Un negozio ha applicato un sistema anti Amazon e anti e-commerce facendo pagare 10€ a chi prova la merce senza acquistare. Un metodo per scoraggiare chi usa i negozi solo per andare a controllare come un certo capo o accessorio gli sta.
Succede a Mirandola (MO), un esercente innervosito per i troppi pseudo clienti che entrano in negozio, si provano la merce e poi se ne vanno per poterla poi acquistare in rete. Un atteggiamento molto in voga che coinvolge uomini e donne, a sorpresa lo fanno più gli uomini. In rete trovano lo stesso articolo ad un prezzo inferiore ed anche se non ne dispongono immediatamente, aspettano volentieri da 1 a 3 giorni per ottenerlo. Negozio vetrina o camerino di prova?
Concorrenza sleale
Individuare un articolo sulla rete ad un certo prezzo e con la taglia giusta non significa che abbraccerà bene i nostri piedi o che cadrà a pennello sui nostri fianchi. Poterlo provare ha un costo di gestione, tra affitto spese correnti, personale, magazzino e tempo. Finché usiamo solo il nostro tempo per scorrere le dita sullo schermo poco importa, ma se utilizziamo il tempo altrui questo ha un costo. E’ veramente poco etico pretendere che un negozio ci faccia da camerino di prova senza dare nessun contributo. Anzi sapendo benissimo che non acquisteremo nulla.
L’alea della merce in rete
L’aleatorietà della conoscenza se un certo tacco farà sembrare snella la nostra caviglia o farla assomigliare ad un melone deve essere tutta nostra. Se scegliamo il prezzo ribassato della rete, dobbiamo prenderci anche la responsabilità di rischiare che non sia esattamente come ce lo immaginavamo una volta indossato. Mantenere aperto un negozio è impresa veramente ardua, se lo utilizziamo solo per i nostri comodi non potremo lamentarci quando scomparirà e le strade torneranno ad essere buie e poco o mal frequentate.
La globalizzazione strangola i privati
La globalizzazione del commercio in rete strangola i privati. Impossibile per un negoziante battagliare con i prezzi offerti da grandi organizzazioni in rete. Pretendere di poter visionare la merce senza darne un riscontro economico è una forma di egoismo. Benissimo ha fatto il commerciante mirandolese a chiedere una conferma della propria esistenza e del proprio lavoro di supporto. Forse il cartello non sarà stato esposto in vetrina con sufficiente visibilità, ma passare per scemi non è gratificante. Mettersi a disposizione di Amazon come camerino a distanza è veramente sgradevole.
La Confcommercio non è sorpresa
Anche l’associazione dei commercianti dell’Emilia Romagna non è sorpresa dal fenomeno. Invita al reciproco rispetto tra cliente e negoziante. Se il cliente sta cercando un certo articolo ma non lo acquisterà in negozio è giusto che paghi il servizio. Ovviamente il balzello verrà applicato solo ai non acquirenti e a chi è evidente che sta solo cercando ispirazione per la scelta tra A o B. la cattiva abitudine è sottolineata dalla nuova campagna ebay dove una coppia trova in rete lo stesso divano che vorrebbe acquistare ad un prezzo inferiore. Ma su ebay si tratta quasi sempre di oggetti usati ed ha un senso, il prezzo inferiore. Negozio vetrina o camerino di prova?

