Non c’è nessuna etica nel continuare a cercarli all’estero, utilizziamo la forza lavoro presente e che è spesso comodamente seduta sul divano
Come siamo bravi a piangerci addosso ed inventare fattoidi dopo aver buttato miliardi in assurdi assistenzialismi. Gli agricoltori piangono, anzi urlano che presto sarà un disastro. Costretti a lasciare almeno una parte dei campi incolti, raccolti non completati per mancanza di mano d’opera. Alcune attività possono essere svolte meccanicamente ma la stragrande parte delle cure alle coltivazioni vanno svolte manualmente. Mancano almeno 200.000 lavoratori nelle prossime settimane, ed il COVID-19 non aiuterà a rintracciarli. Lavoratori agricoli, la follia d’importarli dall’estero.
Manovalanza dall’est
Oltre il 60% della manovalanza viene dai paesi dell’est e la Romania contribuiva con quasi il 40% del totale. Lavoratori che per il coronavirus non verranno. Sia per il timore sanitario immediato che per il timore di quarantena quando rientreranno nei loro paesi. Il restante è costituito da migranti irregolari. Il Portogallo ha fatto un’azione molto forte, concedendo il permesso di soggiorno a tutti coloro che ne avevano fatto richiesta, risolvendo l’emergenza dei lavoratori agricoli. In Italia una simile proposta è quasi impensabile per motivi strettamente politici. I sovranisti hanno retto buona parte delle loro campagne sulla contrapposizione tra lavoratori di etnie diverse e italiani. Rimane la soluzione di utilizzare risorse italiane, sono molti a chiedere un lavoro eppure non sono disponibili a svolgere lavori agricoli.
Sanatoria
Per risolvere il problema della manodopera stagionale è stata presentata da CIA una proposta di sanatoria. Comprenderebbe regolari e irregolari che lavorano nel settore agricolo. Difficile che venga accolta nonostante il rischio di blocco di buona parte delle attività nei campi. Servirebbe una lucidità politica che non sembra possa avere luogo. La sciocchezza di aver eliminato i voucher risulta ancora più evidente in questo momento. Servirebbe uno strumento agile e flessibile in grado di sostituirli. Questo permetterebbe di offrire lavoro stagionale per molte figure. Ne usufruirebbero i cassaintegrati, i disoccupati, i giovani, i pensionati e anche i percettori di RdC.
La domanda è enorme
La domanda è enorme ma invece di offrire il lavoro ai percettori di Reddito di Cittadinanza teniamo i tutor a casa loro. Inutile spreco di energie e danaro, invece di utilizzarli per mettere in contatto domanda ed offerta. Ovviamente è più semplice restare seduti sul divano che piegare la schiena nei campi, chi vorrebbe rinunciare ad una simile posizione di comodo? Un disoccupato con reddito di cittadinanza non sarà entusiasta d’interrompere l’erogazione per andare a fare lo stagionale e raccogliere frutta e verdura, eppure dovrebbe essere la norma. Ora è il momento di offrire l’occasione, prendere o lasciare.
Ritorno per lo Stato
La regolarizzazione avrebbe importanti ricadute sociali ed economiche. Oltre a inserire circa 150mila persone in un contesto di legalità, porterebbe nelle casse dello stato nuove entrate. La stima è di circa 1,2 miliardi di euro tra Irpef e contributi previdenziali. Alla stipula del contratto di lavoro, si dovrebbe rilasciare il permesso di soggiorno per il lavoratore. Incrociare le richieste sarebbe lo step necessario per snellire tutta l’operazione. Non è rimasto molto tempo, per evitare un blocco dei rifornimenti. I freschi potrebbero cominciare a mancare ed i prezzi a salire in modo vistoso. Non possiamo permetterci il lusso di avere carenze di cibo, mentre i prodotti si degradano sui campi.
Coltivazioni a rischio
Sono molti i raccolti che sono a rischio. Servono con urgenza almeno 200mila lavoratori in molti distretti agricoli. Soprattutto al Nord dove i lavoratori immigrati sono già parte integrante dell’attività agricola. Tra le coltivazioni che sentiranno di più questa urgenza, la raccolta delle fragole e degli asparagi, delle mele, dell’uva, delle pere, dei kiwi, dei pomodori, delle albicocche, delle pesche, dei broccoli, cavoli e finocchi. Inoltre sarà fortissima la richiesta di manodopera per caseifici ed allevamenti. Lavoratori agricoli, la follia d’importarli dall’estero.
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