Fa bene alla Sicilia lo sceneggiato RAI
E’ ancora la Sicilia a trarre il massimo vantaggio dal turismo letterario legato alla Stagione della Caccia. I telespettatori sono rimasti affascinati ancora una volta dalle location in cui Camilleri ha ambientato il suo romanzo. Sono architetture ed ambienti bellissimi resi con le luci che la Sicilia elargisce in abbondanza.
Scicli Marzameni Ispica Donnafugata a fare da scenario
Scicli è il bellissimo paesino ragusano in cui la RAI ha impiantato il set principale. Già dall’inizio delle riprese, avvenute nell’anno scorso si è registrato un forte afflusso di turisti e curiosi. Molte delle location sono già note al grande pubblico perché in alcuni casi sono state utilizzate per episodi di Montalbano. L’immaginaria Vigata di fine ‘800 è riproposta con scene girate anche a Marzameni. Nel centro storico e nel piazzale della Balata di questa frazione di Pachino nel basso siracusano. Altre scene a Ispica e nel Castello di Donnafugata. Anche questo utilizzato nella serie dedicata a Montalbano.
Palazzi ex-conventi farmacie affascinanti
A Scicli molte delle riprese sono state effettuate nel Convento del Carmine e nel Palazzo Mormino-Massàri. Altre location nel palazzo Bonelli Patanè, palazzo Busacca e nell’antica Farmacia Cartia. Il Museo dell’Antica Farmacia Cartia, una perla tra i piccoli musei italiani, verrà riaperta. Anche se solo per alcuni giorni proprio in onore della messa in onda dello sceneggiato TV. Il regista Roan Johnson è riuscito a ricreare un’ambientazione e un ritmo rallentato molto coinvolgente e ricco di fascino del passato.
Una Sicilia bellissima con tutte le sue contraddizioni
E’ un’ambientazione molto terrena, polverosa, terrosa, che non ha paura di sporcarsi. Raffigura una Sicilia di grande fascino con tutte le sue contraddizioni. Luci e ombre, caldo soffocante e brezze marine, campagne brulle e palazzi dalle enormi stanze ricchissime di stucchi ed ori. Colori abbacinanti e fragranze pungenti come solo il mediterraneo sa regalare. Molti turisti sono attesi ora che lo sceneggiato ha saputo raccontare la bellezza di questi luoghi. Come già a Trieste il turismo letterario promuove i luoghi con un’intensità che nessuno spot pubblicitario può ottenere.
I turisti visiteranno i luoghi della saga dei Peluso
«La stagione della caccia» racconta di un farmacista che arriva a Vigata e di una serie di morti che si verificano di lì a poco, alcune delle quali vedono nei panni del killer proprio il farmacista, Alfonso La Matina, o meglio «Fofò». La storia è quella di una famiglia nobile, anche se la nobiltà ha perso molto smalto, i Peluso di Torre Venerina. Inizia con la necessità del capostipite di propagandare la stirpe. Il desiderio di avere un figlio maschio a cui lasciare in eredità nome ed eredità da il via alla saga familiare e porta alla fine della casata.

Immagini di scena dagli archivi della produzione

