di guadagnarci.
Mentre la stragrande maggioranza delle aziende dorme sonni preoccupati per tutti i guasti che i cambiamenti climatici apporteranno, altri stanno valutando quanto aumenteranno i loro profitti. Le preoccupazioni sono soprattutto legate alle difficoltà di approvvigionarsi d’acqua. Sia per quanto riguarda i prodotti stessi, sia per i sistemi di produzione che hanno bisogno di liquidi negli impianti e nei circuiti di raffreddamento. Non tutti piangono per il cambiamento climatico
Big Pharma si frega le mani
Big Pharma, le industri farmaceutiche e quelle tecnologiche legate alla salute, sono molto ottimiste sulla possibilità di ottenere lauti guadagni. Contano sul fatto che l’aumento delle malattie e del caos potrebbe essere positivo per i loro profitti. Al momento è l’unico comparto che ritiene di aumentare il fatturato mentre molte altre aziende sono veramente preoccupate. Walt Disney, ad esempio, teme che l’aumento di calore renderà i suoi parchi a tema poco appetibili per la sua clientela di famiglie con bambini.
Trump gioca a nascondere i pericoli
Mentre Trump fa il bullo con Greta e blocca tutte le leggi dell’amministrazione precedente per limitare il riscaldamento globale, i CEO delle aziende cercano di mettere al riparo le loro imprese. Tutti gli scienziati confermano quanto massiccio sarà l’impatto degli eventi climatici. Gli eventi estremi che si moltiplicheranno avranno gravi conseguenze sulle economie. I mercati cambieranno, le popolazioni si sposteranno, le coste diventeranno inabitabili. La clientela sarà spaventata dalle novità e solo chi svilupperà nuovi articoli o nuove proposte potrà progredire.
Al soldato non far sapere
Coca-Cola teme che non ci sarà abbastanza acqua potabile per continuare a produrre le sue bibite. Le compagnie telefoniche sono in ansia per gli uragani che potrebbero abbattere le loro antenne e bloccare tutte le comunicazioni. Altre aziende sono certe che i rischi li esporranno a gravi problemi finanziari per l’impatto sugli impianti produttivi. La preoccupazione maggiore però filtra dal Pentagono, mentre alla casa Bianca si barricano dietro ad un “non succederà nulla di catastrofico”, loro inviano messaggi di pericolo alle basi e alle truppe. Una smentita dei proclami tranquillizzanti del presidente.
L’acqua è indicata come il problema maggiore
L’innalzamento delle acque degli oceani renderà non più potabile una grande percentuale delle fonti attualmente in uso. La contaminazione col sale e altri minerali obbligherà a spostare le centrali, a cambiare i sistemi di filtraggio, impoverendo le forniture disponibili. Quasi tutte le aziende concordano che sarà la disponibilità di acqua a modificare le sorti delle loro attività e la salute delle popolazioni. Le aziende che sono situate in aree già ritenute semi-aride dovranno abbandonare i loro impianti. I costi di mantenimento degli stabilimenti sarebbero insostenibili. Chi aveva predetto che l’acqua sarebbe stata la causa di contrasti e guerre in un prossimo futuro probabilmente non era così lontano dal vero. Non tutti piangono per il cambiamento climatico.

