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Lavoratrici del sesso in cassa integrazione

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Cambiano le abitudini degli italiani per la quarantena e ci sono curiose novità che riguardano la malavita e l’appeal erotico

Il caso del maschio italiano fermato dalla polizia perché in giro in auto in cerca di sesso a pagamento e rimandato a casa, ha sollevato curiosità. In effetti per le operatrici del sesso è un momento di calma piatta. Solo chi svolge la professione al chiuso o di giorno ha pochissime possibilità di esercitare. Resta il deterrente di dover compilare la auto-certificazione e alla voce della causa per l’uscita di casa, probabilmente molti tenteranno di lasciare in bianco. O molto più probabilmente finiranno in bianco. Lavoratrici del sesso in cassa integrazione

La tragedia degli amanti

Questo è il momento in cui i rapporti non ufficiali sono messi alla prova. Gli amanti non possono uscire ed incontrarsi se non per stretta necessità. Mentre si è in casa per lo smart working è difficile nascondere i messaggini amorosi agli occhi della controparte. Anche darsi un fuggevole appuntamento è complicato, tocca fissare un rendez-vous davanti alla farmacia o all’ufficio postale. Vedersi, senza potersi ufficialmente toccare nemmeno un dito, ma almeno ci si può messaggiare. Impossibile poi consumare se non nei bagni del supermercato dopo aver messo a punto l’orario esatto in cui farsi trovare alla Esselunga o alla Coop.

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Scherzando ma non troppo

I battutisti si sono scatenati sull’argomento preventivando che il fai-da-te forzato per almeno tre settimane porterà ad un superlavoro degli ottici. Altri prevedono che il contatto costante con il/la coniuge porterà ad un aumento delle cause per divorzio, appena si potrà uscire. Gli avvocati si preparano ad un superlavoro degno di quello attuale del corpo sanitario. Anche i tribunali sono molto preoccupati, temono di non riuscire mai più a rimettersi in pari, vista i ritardi pregressi. La proposta è di fare divorzi cumulativi per alleggerire il lavoro dei magistrati e delle cancellerie.

Piccola malavita in difficoltà

Anche se le forze dell’ordine sono impegnate nei controlli dei cittadini che vogliono uscire di casa, si registrano diminuzioni di criminalità. I ladri d’appartamento non possono agire, visto che ogni casa rimane sempre abitata giorno e notte. Nonostante le celebri doti di fantastici equilibristi, dei ladruncoli slavi o georgiani, scalare balconi e salire dalle grondaie non porta risultati. Resteranno a casa a ripulire gli attrezzi per lo scasso o a studiare nuove tecniche per aprire le porte.

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Pusher desolatamente soli

Anche la cessione di stupefacenti diventa complicata. Le aree di spaccio stanno trovando difficoltà, nessun cliente in giro e controllo da parte delle forze dell’ordine aumentato. Un crollo del mercato che segue quello di ogni altra forma di commercio. Per evitare il collasso i pusher si sono organizzati con commesse telefoniche e consegne a domicilio. Resta il problema dell’essere visibili a chiunque e dei numeri dei clienti che restano nei telefoni. Anche il gioco d’azzardo vista l’impossibilità di creare assembramenti è in crisi. La distanza minima di un metro non aiuta a mettersi attorno ad un tavolo da gioco.

Un periodo di resistenza

Le prostitute provano a immaginare di andare in cassa integrazione anche senza contratti di settore. Intanto si rammaricano perché finalmente le polveri sottili nelle città sono crollate e il loro ambiente di lavoro sarebbe finalmente più sano. Non possono approfittarne e anche se prevedono una ripresa molto effervescente, appena finirà l’emergenza, sicuramente l’inquinamento risalirà in modo altrettanto vigoroso. È un periodo di resistenza, all’ammanco degli incassi e anche di piaceri della carne che accomuna domanda e offerta. Lavoratrici del sesso in cassa integrazione

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Credits: pics by PxHere

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Lavoratrici del sesso in cassa integrazione per l'impossibilità di esercitare, tutta la piccola malavita in crisi, ladri, spacciatori, giocatori d'azzardo
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