Una città enorme che potrebbe subire gravi danni dall’innalzamento dell’oceano dovuto al riscaldamento globale. Come metterla in salvo?
Siamo abituati a pensare a New York come a quella grande isola affollata di grattacieli che è Manhattan. Ma c’è molto di più, la città è molto estesa ed è abbracciata da fiumi. Gli stessi fiumi che l’hanno resa facilmente difendibile 3 secoli fa. Ora quell’isolamento dovuto alle zone paludose che la circondavano potrebbe essere causa di enormi problemi. New York fortificata contro l’innalzamento delle acque
Probabile innalzamento delle acque
Col sempre più probabile innalzamento del livello degli oceani, i fiumi avrebbero difficoltà a far defluire le proprie acque e si riverserebbero in quelle aree che ora sono ai lati dei loro argini naturali. Sino a pochi decenni fa tutta l’area dell’Hunter’s Point a Long Island serviva come discarica industriale. Già ora è tornata alla sua forma originale di acquitrini, con acque che salgono e scendono di livello seguendo le maree. Paludi, canneti, isolotti e fango sono alle porte della città.
Trasformato in parco naturale
L’area è stata trasformata in un parco naturale col compito di assorbire le acque eccedenti delle alluvioni. Sono casse d’espansione dove poter far defluire lentamente le acque. Il progetto però non ha tenuto conto delle variabilità climatiche. Come ha dimostrato l’impeto dell’uragano Sandy che ha fatto tracimare le casse ed ha causato l’allagamento degli scantinati e della metro di buona parte della città e causato 40 decessi.
Nelle intenzioni doveva essere un baluardo
Nelle intenzioni dei progettisti doveva essere un baluardo ma non ha funzionato come previsto, tanto che in quegli acquitrini vivono persone che hanno trovato sistemazioni di fortuna. Continuamente a rischio di essere spazzati via, come gli slum indiani. Colline, argini, dighe e muri di cemento, dovrebbero tenere tutti al riparo, ma non funzionerà, già dal prossimo disgelo il rischio di alluvioni sarà fortissimo.
Ripensare la struttura urbana
Il compito che si sono dati gli urbanisti è tale da far tremare i polsi. Mettere in sicurezza tutti i quartieri, che compongono NY, modificandone la struttura. Sono 850 km di costa da proteggere, e la cosa deve essere fatta abbastanza in fretta. Ci si aspetta che nel 2050 la temperatura salirà di 2-3 gradi e il livello delle acque potrebbe arrivare al mezzo metro, ma se le costanti numeriche resteranno queste arriverà a fine secolo a 1,80 metri in più.
Queens destinato a sparire
Tutto il quartiere del Queens è destinato ad essere sommerso ed a sparire. Nonostante la riduzione forzata della città a causa delle aree che il mare ricoprirà la popolazione probabilmente raddoppierà entro fine secolo. I problemi di una umanità così corposa si sommeranno a tutte le altre esigenze di gestione. New York ha varato in anticipo questi piani, rispetto a molte città costiere, tenendo in considerazione i cambiamenti climatici in divenire. Ma una vera soluzione non è ancora stata trovata.
Resistere, ne vale la pena?
Resistere ai cambiamenti climatici è costosissimo. Sono stati presentati sette progetti che hanno ottenuto finanziamenti federali ma molti anni dopo, nessuno ha avuto inizio. Rebuild by Design propone di costruire argini attorno alle zone più basse della città, e lasciare che le aree all’esterno vengano invase dalle acque. Sono almeno 2 milioni di persone ad essere a rischio. Il progetto prevede di bloccare ogni tipo d’insediamento in quelle aree e di cominciare ad acquistare gli edifici presenti e spostare i residenti in altre aree. I fondi per acquistare le case “inondabili” verrebbero dai fondi precedentemente destinati alle manutenzioni. Un lavoro immenso che a qualcuno ha fatto sorgere il dubbio se vale la pena resistere, o non è forse meglio lasciare la città in balia di se stessa. Ovviamente anche trasferire tutta la popolazione residenti e rifare da capo tutti i servizi urbani sarebbe una impresa assai complicata.
Trattamento delle acque
Il 40% di tutti gli impianti di trattamento delle acque sarà ad alto rischio di contaminazione. Si dovrà creare una nuova rete di sistemi di approvvigionamento idrico tra Long Island, New York e New Jersey. Il piano deve mettere in rete gli impianti in modo che se qualcuno dovesse andare in tilt o venire contaminato gli altri possano intervenire ad offrire acqua potabile, non contaminata.
Le aree del Meadowlands
A meno di 10 km dal cuore della città c’è un’ampia zona denominata Meadowlands (la zona dei prati). Un’area pianeggiante che ora è affollata di magazzini, aziende, snodi stradali, ferrovie e servizi. Il piano prevede l’abbandono di tutta l’area per trasformarla in una zona umida, come l’Hunter’s Point, che il mare occuperà lentamente col suo innalzamento. Le metropolitane diventerebbero pericolose, troppo soggette ad inondazioni e black out. Si deve prendere in considerazione di rifare completamente la rete di trasporto urbano, eventualmente con linee sopraelevate come il celebre anello di Chicago.
Aeroporti da riammodernare
L’attuale aeroporto che serve le esigenze commerciali di New York è quasi al livello del mare. Il rischio che finisca sott’acqua in pochi anni è molto alto. Dovrà essere abbandonato mentre il JFK e Newark dovranno essere ampliati per fornire oltre al servizio passeggeri quello commerciale. Anche le centrali elettriche subiranno la stessa sorte, quelle situate molto vicino al livello del mare dovranno essere dismesse. Le altre modificate ed ampliate per essere in grado di fornire abbastanza energia per una metropoli con sempre più abitanti. L’innalzamento delle temperature, infatti, porterà ad una richiesta estiva di maggiore potenza elettrica.
Un piano ambizioso
Un piano ambizioso che necessità di investimenti enormi e che creerà molti disagi. I cantieri potrebbero durare decenni e molti newyorkesi sarebbero obbligati ad andarsene, perdere la casa, cambiare lavoro. Uno sconvolgimento delle abitudini per cercare di salvare il salvabile. Questo tipo di piano dovrebbe essere studiato per molte delle città rivierasche italiane. La pianura padana, ad esempio, è fortemente a rischio di trasformazioni che sconvolgerebbero le attività agricole, commerciali e turistiche. New York fortificata contro l’innalzamento delle acque.

