Giugno è il mese del Pride (orgoglio), un mese in cui si accumulano le attività che riguardano le comunità gay. Da dove arrivano quei colori e quella bandiera?
Un tempo l’iconografia gay utilizzava triangoli rosa e neri da cucire sugli abiti. Erano memoria dei simboli utilizzati dai nazisti, per etichettare uomini gay e lesbiche, nei campi di concentramento. Per molto tempo l’artefice dell’arcobaleno, come simbolo, era ritenuto l’artista Gilbert Baker. In realtà è frutto della collaborazione di molte persone. È nato come decorazioni della parata dell’orgoglio di San Francisco del 1978, un’innovazione che portò a creare l’originale bandiera a sei colori. Mese dell’orgoglio coi colori dell’arcobaleno
Arcobaleno recente
In realtà anche se l’icona è stata resa pubblica 43 anni fa, l’arcobaleno era presente già nella letteratura gay del secolo scorso. Rappresentava, in alcuni romanzi e novelle, un momento di passaggio e di rinnovamento, di scoperta della propria sessualità. A qualcuno piace pensare che l’ispirazione sia venuta da un’icona gay Judy Garland. Nel celebre film Il mago di Oz, Dorothy canta “somewhere over the rainbow”. Il film fu un grande successo e fece nascere nello slang la definizione “amico di Dorothy” per definire gay e lesbiche. L’arcobaleno diventa così un simbolo di speranza. “Da qualche parte oltre l’arcobaleno i cieli sono blu, e i sogni che hai il coraggio di sognare si avverano davvero“.
Un episodio raro
In un raduno per la riforma della legge sul sesso del 1971 a Sacramento, California, diversi oratori notarono l’apparizione di un arcobaleno nel cielo. Uno degli oratori, l’assessore John L. Burton di San Francisco, scherzo su quell’episodio. “Ho sentito parlare di potere gay, ma questo è troppa grazia”. L’arcobaleno divenne in modo più marcato il simbolo di rappresentazione dei diritti gay. In un libro di Arnie Kantrovitz del 77 viene invitata la comunità queer a fare il proprio coming out. Il titolo è esplicativo “Sotto all’arcobaleno: diventare gay adulti”. Riferimento esplicito alla canzone di Judy Garland ed un invito rivolto ai gay ad uscire dai loro armadi
Metafora preziosa
L’arcobaleno come simbolo è favoloso. Se vedi solo un colore, non è bello. Se li vedi tutti, lo è. La definizione è della poetessa Ntozake Shange. Oggi, la bandiera dell’orgoglio è onnipresente. Dai carri delle parate ai gadget, alle spille. Recentemente anche LEGO ha messo in vendita una costruzione di suoi mattoncini in chiave rainbow. È un simbolo che ha anche una fortuna commerciale. È diventato il logo delle attività gay in tutte le sue sfaccettature. Come l’uguaglianza matrimoniale e tutte le attività politiche che concernono i diritti delle minoranze. Mese dell’orgoglio coi colori dell’arcobaleno

