Tutti coloro che hanno pensato di poter soddisfare le esigenze familiari durante la quarantena con l’e-commerce sono rimasti perplessi
Molti clienti sono delusi, il servizio non è sufficiente e non riesce a soddisfare le richieste. Manca il personale che possa ricevere gli ordini, prepararli e soprattutto consegnarli. Non ci sono finestre o slot liberi per parecchi giorni. Chi aveva immaginato di acquistare prodotti freschi come frutta e verdura, ha dovuto rapidamente cambiare opinione e obiettivo. Invece di favorire le persone in quarantena ha fatto aumentare le ansie. La spesa online, una pia illusione
Spese al supermercato
Col contingentamento degli ingressi, le file ai supermercati sono aumentate in modo esponenziale. La distanza minima ha fatto aumentare oltre alle lunghezze anche le attese. La scelta di ridurre gli orari di apertura dei supermercati non va certo a favorire i consumatori. Forse le reti di vendita troveranno il modo di far riposare un poco il personale ma si rischia di condannare tutti ad ulteriore affollamento se si restringono gli orari di apertura. Le file rischiano di raggiungere dimensioni chilometriche.
Supermercati le nuove piazze
Lo erano già diventati per i giovanissimi, che li utilizzavano come punti di aggregazione e cazzeggio, e per gli anziani che li usavano come parcheggio nei giorni torridi. Ora sono luoghi dove il contagio potrebbe diffondersi ma non ci sono soluzioni alternative per effettuare gli acquisti. I servizi di consegna a domicilio hanno mostrato tutta la loro inconsistenza. Del resto se il fatturato delle grandi catene di vendita non riesce ad arrivare all’1% del fatturato totale, un motivo ci sarà. Agli italiani piace comprare ciò che vedono e possono toccare, frutto di una cultura secolare di mercanteggiamento.
Se Amazon rallenta
Se il primo vettore decide che non riesce a tenere il passo, allora significa che le strutture sono davvero insufficienti. Amazon ora rallenta le consegne generalistiche per favorire quelle dei freschi. Resta il dubbio se veramente riuscirà ad accontentare la richiesta che è salita in meno di 7 giorni in modo esponenziale. L’unica buona notizia è che non ci sono difficoltà a reperire le merci, resta solo l’incognita della consegna. Il problema non potrà essere risolto in breve tempo, ci vorranno sicuramente mesi, le organizzazioni dovranno fare enormi investimenti per essere al passo. Forse saranno pronte quando questa crisi sarà terminata.
Non siamo soli
Non immaginate che sia la cronica deficienza strutturale italiana a condannarci ad un servizio debole. Ora anche altri stati tecnologicamente avanzati come la California iniziano il lockdown ed assaggiano gli stessi nostri problemi. Ordinare da casa è quasi impossibile, ci sono costanti rimandi a ritentare più tardi perché non ci sono window available. Nessuna finestra di consegna disponibile. In aggiunta in molti paesi sono diventati indispensabili alcuni articoli che in Italia non sono sembrati così fondamentali, come la carta igienica. Mentre qui si sono sprecate le battute sulle penne lisce, in molti altri stati si scommette sulla quantità di anni che serviranno per smaltire i rotoli di carta igienica. La spesa online, una pia illusione
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