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Neve artificiale di chi è il merito?

neve artificiale di chi è il merito

Ad Hollywood il cinema aveva bisogno di prolungare le scene di innevamento ma soprattutto aveva bisogno di rendere credibile il fenomeno metereologico

Sono stati tentati molti artifizi per trovare una buona soluzione per la resa delle scene invernali. La neve artificiale però era ancora molto lontana da venire. Per simulare il bianco manto sono stati utilizzati molti elementi estremamente dannosi.  Al giorno d’oggi grideremmo allo scandalo e all’inquinamento. Pratiche come lo sbiancamento dei cornflakes con la varecchina o amianto soffiato tramite ventilatori fanno scuotere la testa. Uno spreco di energie e di materie prime, bambagia, gesso polverizzato o altri composti chimici in grado di simulare la neve. Neve artificiale di chi è il merito?

Quelle palle che non si scioglievano mai

Agli esordi dell’industria cinematografica, le scene invernali erano sempre costellate di palle di neve che non si scioglievano mai. Molto comode per ripetere i ciak all’infinito. C’era molto cartone e cartapesta in quelle scene che erano lontanissime dal sembrare reali. La rivoluzione avvenne nel 1934 negli stabilimenti della Warner Bros. Il direttore tecnico Louis Gelb era riuscito a provocare una tempesta di neve in un parcheggio di Burbank. Il metodo funzionava e la neve aveva la stessa consistenza ed umidità di quella reale.

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Era nata la prima macchina per la neve artificiale.

Una macchina artigianale che grattugiava grazie a tre lame rotanti un blocco di ghiaccio. Il ghiaccio sbriciolato era posto davanti ad un grande ventilatore che lo faceva turbinare come una vera tempesta. Gli addetti rifornivano di ghiaccio la macchina e il paesaggio cambiava continuamente. Molti ritengono questo attrezzo hollywoodiano la prima macchina per la fabbricazione di neve artificiale. Il principio tecnico con cui vengono innevate le piste di quasi tutte le piste di sci del mondo è lo stesso. I cannoni per la neve funzionano con lo stesso metodo anche se in questo caso è l’acqua a venire cristallizzata e sparata.

Una rivoluzione tecnica

La macchina sparaghiaccio tritato di Gelb era perfetta per le scene ravvicinate, per i primi piani sotto la neve. Era meno utile per gli scenari ampi e panorami perché ne servivano decine per “innevare” un campo. Però l’esperienza piacque e fu subito imitata dalle altre major del cinema. L’idea piacque anche ad un club di Hockey di Toronto. Non c’era sufficiente innevamento per battere una pista quell’autunno perciò fecero portare una delle sparaghiaccio nella zona dove doveva sorgere la pista per l’hockey. Fu un successo totale, quasi meglio del lavoro di madre natura.

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Da Hollywood ad Aspen a Cortina

Da Hollywood ad Aspen e alle varie stazioni sciistiche il passaparola fu immediato. Poter disporre di neve anche quando la natura è capricciosa e non vuole provvedere ad imbiancare le montagne è decisamente utile al reparto turistico. Le stagioni sciistiche sono quasi sempre garantite, purché sia freddo abbastanza per fabbricare cristalli di ghiaccio. La macchina di Gelb divenne anche un ottimo veicolo commerciale e nelle stagioni seguenti produsse neve un po’ ovunque. Anche all’interno del Madison Square Garden e durante una fiera dedicata agli sport invernali a Boston. Venne organizzata anche una pista per il salto dal trampolino. A Gelb rimase poco tempo per fregarsi le mani, c’erano altre esigenze tecniche da soddisfare, il prossimo film prevedeva una scena con la grandine. Neve artificiale di chi è il merito?

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credits PxHere

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Neve artificiale di chi è il merito? Un'invenzione nata per soddisfare le esigenze sceniche di Hollywood è diventata un elemento indispensabile per il turismo
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