Le tremende ecatombi di api hanno fatto scoprire la possibilità di utilizzare le mosche come impollinatori
È Primavera e tutti ci accorgiamo che qualcosa è cambiato nell’aria. Lo vediamo bene dai puntini che compaiono sui vetri delle nostre auto. Sono i segni indiscutibili che gli insetti si sono risvegliati. Alcuni sono riconoscibili, altri sono indistinte macchioline che prima o poi dovremo grattare via. Non tutti questi insetti sono solo cibo per gli uccelli, molti di loro hanno svariate funzioni. Alcune potrebbero tornarci utilissime per alzare le produzioni di cibo. Le mosche possono impollinare
Api in pericolo
Le api sono in pericolo, la loro mortalità preoccupa, troppi pesticidi stanno sconvolgendo le loro vite nelle arnie. I tentativi di proteggerle sono diventati più intensi con campagne a tema recentemente. Ma non sembrano ancora dare risultati clamorosi. Se le api non possono svolgere il loro lavoro le preoccupazioni aumentano. Senza il loro contributo all’impollinazione la stragrande maggioranza dei frutti e dei vegetali è destinata a sparire dalle nostre tavole e dispense. Ma c’è chi cerca alternative e le sta trovando.
Mosche sgradevoli
Le mosche non sono tra gli insetti più graditi, sono associate a frequentazioni decisamente poco pulite o a cose morte. Eppure anche loro svolgono un importante ruolo nell’impollinazione. Sono molte le specie di insetti che volano di fiore in fiore trasportando polline. Alcune mosche sono dotate di corpi molto pelosi e quindi trasportano più polline, sono loro le più qualificate a sostituire le api. A qualcuno verrà naturale di storcere il naso, ma in mancanza di meglio, anche le mosche diventano benvenute.
Puzza stomachevole
In Australia stanno studiando come utilizzarle al meglio e stanno avendo successo. Però per attirarle utilizzano un mezzo che è a dir poco stomachevole. Nei frutteti di mango applicano una vecchia risorsa esperienziale dei contadini. Utilizzano scarti di carne e pesce, lasciandoli putrefare. L’odore immondo attira le mosche che mentre sono all’interno del frutteto svolgono un lavoro degno di quello delle api da miele. Maggiore il numero delle esche puzzolenti e maggiore sarà la produzione di manghi. Ci sono coltivatori che scaricano quantali di pesce in mezzo al frutteto, sono convinti che la puzza farà lievitare il raccolto. Manca una prova scientifica ma gli studi per provarlo proseguono.
Molti gli impollinatori
Le api si prendono tutto il merito ma in realtà sono molti gli insetti che partecipano all’impollinazione. Ci sono coleotteri, farfalle, falene, formiche, coccinelle e mosche a dare una grossa mano. A parte qualche entomologo nessuno s’è preso la briga si studiare chi impollina chi o come lo fa. Con quanto successo e quali sono gli insetti che potrebbero essere allevati e portati nei campi o frutteti? Improvvisamente è diventato urgente trovare alternative alle api mellifere e gli scienziati si stanno dando da fare per trovare risposte.
Primi risultati
I ricercatori hanno scoperto quanto contribuisca ogni tipo di insetto e hanno visto che le mosche sono tra gli impollinatori più importanti dopo le api. Dopo la sorpresa iniziale è iniziato un percorso per imparare a gestirli. Qual è il modo migliore per attirarli e farli operare ad esempio nelle serre o nei tunnel? La domanda di cibo cresce costantemente, è facile ipotizzare che il servizio d’impollinazione diventerà sempre più importante. I coltivatori non si rivolgeranno più solamente alle api di miele, si apre un’opportunità per nuovi servizi e posti di lavoro.
Mosche da selezionare
Le mosche sono molto diverse, ne esistono centinaia di specie. Ognuna di loro ha visitato diverse colture ma le due che sono più interessanti sono sirfidi e mosconi. Sirfidi e mosconi visitano i fiori per bere il nettare, e mangiano il polline per ottenere i nutrienti necessari per la maturazione sessuale. Come le api, molte sono pelose e trasportano il polline che s’incolla sulla testa e sul torace mentre si nutrono. Le mosche più grandi possono raccogliere migliaia di grani di polline mentre volano da fiore a fiore. Le mosche non devono pensare a rifornire l’alveare e possono viaggiare molto più lontano. Possono diffondere il polline in modo più esteso.
Meno sensibili alle temperature
Le mosche hanno altri vantaggi, escono dai loro rifugi anche se c’è vento. La temperatura ha un’incidenza molto minore sulle loro abitudini. Le mosche hanno un orario molto più esteso, sono in giro dall’alba alla notte e non hanno remore a lavorare nelle serre. Le api odiano i luoghi chiusi, in serra tendono ad innervosirsi e a pungere, le mosche non hanno pungiglione. I sirfidi tendono a migrare e possono arrivare in gran numero se le condizioni sono buone. I sirfidi hanno larve che sono eternamente affamate e distruggono molti parassiti e materiale di scarto, sono una sorta di spazzini. Adorano il letame e la vegetazione in decomposizione.
Allevarle e rilasciarle dove serve
Rendere più gradevole il luogo dove le mosche dovrebbero operare non basta. Per questo si sono attivati allevamenti commerciali che possano rilasciarle dove e quando servono. I sirfidi sono già stati testati nella coltivazione delle fragole con risultati molto migliori rispetto alle api. Anche nella coltivazione degli avocado una mosca verde ha dimostrato sorprendenti capacità d’impollinazione. In Spagna è già presente un’azienda che commercializza i sirfidi. Crescono velocemente, sono facili da trasportare e al contrario delle api sono sacrificabili quando la produzione è terminata. Va però, posta particolare attenzione per evitare di usare mosche che possano aggredire umani o bestiame o si comportino da parassiti. Ma c’è la possibilità di selezionarle e per i coltivatori più schifiltosi propongono nomi più accattivanti rispetto alla denominazione scientifica o volgare. Le mosche possono impollinare
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