I baffoni da tricheco non sono solo un elemento distintivo, ma un vero ausilio per andare a caccia.
Ogni volta che citate i baffi dei trichechi a sproposito, sappiate che state offendendo non la categoria dei pinnipedi, ma quella dei cacciatori abilissimi. I baffi sono il loro orgoglio ed uno strumento sensibilissimo. Molte foche hanno la capacità di nuotare molto al di sotto della superfice di mari e oceani. Possono arrivare fino ad 1,5 km di profondità, dove sono avvolti da un’oscurità assoluta. In quel buio perenne le uniche prede visibili, sono quelle dotate di luminescenza. Le foche non tengono i baffi per bellezza
Prede luminose
I pesci luminescenti sono una esigua minoranza, e non soddisferebbero le esigenze alimentari dei leoni marini. Sono una percentuale minima, rispetto alle catture che ottengono in profondità. Le foche non sono dotate di udito particolare, perciò non possono nemmeno fare una localizzazione uditiva. Cacciano a caso, perciò, o hanno dispositivi che possono aiutarli? I biologi marini stanno investigando da anni su, come sia possibile che riescano a catturare tante prede nel buio più profondo. Questa ricerca sembra aver individuato la soluzione.
Eco-localizzatori
Alcuni animali marini, soprattutto i mammiferi come balene, delfini e beluga sono dotati di eco-localizzatori. Riescono ad inviare un segnale che rimbalza sulle prede e ne rende “visibile” la posizione. È il sistema che usano anche i pipistrelli. Ma le foche non posseggono questa “strumentazione”. Infatti, per localizzare le loro prede utilizzano un altro mezzo: le vibrazioni dei baffi. Riescono a percepire anche il minimo movimento nel raggio di una quarantina di metri, e questo consente loro di traguardare il loro obiettivo.
Telecamere a infrarossi
I biologi marini hanno installato piccole telecamere ad infrarossi, ed hanno studiato la caccia in subacquea dei leoni marini. Hanno notato che quando sono in superfice, i loro baffi sono “a riposo”, mentre quando sono in profondità li spingono all’esterno e li muovono. Li rizzano per ottenere il massimo della sensibilità, e li spingono in fuori e arretrano ritmicamente. Diventano il loro terminale per raccogliere informazioni di movimento. I baffoni raccolgono segnali che vengono tradotti, e pilotano il mammifero verso la preda.
È un vero sonar
Il movimento ritmico dei baffi, raccoglie le vibrazioni anche minime in profondità. Questa capacità è stata dimostrata anche con test in cattività. Alcune foche sono state bendate, ed hanno potuto cacciare utilizzando i baffi, anche in superfice. Il loro raggio d’azione è limitato a una quarantina di metri, ma riescono a tracciare il percorso di una preda, anche dopo che è già passata. Questi test hanno svelato un mistero irrisolto, che ora ha avuto la sua conferma anche con la caccia in profondità. Le foche non tengono i baffi per bellezza
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